RISONANZE (ovvero: chi dite che io sia?)

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"Per asserire che il cristianesimo ha comunicato all'uomo verità morali
precedentemente ignote, bisogna essere terribilmente ignoranti, oppure
ostinati ingannatori. Il sistema morale espresso nel Nuovo Testamento
non contiene nessuna massima che non fosse già stata precedentemente
enunciata" (Henry Thomas Buckle).

H.T. Buckle, storico inglese del XIX secolo, autore fra l'altro di "Storia della civiltà in Inghilterra" e tanto basta.
Se cito questa sua frase non è solo per rimarcare, come diceva ad es.
Nietzsche, che il cristianesimo non ha mai creato niente per tutto il
tempo, ma anche perché oggi a mio parere riacquista attualità la
domanda che Gesù stesso poneva: "chi dite che io sia?".  E vi spiego
anche perché!   Da quando Papa  Giovanni Paolo II definì gli ebrei
"fratelli maggiori" (non indaghiamo sui motivi occulti di ciò) s'è
scatenata la corsa a rimarcare l'ebraicità di Gesù. Nel senso che
tutti, Chiesa compresa, è ovvio, sembrano oggi d'accordo sul fatto che
egli fu un ebreo devoto, innamorato della legge di Mosè. Concetto sul
quale convergono anche pur valenti intellettuali, ebrei (es. Riccardo
Calimani) e non (es. Corrado Augias) con vivo compiacimento dei primi
(si capisce) e anche degli altri (si capisce un po' meno).


Un ben curioso modo, quello di Gesù, di dimostrare la sua devozione! Il senso della sua missione appare in realtà, anche ad un'analisi non approfondita, ed ad onta delle falsificazioni, come una demolizione sistematica della legge mosaica. Nel solo Vangelo di Matteo ho contato (per ora) otto violazioni gravi della legge da lui perpetrate, con relative esortazioni ad imitarlo. In realtà, lo stesso personaggio Gesù era, per gli ebrei dell'epoca, qualcosa di assolutamente incomprensibile, e lui stesso più volte se ne lamenta. Tanto è vero che che andò a finire come sappiamo. .. O crediamo di sapere.     Contemporaneamente a questo, sembra letteralmente spegnersi da sola la tesi che pretendeva di individuare Gesù nel "Maestro di Giustizia" di cui parlano i "rotoli del Mar Morto" o ".. di Qumran": la più grande scoperta archeologica del II millennio!   Del resto fin dall'inizio troppe e troppo marcate apparivano le differenze tra i due. Il M.di G. si definiva ‘peccatore', Gesù no;  il primo conduceva vita rigorosamente ascetica, l'altro amava mescolarsi con la folla. Poi come detto c'è la legge, di cui il M.di G. era un vero zelante. E così via.
In aggiunta a questo vorrei far osservare come ad es. Michael Baigent e Richard Leigh(*), fieri partigiani della tesi "qumranica" su Gesù, nel loro "Il mistero del Mar Morto" ad un certo punto, forse senza neanche rendersene conto, si danno da soli un bel colpo di zappa sui piedi. "Fra gli studiosi contemporanei ha molto credito una teoria secondo la quale il termine «esseno» deriva dall'aramaico hasayya che significa «guaritore». .. Questa ipotesi ha fatto nascere l'idea che gli esseni (così sono comunemente chiamati, forse erroneamente, i membri della comunità che abitava il sito di Qumran ed autori dei rotoli. ndr.)  praticassero la medicina e fossero l'equivalente ebraico degli asceti alessandrini, conosciuti come «terapeuti». Ma la parola hasayya non compare mai nel corpus della letteratura qumranica, né vi si trova alcun riferimento a guarigioni, attività mediche o terapeutiche". Gesù non fu quindi nemmeno "addottorato" dagli uomini di Qumran, a meno di affermare che le "miracolose" guarigioni da lui eseguite siano state tutte delle fantasie posteriori. Posizione questa a mio parere difficilmente sostenibile.  Mi permetto di escludere l'ipotesi soprannaturalistica a rishio di dovermene pentire. Hai visto mai!

Presento a questo punto un florilegio di "risonanze" intercorrenti tra il testo evangelico e scritti precedenti, accumulate nel corso di ormai qualche annetto di ricerche. Giudicate voi ‘chi era'.   

Blocco I:  "Non vogliate dunque mettervi in pena per il domani, poiché il domani avrà cura di sé stesso: a ciascun giorno basta il suo affanno" (Matteo 6, 34) "Non t'importi sapere cosa porterà il domani, accetta contento la giornata odierna che ti è concessa dalla sorte e non trascurare, amico mio, né la danza, né la carezza dell'amata" (Orazio).

Blocco II:  "Le volpi hanno delle tane e gli uccelli dell'aria dei nidi; ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo" (Matteo 8, 20) "Le bestie selvagge hanno la loro tana, ma coloro che arrischiano la vita per la salvezza della patria non hanno altro che l'aria che respirano: senza un tetto sotto cui ripararsi, vagano con la moglie e i figli" (Orazione di Tiberio Gracco-riportata da Plutarco).

Blocco III:  "..vendi quanto possiedi e dallo ai poveri, così tu avrai un tesoro in cielo. .. Quanto sarà difficile per quelli che hanno ricchezze entrare nel regno di Dio! .. Figlioli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio per coloro che confidano nelle ricchezze! È più facile a un cammello passare per la cruna di un ago che a un ricco entrare nel regno di Dio" (Marco 10, 21-23-24-25) "L'ingiusta passione per la ricchezza è empia; con giustizia è brutta; l'eccessiva avarizia , quando anche non sia contraria alla giustizia , è comunque sordida. .. Chi vuole vivere libero non può acquistare ricchezze , perché ciò non è facile senza diventare schiavi delle folle e dei potenti, mentre egli possiede già tutto con costante abbondanza; e anche se, per sorte, si trovasse in possesso di grandi ricchezze, potrebbe facilmente distribuirle in modo da acquistarsi la benevolenza degli altri" (Epicuro).

Blocco IV:  "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel ch'è di Dio" (Marco 12, 17. Principio di separazione tra le sfere politica e religiosa) "Deorum offensa, diis curae" ("Si preoccupino gli dei, per le offese fatte agli dei"). Principio informativo del Senato di Roma. Riportato da Voltaire sul "Trattato sulla tolleranza".

Carino vero?  Devo però precisare che le mie-inoltre: sporadiche-ricerche, sono state e sono purtroppo pesantemente condizionate dalla mia scarsissima conoscenza delle lettere antiche. Lancio perciò un invito: chiunque venisse a contatto con questo articolo, sulla presente Rivista o in web, preparato in materia, e volesse prendersi la briga di approfondire l'argomento, può contattare la ns. Associazione. Come stimolo vi lascio soltanto un nome, sul quale ora non posso dilungarmi: Sepporis. Buon lavoro!

(*) Per la cronaca: R. Leigh è quello che intentò causa per plagio, persa, contro Dan Brown in relazione al celebre ‘Il Codice da Vinci'.
Nota: per quanto riguarda la "consistenza" dell'Antico Testamento, v. articolo "Bereshit.  Bere … che?!" in questo sito.

14 Gennaio 2010   |   articoli   |   Tags: