[voto 4,5/10]
[attenzione spoiler]
Dire che si rimane perplessi alla fine della visione di Tenet significa abusare degli eufemismi.
La realtà è che neanche dieci visioni del film potrebbero essere sufficienti a far capire allo spettatore se l’architettura spregiudicata del regista londinese è effettivamente coerente o è solo un’immensa presa in giro dello spettatore concepita a seguito di qualche peperonata mal digerita.
Il problema di questo film è chiaro fin dal principio, la speculazione del regista si basa sulla presunta (e ancora discussa) inversione termodinamica dell’Entropia nei livelli subatomici dove valgono le equazioni della meccanica quantistica.
Ma cosa c’entra questa inversione entropica e delle teorizzazioni di alcuni fisici come Putman e Feynman con i viaggi nel tempo? Come ricorda l’astrofisica MariaTeresa Crosta in un intervista, assolutamente nulla, perché: “I viaggi nel tempo sono altra cosa: sono previsti dalle leggi fisiche, ma pertinenti a una fisica diversa. Per spiegarli si ricorre alla Relatività Generale: sono influenzati dal campo gravitazionale e sono in relazione al tempo percepito tra almeno due osservatori. Non bisogna confondere il concetto di inversione di stato con quello di viaggio nel tempo.”
Cerchiamo di spiegarlo in modo semplice per quanto non siano concetti facili: l’Entropia è una funzione che indica il grado di disordine di un sistema. Questa, in un sistema isolato (e quindi solo nell’Universo nel suo complesso e non in un sistema pur grande come la Terra) è una funzione non decrescente nel tempo. Ma anche se io invertissi l’Entropia di un oggetto questo sarebbe solo più “ordinato” non andrebbe certo indietro nel tempo.
L’Entropia non ha alcuna capacità di regolare il flusso temporale, altrimenti dovremmo pensare che riordinando la nostra camera potremmo tornare bambini.
Non solo, ricordiamo anche a questi spesricolati consulenti “fantascientifici” del regista che la vita, già per sé stessa è anti-entropica (o ad “Entropia invertita” come dicono loro). Partire da semplici atomi, formare molecole complesse, proteine, acidi nucleici membrane cellulari etc. è un processo che riduce l’Entropia di un sistema. Quindi “invertito”.
Questo è possibile grazie al contributo energetico del Sole, perché la “spontaneità” totale di un processo non è data solo dall’Entropia (S) ma anche dall’Entalpia che insieme sono raccolte nella formula del Secondo principio della Termodinamica con cui si calcola la variazione di Energia Libera (G) di un processo: dG = dH –TdS.
Quindi è l’energia Libera la vera discriminante della spontaneità di un processo e non è vero che in ogni zona dell’Universo l’Entropia cresce sempre in modo continuo. Altrimenti la vita non sarebbe possibile.
Ok, torniamo al cinema prima di confonderci troppo.
Nolan non solo unisce in modo spericolato l’inversione entropica e i viaggi temporali, ma fa assumere al tutto un aspetto grottesco mostrando il viaggio a ritroso nel tempo in macchine ed uomini che si muovono al contrario durante la linea temporale canonica. Se vi fa male la testa solo ad immaginarlo pensate al povero spettatore che si deve subire sequenze montate al contrario per due ore e mezza di fila.
In Interstellar, finale escluso, Nolan aveva fatto un buon lavoro anche divulgativo sulla relatività (con i limiti dovuti al dover fare comunque un film commerciale), in The prestige aveva simpaticamente enfatizzato alcune teorie visionarie sul teletrasporto e in Memento aveva effettivamente costruito un capolavoro di montaggio delle linee temporali. Ma qui Cristopher Nolan toppa clamorosamente in tutto ciò che è scienza e anche in ciò che è fantascienza. Perché il film è fin troppo fuori dalla “sospensione dell’incredulità” che si richiede allo spettatore.
Di certo il film è spettacolare e può risultare piacevole se ci si disinteressa totalmente alla trama e si rimane a mirare le fin troppo numerose sequenze di inseguimenti su autostrade, aeroporti, luoghi di guerra. Ma per quello ci sono già i vari Die Hard o Fast and Furious, perché complicarsi la vita con una trama traboccante di assurdità?
Sarà un nostro difetto, lo riconosciamo, ma se un film (in particolare quelli appartenenti al mondo del Fantastico) parte da premesse che riteniamo sballate ci risulta impossibile apprezzarli per altre, pur meritevoli, cose.
J. Mnemonic