Stefano Bolletta risponde a Civiltà Laica

Pubblicato da

 

Scuola pubblica e privata

Nel 2013 a Bologna un referendum cittadino ha sancito che la maggioranza dei cittadini bolognesi non vorrebbe che il Comune finanzi in alcun modo scuole private ma che destini tutte le risorse che ha a disposizione alla scuola pubblica. Il referendum, non vincolante, è stato ignorato dal sindaco e dalla giunta dicendo, sostanzialmente, che è impossibile non finanziare la scuola privata.

Qual è la sua posizione al riguardo?

 

Bolletta (2)In linea di principio sono convinto che lo stato non debba finanziare la scuola privata.

Penso anche che su alcuni servizi non obbligatori (materne, sezione ponte, nidi ) si debba immaginare una riorganizzazione del sistema in cui le famiglie assumono un ruolo maggiore ( in parte di autogestione, il principio della sussidiarietà… ); su queste forme di privato sociale si potrebbe invece investire e molto.

Tra tutto pubblico e tutto privato ci può essere una terza via: la responsabilità civica organizzata; la partecipazione diretta al bene comune.

 

Oneri di Urbanizzazione Secondaria

Grazie a un indagine partita proprio da Civiltà Laica finalmente a Terni nel 2013 si sono ridotti gli oneri di urbanizzazione secondaria destinati alla Chiesa Cattolica, questi dal 1986 erano il 15% del totale, grazie alla proposta di Mauro Nannini si sono livellati a quello che consiglia la Regione Umbria ovvero l’8%.

Tuttavia ricordiamo che ogni Comune ha la possibilità di decidere autonomamente cosa fare e cosa non fare con questi oneri, ad esempio la città di Perugia da alcuni anni ha azzerato il contributo alla Chiesa Cattolica girandoli tutti a parchi, campi da gioco e altri interventi riqualificativi per il sistema urbano.

Non crede che questo sia l’esempio da seguire visto e considerato che la Chiesa Cattolica per le sue strutture prende già l’8 per mille dell’Irpef che le garantisce un flusso più che sufficiente per la costruzione di nuove chiese e la restaurazione di quelle vecchie?

 

Sono d’accordo, in alternativa si potrebbe anche immaginare un utilizzo dei fondi degli oneri di urbanizzazione per sostenere un piano concordato per la realizzazione di strutture comunitarie non di tipo religioso, in cui la chiesa contribuisce con propri fondi aggiuntivi .

 

Trasparenza amministrativa

Le due tematiche precedenti ci portano a fare una richiesta non laica ma di sicuro etica. Per nostra esperienza sappiamo che è molto difficile per un cittadino capire e rintracciare come vengono spesi i soldi del Comune che lo ricordiamo sono soldi di tutti.

Si impegna a far si che ci sia più trasparenza nelle varie voci di spesa del comune e che le delibere di spesa pubblica siano facilmente reperibili on line sul sito del Comune?

 

Tutto questo è utile ma assolutamente insufficiente.

Io immagino una città governata da un sistema diffuso di partecipazione diretta dei cittadini: Consigli di Comunità ( uno per ogni quartiere ), Assessorati collettivi, Tavoli comunitari di progettazione; strumento attraverso i quali i cittadini singoli, le associazioni…partecipano direttamente alle scelte e partecipano direttamente alla destinazione delle risorse.

In sostanza dico informare certo ma meglio decidere insieme…..è un’altra filosofia di governo.

 

 

Cremazione dei cadaveri

A Terni manca ancora il forno per la cremazione dei cadaveri, con conseguente disagio per i parenti di coloro che scelgono questa strada che devono affrontare viaggi verso Viterbo o Perugia e conseguente aggravio dei costi del funerale.

Non le sembra che sia ora di fornire questo servizio di civiltà alla cittadinanza?

 

Penso di si, penso anche che fra poco i cimiteri saranno più grandi delle città. .tra l’altro, e lo dico da credente, penso che venerare delle pietre sia un po’ pagano.

 

Eventi Valentiniani

I festeggiamenti del Santo Patrono della Città di Terni sono espressione di una cultura, ovvero quella cattolica. Non siamo certo così antireligiosi da sostenere che il Comune non deve partecipare alle spese per queste celebrazioni, tuttavia ci sembra esagerato che ci sia un assessorato apposito. Togliere i festeggiamenti di San Valentino dal budget della cultura significa creare eventi culturali di serie A ed eventi culturali di serie B, pensiamo che l’assessore alla cultura che ha sottomano il polso di quanto viene dato alle varie culture cittadine possa autonomamente decidere quanto destinare del budget al Santo Patrono tenendo conto di quanto viene già dato alla cultura religiosa.

Pensa sia possibile eliminare l’assessorato agli eventi valentiniani dalla sua giunta?

 

Io penso che la festa del patrono sia un fatto che debba riguardare la curia.

Ovviamente si possono anche dare piccoli contributi per eventuali manifestazioni culturali legate all’evento, io come Circoscrizione ho sempre contribuito alle piccole feste patronali dei vari centri storici della città ( Collestatte, torre Orsina, Papigno…).

Non credo invece che l’amministrazione Comunale debba direttamente impegnarsi nei festeggiamenti del patrono.

Altra cosa è invece organizzare eventi di promozione turistica ( grandi eventi però, non le sagre di paese a cui abbiamo assistito in questi anni ) legati al nome di San Valentino.

Penso per esempio ad un San Valentino Jazz Festival ( quarta gamba di Umbria Jazz dopo Perugia, Narni e Orvieto , con eventi di promozione dei centri storici di pregio ed eventi legati ai luoghi dell’archeologia industriale ).

In generale penso che dovremmo smettere di investire per portare i turisti alla Basilica di San Valentino, che, tra l’altro, è anche bruttina e non ci facciamo una bella figura.

Io penso che San Valentino debba essere il brand-name del nostro territorio turistico, il nome di San Valentino può essere usato come marchio di promozione ( il nome Terni non evoca certo bellezze naturali e sogni turistici ) associato al marchio Umbria; a tal proposito vi informo che la nostra Circoscrizione ha depositato presso la Camera di Commercio il marchio turistico “ Le Terre di san Valentino “.

 

Testamento Biologico

Com’è noto il consiglio comunale di Terni nel 2010 ha bocciato l’istituzione a Terni di un registro dei testamenti biologici. Un servizio ai cittadini, proposto da molti comuni italiani, che consente di veder messe per iscritto le proprie volontà riguardo a quali cure accettare e quali rifiutare nel caso ci si trovasse nella sgradevole condizione di non poter esprimere la propria volontà. Ricordiamo che, in assenza di future leggi nazionali, la sentenza del caso Englaro dimostra che le volontà espresse in vita sono vincolanti per medici e infermieri.

Pensa che una maggioranza da lei guidata si comporterà diversamente nel caso dovesse essere riproposta la questione?

Qual è la sua opinione personale sul Registro Comunale dei Testamenti biologici?

 

Proprio perché sono credente e pretendo rispetto per il mio credo, penso che debba essere consentito ad ognuno di esprimere in piena libertà i propri convincimenti.

Proprio perché sono credente mi umilia il tentativo continuo di imporre il mio credo al resto del “ mondo “.

Cosa farebbe la mia maggioranza non lo so, io proporrei il registro come hanno fatto in tanti comuni italiani; e personalmente sarei il primo a redigerlo.

 

 

6 Maggio 2014   |   articoli, attualità   |   Tags: , ,