Senza la stepchild adoption la legge Cirinnà passa al Senato. Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

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Quando si analizza a caldo l’approdo di una legge sui diritti civili dopo anni di battaglie mediatiche al calor bianco si rischia sempre di peccare di enfasi o di rammarico

Cercheremo di non farlo e di mantenere la lucidità.

Chi ha vinto?

Alfano, non c’è dubbio. La sua proposta di mediazione, da una posizione di minoranza nella maggioranza di governo è stata accettata in toto. Via la stepchild, potrà presentarsi agli elettori cattolici con le su aberranti parole “abbiamo evitato una legge contronatura”. E qualche voto lo prenderà pure.

Ma ha vinto anche Monica Cirinnà. La legge non è stata svuotata, manca un pezzo importante è vero, ma il suo punto di vista pragmatico è sempre stato chiaro. “Meglio guardare l’orizzonte dell’eguaglianza assoluta un passo più vicino che un passo più lontano” ha dichiarato in un incontro pubblico. Oggi quei passi più vicini all’orizzonte si chiamano, fra le altre cose: pensione di reversibilità, diritto all’eredità, graduatorie nell’assegnazione delle case popolari, congedo matrimoniale, assegni familiari. Secondo il nostro parere ne è valsa la pena.

Ha vinto la secolarizzazione che nel nostro paese avanza nonostante tutto. Nonostante le campagne di disinformazione e il terrorismo mediatico dei talebani de’ noantri. Nonostante le fiction religiose siano raddoppiate nell’ultimo biennio, nonostante che l’86 percento dello spazio televisivo dedicato ai “temi etici e religiosi” è occupato dalla Chiesa Cattolica. (Solo il due percento però è dedicato ai suoi scandali).

Chi ha perso?

Hanno perso i bambini delle coppie omosessuali, il cui diritto di rimanere con il partner del genitore biologico è affidato al buon senso dei giudici.

Ha perso il Movimento cinque stelle, che ha fallito l’opportunità di dare un contributo importante per modernizzare ancora di più il nostro paese in nome di una presunta coerenza che in politica non paga mai o quasi mai.

Ha perso tutto il movimento integralista cattolico, il quale non chiedeva modifiche alla Cirinnà ma il suo ritiro in toto. Ma al di là delle balle urlate in modo pedissequo (quella sui due milioni di persone in piazza quando erano dieci volte di meno è stata un boomerang micidiale) non sa portare una sola argomentazione valida in uno stato laico. Stato nel quale, loro malgrado, vivono.

Ora, dando per scontato che Renzi e il Pd non siano così masochisti da riaffrontare le stesse forche caudine alla Camera e che quindi faranno confermare la legge in breve tempo senza ulteriori modifiche (le lacerazioni spappolerebbero il partito se si ricominciasse l’iter parlamentare), il messaggio che deve capire il ri-nascente Movimento Laico è che non si deve dormire sui diritti acquisiti ma che questi vanno continuamente difesi e ampliati giorno per giorno.

Se escludiamo alcune modifiche al divorzio e sul diritto di famiglia questa è, probabilmente, la prima legge che estende i diritti civili e la laicità nel nostro paese dal 1978.

Non era facile e non era scontato. In particolare con un governo appoggiato da Giovanardi, Quagliarello, Roccella, Sacconi ed altri che gradiremmo dimenticare.

Quindi, davvero, un sincero grazie alla senatrice Monica Cirinnà e al suo staff per il lavoro fatto.

E adesso rimbocchiamoci le maniche perché la democrazia e la laicità del nostro paese non siano solo concetti astratti.

Alessandro Chiometti

25 Febbraio 2016   |   articoli, attualità   |   Tags: , , ,