World Congress of homunculus family

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Se pensavate che le ridicole attività dei sedicenti movimenti pro-vita negli anni settanta, come quella di mostrare feti di nove mesi sostenendo che erano di poche settimane, non si potessero più presentare ai giorni nostri perché avremmo dovuto aumentare la nostra sapienza e la nostra cultura siete stati degli ingenui ottimisti.

Ma non dovremmo evolverci?” si chiederà qualcuno troppo fiducioso nelle teleologie finaliste secondo cui l’evoluzione ci dovrebbe portare inevitabilmente al miglioramento della nostra specie e della nostra razza.

Ciò che invece bisognerebbe sempre ricordarsi invece è che l’evoluzione biologica stessa (fermo restando che questa non ha nessun senso finalistico dimostrato) prevede i c.d. fenomeni di retro-evoluzione, nel senso che una specie può perdere la funzionalità di organi anche complessi faticosamente conquistati nel corso dei millenni se questa perdita nel nuovo ambiente è un vantaggio.

Come può essere un vantaggio la perdita dell’occhio? Semplice, vivere per ere chilometri sottoterra dove la luce non arriva e avere un organo in più totalmente inutile che porta solo infezioni selezionerà eventuali mutazioni che prevedono la nascita di nuove specie senza occhi.

Non può sorprenderci quindi che l’ambiente italico, dove l’ignoranza è motivo di vanto e chi prova a ricordare le cose come stanno è nel migliore dei casi un presuntuoso radical chic se non un asservito ai complotti rettiliani, oltre a regalarci continuamente il primato dell’ignoranza in Europa e il dodicesimo posto assoluto nel mondo (nell’ultima rivelazione Ipsos del 2018 ce la giochiamo con Cile, Arabia Saudita e Messico) abbia consentito il riproporsi di affermazioni allucinanti.

Giusto quindi che si svolga a Verona il convegno WCF che chiamando a raccolta le forze più retrograde del mondo sarà il faro oscurante di tutti coloro che:

– hanno paura che il gender (qualunque ipotetico mostro loro intendano con questa parola di cui non conoscono neanche il significato) faccia diventare froci[1] i loro maschietti e lesbiche le loro femminucce;

– di coloro che pensano che un bambino cresca meglio in un orfanotrofio del terzo mondo piuttosto con un genitore single o due genitori dello stesso sesso;

– che due sorelle o parenti o amiche strette non possano accordarsi sul fatto che una porti in grembo il feto dell’altra durante la gravidanza a causa di malattie o malformazioni genetiche dell’altra gestante ;

– che è giusto che la separazione diventi un privilegio per i pochi che possono permettersi il costo di un mediatore familiare; [2]

– che una donna picchiata dal marito non possa lasciare il caro vecchio tetto coniugale altrimenti perderà automaticamente la causa di separazione; [2]

– che un figlio testimone della violenza di un genitore sull’altro deve per forza continuare a frequentare il genitore violento anche se non ne ha nessuna voglia; [2]

– che l’aborto è un omicidio perché “l’unica differenza scientifica tra un feto di poche settimane e un bambino sono PESO e MISURA”.

Ecco con quest’ultima affermazione (urlata fino allo sfinimento, nostro ovviamente, in una dei tanti flame sui social network da un’attivista pro-life e confermata da un medico, o per lo meno così si è dichiarato, che scrive “esatto” sotto queste assurdità) possiamo notare che la regressione culturale è mentale del pro life è tale che lo riconduce al concetto alchimista dell’homonculus per ciò che riguarda la formazione della vita. Il sedicente difensore della vita evidentemente è convinto che, l’unione dello spermatozoo e dell’ovocita non generi una cellula zigote che poi si separerà in due cellule che diventeranno quattro e così via, accrescendosi piano piano prima in grumi cellulari indistinti per poi diventare sempre più antropomorfi ripercorrendo il percorso evolutivo assomigliando prima a pesci e poi ad anfibi formando solo dopo varie settimane i sistemi circolatorio, respiratorio e nervoso.

Tutto questo è falso per il pro-vita, secondo loro si genera evidentemente un homunculus alchemico; un omino piccolissimo differente dal bambino adulto solo per peso e misura.

Ridete? Noi no. Sinceramente non ci viene proprio da ridere ad osservare la devastazione culturale che questa gente sta mettendo a punto nel nostro paese.

Vedendo le locandine del convegno del WCF oltre ai “soliti noti” italiani distintosi per il loro bigottismo medievale e talvolta anche per il loro razzismo becero (si sa la vita va difesa sempre e comunque a meno che non si parli dei negri in mezzo al mare [3] ) vediamo gente da diverse parti del mondo.

Chissà come si giustificherebbero i pro-vita kenioti e ugandesi di essere fianco a fianco con gente che non ha timore a dichiararsi razzista. O quelli messicani che si troveranno a fianco di chi appoggia Trump e i suoi muri demenziali.

Ma del resto la coerenza non è mai stata il punto forte dei pro-vita lo sappiamo. Tipo la Meloni che invitano sempre ai convegni sulla famiglia “tradizionale” e poi se la trovano incinta senza che sia sposata. O gente che di famiglie tradizionali ne ha tre o quattro. O gente che ha presentato il proprio compagno come il suo “inquilino” per trent’anni. O fini teologi [3] che sostengono che quando Gesù si raccomandava di aiutare il prossimo te lo potevi scegliere quale prossimo aiutare.

Insomma, verrebbe veramente da andarci a questo convegno WCF per vedere i peggiori frutti della retro-evoluzione culturale di stampo talebano e farsi due risate; ma dato che in Italia la copertura mediatica per queste persone non è mai stata fatta mancare possiamo restare tranquillamente a casa. Tanto ce lo racconterà la televisione, purtroppo.

Alessandro Chiometti

[1] Il brutto termine “froci” è usato volontariamente per non creare ulteriori tensioni con il popolo della famiglia visto che oltre alla paura del gender hanno anche la paura del politically correct.

[2] Tutte quelle citate sono logiche conseguenze dell’eventuale approvazione del Ddl Pillon sostenuto a spada tratta dai partecipanti e organizzatori del convegno.

[3] Il ministro Fontana che sostiene che quest’interpretazione dei vangeli è l’esempio vivente della capacità profetica di Corrado Guzzanti che faceva dire al suo inimitabile Padre Pizzarro “A noi ce interessa della vita dal concepimento alla nascita, quando dovemo rompe li cojoni alla donna. Ma dopo il parto dopo dieci minuti già non je ne frega più niente a nessuno… prova a cerca’ un asilo nido se nun ce credi?

14 Marzo 2019   |   articoli, attualità   |