SENZA DOGMI di Michele Martelli

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* Francesco Pullia su Notizie Radicali

L'ascesa di Joseph Ratzinger al soglio pontificio ha indubbiamente coinciso con la predominanza nella Chiesa cattolica di un forte orientamento anticonciliare e con la prevalenza di una componente assolutistica, dichiaratamente antimodernista (nel senso letterale del termine), di cui l'ingerenza quotidiana nella sfera politica non è che una delle più eclatanti espressioni.


Proprio perché assertore di una visione totalizzante, Benedetto XVI si pone di fatto in antitesi alla ricerca, all'interrogazione e all'incessante verifica che appartengono invece alla speculazione filosofica.

Questa caratteristica è messa bene in evidenza in Senza dogmi, l'antifilosofia di papa Ratzinger, un libro di Michele Martelli, pubblicato da poco da Editori Riuniti, che disamina con estrema severità le contraddizioni e le chiusure riscontrabili nell'atteggiamento dell'attuale pontefice ricollegandole, in perfetta sintonia e continuità, al papato precedente, cioè a quello di Karol Wojtyla, distintosi, non dimentichiamocelo, come una sorta di "beatificio" e "santificio" (bastino tra tutte, nel segno appunto dell'antimodernismo, le elevazioni di Pio IX e di Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei).

Non a caso Ratzinger fu voluto da Giovanni Paolo II alla guida della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Sant'Uffizio dell'Inquisizione). Carica che, come si sa, rivestì dal 1981 al 2005 mietendo vittime non solo tra i teologi più aperti ma anche tra i cosiddetti "moderati" .

Tra questi ultimi merita di essere ricordato il belga Jacques Dupuis che, in Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso (Queriniana, 1997), aveva riconosciuto legittimità salvifica a tutte le forme religiose ribadendo, tuttavia, la singolarità del cristianesimo come religione del Logos incarnato.

Per Ratzinger non c'è scampo, l'unica via da seguire pedissequamente è quella indicata dalla Chiesa cattolica. Qualsiasi altro percorso dev'essere considerato erroneo. E' chiaro che risulta molto difficile, se non impossibile, impostare su queste basi un dialogo franco, sereno. Tra l'altro non si può sottovalutare, perché altamente emblematico, il tentativo di accomunare gli altri due monoteismi, vale a dire ebraismo e islamismo, nella lotta forsennata al relativismo e alle sue presunte derivazioni. Non può passare inosservato che, ad esempio, una teoria come l'evoluzionistica venga nuovamente bersagliata con estrema violenza non solo dal cattolicesimo ma anche dalle interpretazioni bibliche o coraniche fondamentaliste. Lo stesso dicasi per la libertà d'indagine scientifica.

Nel mirino ci sono in sostanza la secolarizzazione, l'emancipazione della società dal dogmatismo fideistico e, più in generale, il laicismo cui vengono in modo approssimativo ricondotti agnosticismo, scetticismo, ateismo. "Ratzinger – come ha scritto Leonard LeBoff – non vuole la molteplicità dei colori nell'unità dell'arcobaleno, ma solo il predominio imperativo del colore nero, quello della triste gerarchia vaticana". Se così stanno le cose, è allora necessario contrapporre all'incalzante e arrogante atteggiamento prevaricatore e intollerante di questo papato opportuni anticorpi e rimedi. Martelli, nel suo testo, ne suggerisce alcuni, a nostro avviso condivisibili, da lui indicati come vademecum per il relativista: 1) il non sapere critico socratico, 2) il coraggio di contrapporre il dubbio alle verità apodittiche, 3) la consapevolezza (buddhista ma anche qohéletica) dell'impermanenza e della vanità del tutto, 4) l'impegno ad instaurare un rapporto intersoggettivo e cognitivo basato sull'ascolto, sul dialogo, in altri termini sul prendersi cura dell'altro.

Senza dogmi
di Michele Martelli

23 Febbraio 2007   |   articoli   |   Tags: