Dall’Assurdistan, in attesa del peggio

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Caratteristica peculiare dell’Assurdistan (al secolo, l’Italia) è che quasi nessuno ha il coraggio di ritirare una legge (o un decreto, un’ordinanza o quel che è) quando si è palesemente dimostrato inefficace.

Ormai, in piena notte feyerabendiana in cui nulla si può più ragionevolmente conoscere e avendo buttato nel cesso secoli di virologia ed epidemiologia, tutti i provvedimenti presi rimangono lì, perché hai visto mai che cominciassero a funzionare (“così, de botto… senza senso” aggiungerebbero gli autori di Boris).

Nonostante tutte le evidenze dimostrino che la raffica di DPCM si è rilevata assolutamente inutile nessuno osa a dire che forse sarebbe meglio ritirarli, non fosse altro per non costringere al fallimento attività commerciali con inevitabili conseguenze sull’occupazione e quindi sull’economia del paese.

Ad esempio in questo grafico [1] è più che chiaro che “il problema” del piccolo aumento dei contagi a fine agosto non erano certo le discoteche e la vita notturna con fantomatici assembramenti in piazza anche fuori dai week end.

Così come è evidente che è assolutamente ininfluente il provvedimento preso il 13 ottobre sull’obbligo di mascherina all’aperto visto che proprio in questi giorni (dieci dopo la data del provvedimento) raggiungiamo l’apice attuale dei contagi.

Del resto che la mascherina all’aperto non servisse a nulla era abbastanza chiaro da giorni dalla verifica dell’ordinanza di De Luca in Campania. [2]

A proposito, nel CTS nominato dal governo dell’Assurdistan c’è qualcuno che verifica l’efficacia dei decreti? Transeat.

Ad ogni modo togliere provvedimenti inutili oltre al fatto che sarebbe una mano santa per l’ambiente, qualcuno dovrà pure pagare conto salatissimo della follia di sprecare 100 o forse 200 milioni di mascherine chirurgiche al giorno solo perché hai visto mai servano a qualcosa, servirebbe anche a non penalizzare interi settori. Che il DPCM del 13 ottobre abbia avuto in impatto nullo sul virus è ormai chiaro e quindi, oltre alle mascherine andrebbero accantonate tutte le balle sugli aperitivi “in piedi o seduti” sui “giovani che chissà cosa fanno la notte” eccetera.
E invece no, perseveriamo con coprifuoco notturni e altre fesserie. In nome di cosa se non dell’assurdo?

Il concetto eppure ci sembra davvero semplice, se non si può intervenire dove serve (trasporti e sanità) è inutile intervenire dove non serve, il virus se ne frega delle pseudoteorie di sedicenti esperti governativi.

Prima o poi, con buona pace di Paolo Giordano e delle sue paranoie, la curva di crescita del virus curverà perché, come sappiamo da centinaia di anni, nulla in natura cresce in modo esponenziale all’infinito. E a quel punto qualcuno si prenderà il merito per un provvedimento preso a casaccio quando invece sarà semplicemente la normale evoluzione della crescita virale.

Non è certo un caso che in questi giorni torna al galoppo la narrazione tossica del quanto siamo stati bravi nel lockdown rispetto ad altri paesi che sono andati molto peggio di noi. E il tutto grazie alla durezza del nostro lockdown.

Altresì non è un caso che la gente, ormai terrorizzata dal terrorismo mediatico a mass media unificati a pranzo e cena con picchi di incredibili balle stratosferiche sul web “il virus è nell’aria”, “è morto un volontario che provava il vaccino in Brasile”, “I contagi più alti di sempre”, sia lì a pregare la foto di Conte nella speranza che ci rinchiuda nuovamente tutti in modo da sentirsi salva.

La gente ha bisogno di sentirsi salvata, così come credere a priori è caratteristica dell’Homo sedicente Sapiens.

Ci dispiace essere sempre quelli che ricordano a tutti che “la befana non esiste” però i dati dicono tutt’altro.

Nei cinque maggiori paesi di Europa (Italia, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito; nei due grafici seguenti [3] indicati rispettivamente con le linee di color rosa, blu, celeste, granata, verde) i lockdown più duri sono stati il nostro e quello della Spagna dove alla gente veniva proibito anche di uscire di casa. Simile il caso della Francia anche se leggermente più flessibile.
La Germania invece ha fatto un lockdown molto soft in cui le attività erano chiuse ma si poteva tranquillamente uscire per passeggiare o prendere il sole al parco e quasi nulla è stato fatto per chiudere cinema o teatri o concerti al chiuso anche se con limiti agli spettatori. Ovviamente erano proibiti i grandi eventi che attiravano sul posto decine di migliaia di persone come le fiere e i grandi concerti, e le partite venivano disputate a porte chiuse. Il Regno unito come sapete ha fatto una politica contraddittoria, prima tutto aperto e poi una progressiva chiusura.
Impossibile non notare che delle dure restrizioni spagnole e italiane il virus se n’è totalmente fregato.

Se c’è stata una differenza la troviamo nella triste conta dei morti, dove guarda un po’ il lockdown più permissivo è quello che ne ha avuti di meno. La Germania vince di gran lunga, con distacco come paese in cui ci sono stati meno morti. (Nonostante sia quello con più abitanti, fra l’altro. I grafici sono in numeri assoluti.)

Dimostrazione empirica se non proprio scientifica (e che aprano bene le orecchie tutti quelli che dicono che “non si sa”, “non possiamo sapere”, “non è detto”) che la differenza in un’epidemia la fa l’efficienza del SSN e non divieti estemporanei e teorie folkloristiche su comportamenti sconosciuti del virus.

Lo ribadiamo ancora una volta, per noi l’obbligo di mascherina non vuol dire che ci sia una dittatura sanitaria in corso. Tuttavia il governo avrebbe fatto di gran lunga meglio a pensare come aumentare i posti in terapia intensiva (di nuovo in allarme) piuttosto che pagare influencer per spiegare come si indossa una mascherina.

Mentre Conte si accinge ad emanare altri divieti (cosa uscirà dal bussolotto feyerabandiano stavolta? chi andrà sul lastrico?) la gente a Milano, Roma e Napoli comincia ad arrabbiarsi davvero.
E il virus se la riderebbe, se solo potesse.

Alessandro Chiometti

[1] grafico originale con aggiunta indicazioni dei DPCM preso da: https://public.flourish.studio/story/435616/

[2] grafico originale con aggiunta indicazione sull’ordinanza campana preso da:  https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/

[3] grafici interattivi del Financial Times https://ig.ft.com/coronavirus-chart/?areas=ita&areas=deu&areas=esp&areas=gbr&areas=fra&areasRegional=usny&areasRegional=usnj&byDate=0&cumulative=0&logScale=0&perMillion=0&values=cases

25 Ottobre 2020   |   articoli, filosofia e scienza   |   Tags: , , , ,