The Counselor

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Non stiamo ad elencare per l’ennesima volta i capolavori di Ridley Scott che ogni cinefilo degno di questo di nome deve conoscere, e diciamo subito che probabilmente questo “The Counselor” (tradotto come “Il procuratore” nonostante “L’avvocato” forse sarebbe stata una traduzione più adatta) non li riuscirà ad eguagliare nella memoria dei fan.

the-counselor-il-procuratore-teaser-poster-sveziaIl cast è stellare anche se qualche malizioso fa notare che è passato qualche anno da quando alcuni del pokerissimo di attori scelti da Scott hanno azzeccato un film. In effetti se Javier Bardem e Penelope Cruz hanno buoni successi recenti (Skyfall per lui, Venuto al mondo per lei) lo stesso non si può dire per Cameron Diaz e Brad Pitt che nelle ultime uscite non hanno mai pienamente convinto; Michael Fassbender è invece fresco del successo come cyborg sul discusso Prometheus con lo stesso Scott alla regia.

Il film non ha certo una storia originale, anzi possiamo dire che la trama è alquanto abusata da Hollywood.

Un avvocato di successo (Fassbender) ma con ambizioni ancora più grandi, decide di fare soldi giocando con il traffico di droga fra Stati Uniti e Messico, probabilmente per far colpo, con regali opulenti, su Laura, la donna che ama (Penelope Cruz). Questo nonostante i suoi contatti con il mondo della malavita (Javier Bardem nella parte di Reiner, un appariscente proprietario di locali in El Paso e Brad Pitt nella parte di Westray un losco tuttofare la cui funzione resta abbastanza oscura per tutto il film) lo avvertano ripetutamente che il gioco in cui si è inserito presenta grossi rischi e che il cartello messicano di Ciudad Juarez, con il quale sono in contatto, è in grado di commettere qualunque atrocità per futili motivi.

La compagna di Reiner è Malkina (Cameron Diaz) fin troppo appariscente e provocatoria che sta tramando alle spalle del compagno, organizza infatti il trafugamento del carico di droga che Reiner, Westray e l’avvocato stavano aspettando. Un colpo da venti milioni di dollari che non può non scatenare una pesante reazione da parte del cartello che recupera il carico e da il via alla vendetta contro i loro contatti americani. Una vendetta a prescindere, senza accertare di chi è la colpa o chi è stato a tradire.

Reiner viene ucciso, Westray si rifugia a Londra dove sarà ucciso dagli sgherri di Malkina che gli rubano l’accesso ai suoi fondi (probabilmente il vero scopo di Malkina era sempre stato questo). L’avvocato riesce a nascondersi ma il cartello rapisce Laura. Quando realizza che lei è nelle loro mani fa di tutto per contattare i boss del cartello e si offre anche di prendere il suo posto ma come gli dice il narcotraffiacante messicano il suo destino non è più nelle sue mani.

Il film si conclude con l’avvocato che in una topaia di Ciudad Juarez riceve un dvd, senza guardarlo sappiamo che è uno snuff movie in cui viene mostrata la terribile sorte di Laura.

Il film dicevamo forse non è il massimo dell’originalità come trama, però è molto originale, anzi lo possiamo definire surreale, nella sofisticatezza dei dialoghi tra malavitosi. Discussioni fra spacciatori internazionali profonde e articolate come se venissero fatte da Proust e Nietzsche, una dicotomia che spesso lascia disorientato lo spettatore che non sa se seguire la crudezza delle scene d’azione o il filosofeggiare dei dialoghi.

Quello che probabilmente vuole mostrare il film è l’assoluta assenza di valore che alcune persone assegnano alla vita altrui e come questo possa essere filosoficamente giustificato. Se metta più i brividi la crudeltà di per se o la giustificazione filosofica che ne danno gli autori è arduo da dire.

Come dicevamo, forse “The Counselor” non potrà sostituire nessuno dei “magnifici quattro” film di Ridley Scott nella memoria dei suoi fans, però il prezzo del biglietto lo vale tutto.

 

J. Mnemonic

21 Gennaio 2014   |   articoli, recensioni   |   Tags: , , , ,