Referendum, internet e cultura

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Al di là del risultato del referendum,
una delle conclusioni che è possibile trarre dall'aver assistito
ai dibattiti, interventi e prese di posizione varie sull'argomento
in TV, radio, giornali, riviste,ecc.
riguarda lo sconcertante stato di ignoranza, non solo scientifica,
e la diffusa presunzione di tanta gente che ha perso l'occasione
per mantenere un decoroso silenzio
(…di un bel tacer non fu mai detto…).

Comici, attori, pseudointellettuali, giornalisti, politici.. nessuna categoria è stata risparmiata in questo putiferio di opinioni inconsistenti( i Grillo, i Vespa), di interventi sgangheratamente affastellati ( i Ferrara, i Buttiglione), di euristiche pregiudiziali ( i deliri della O. Fallaci, le menzogne dei Casini ), di idiozie speculative( M. Pera in testa),…di stronzate colossali. Grazie alle segnalazioni della sempre efficiente Nicoletta, che naviga in internet come una esperta nocchiera, sono venuto a contatto con le esternazioni di variegati personaggi, molti dei quali (per fortuna non tutti) hanno voluto fare sfoggio di una conoscenza che non le è propria, essendosi improvvisati biologi, medici, epistemologi, eticisti senza aver mai riflettuto più di un ora sull'argomento, con poche e confuse letture di riferimento. A tal proposito, internet sta rivelando la sua pericolosità per i non addetti a specifiche questioni, perchè non consente di distinguere ai profani la buona dalla cattiva bibliografia, gli autori e gli studi seri da quelli privi di metodo e di verifica; accade così, in questa Italia priva di preparazione scientifica e umanistica e incapace di discernimento, che venga attribuita pari attendibilità ad un astronomo e ad un astrologo, a un matematico e a una cartomante, a un medico e a un guaritore ciarlatano. Non so quanti abbiano ancora dubbi di natura scientifica ed etica, io non ne sono privo ma mi permetto di presentare alcuni dati e considerazioni condivise internazionalmente di cui posso fornire bibliografia attendibile e qualificata, come può testimoniare chi ha letto qualche mio lavoro. Ciò non significa che non sarò pronto a ricredermi qualora mi venissero presentati nuovi dati verificati.
 
VITA.  Non sappiamo quando ha inizio una vita individuale, ontologica, per il semplice motivo che non sappiamo ancora che cos'è esattamente la vita. Qualsiasi testo di biologia fornisce definizioni estensive di vita (esempi di vita) e descrizioni ostensive ( la vita è autonomia metabolica + autonomia riproduttiva + …) ma non intensive. Chi parla di concezione ( ma nessun teologo sa dire che cos'è e molti la usano a sproposito, come nel caso di Maria dove  Divina Concezione significa nata senza Peccato e non che ha concepito senza fecondazione sessuale) o di inizio della vita al concepimento dovrebbe pensare alla clonazione, in cui si può avviare una vita da una cellula somatica ( es. del midollo osseo) senza fecondazione, oppure dalla manipolazione di un Dna come fanno i virus, che di per sè non sono vite individuali in senso stretto (possono inserirsi per anni in un Dna ospite senza dare segni di sè e poi riprodursi esplosivamente di colpo) ma sono vita.
 
EMBRIONE. Non è corretto usare a vanvera i termini scientifici. Il "The American illustrated medical dictionary", conosciuto nel mondo come il Dorland, tradotto in oltre 30 lingue, definisce embrione  umano "il prodotto di segmentazione dell'uovo fecondato successivo alla prima settimana", definizione confermata anche dal "Merck manual of medicine" che riporta " il prodotto del concepimento è riconoscibile come embrione 10 giorni dopo la fecondazione". Nelle fasi iniziali bisogna poi distinguere tra morula, blastula, gastrula, ecc. perchè le diverse cellule (2,4,8,16..) hanno proprietà diverse. Ad esempio, se si agisce con proteine specifiche nelle prime fasi, di morula, si possono ottenere 2, 3,4 gemelli identici (monocoriali), mentre non si può più fare questa operazione successivamente;  parlare poi di "identità" o addirittura di "individualità" è solo un esercizio filosofico, dato che due gemelli monocoriali possono diventare uno un santo e uno un criminale, secondo le influenze ormonali, alimentari, ambientali (es. radiazioni o sostanze chimiche), educative, ecc. Ancora una volta, ricordiamoci che si può ottenere un embrione per clonazione, ovvero, da una nostra cellula, es. del midollo, si può ottenere un feto; in tal caso dove inizia la identità, la individualità? ( non è detto che un nostro clone diventi identico a noi: basta ad esempio che diverse parti del suo Dna vengano espresse diversamente da come si sono espresse in noi). Dunque i problemi restano ancora aperti dal punto di vista scientifico ed è assurdo legiferare come se essi fossero già acquisizione certa, tanto più assurdo se si legifera imponendo e sanzionando.
 
PROGETTO, POTENZA.  I termini come "progetto " di uomo  nell'embrione, usati dai fautori del No o dell'astensione al voto, sono per lo più di tipo filosofico, come anche è il caso di Potenza  che rimanda ad Aristotele. Non sono termini scientifici ma nemmeno termini filosofici dotati di valenza logica intensiva, come da molto tempo insistono i filosofi "Analitici" che rimproverano ai "Continentali" (come gli idealisti italiani, tedeschi, ecc.) di usare le parole e i concetti in maniera approssimativa e arcaica. Nel caso del DNA e del progetto biologico che vi è iscritto, si deve contestare la "sacralità" del progetto stesso, dunque la sua "inviolabilità" perchè in natura, almeno il 70% di tale progetto non viene realizzato ( aborti, mancato impianto dell'ovulo, zigoti con anomalie genetiche, ecc.). La potenzialità di cui si parla non si "attualizza" nella grandissima parte dei casi, proprio per la imperfezione del progetto (altro che.. fatti ad immagine di dio). Ad ogni modo, prima della realizzazione del progetto potenziale, occorre che vadano bene molti eventi, in primo luogo la salute della madre, l'igiene dell'ambiente, la sintesi di innumerevoli proteine di sviluppo, ecc. Ricordiamo che oltre al 70-80% di zigoti che non arrivano ad essere un neonato vivo, esistono molte malattie neonatali, numerosissimi difetti congeniti e tanta predisposizione genetica allo sviluppo di malattie da adulto (dal diabete al cancro). Tutto questo può giustificare l'intervento scientifico su poche cellule embrionali per fini medici, perchè non siamo di fronte ad una manipolazione (dispregiativo) della natura ma ad una sua correzione: chi avanza qui obiezioni di eugenetica alla Hitler non sa di cosa sta parlando. Lo sanno invece i genitori e i coniugi di paraplegici, cerebrolesi, handicappati gravi, dementi e molti esseri umani gravemente sofferenti.
 
RICERCA.  Ho sentito sostenere (come dal tronfio di grassa ignoranza G. Ferrara e dal comico B.Grillo che riportavano opinioni di genetisti di parte come il prof. Vescovi) che la ricerca sulle staminali embrionali non ha dato ancora risultati importanti. Menzogna, per ignoranza o per malafede. Il 12 febbraio 2004 la prestigiosa Science pubblicava i dati ottenuti dalla equipe di Woo Suk Hwang di Seul e di J. Cibeli del Michigan che avevano ottenuto cellule staminali embrionali partendo da cellule dei pazienti stessi (hanno fatto un clone umano, un embrione dalle cellule del midollo di adulto): nel febbraio 2005 la stessa equipe coreana ha comunicato di aver fatto alzare dalla carrozzella un paralizzato al quale erano state clonate in embrione le proprie cellule e la Corea ha celebrato l'evento con la emissione di un francobollo. Di recente, l'università di Newcastle ha ricevuto l'OK del governo Britannico e cospicui finanziamenti per studiare le staminali embrionali specificatamente nel diabete, patologia che interessa 200 milioni di persone nel mondo (vi lascio le considerazioni economiche) mentre Ian Wilmut, il "papà" della pecora Dolly ha ricevuto dalla HFEA (l'autorità governativa sull'embriologia) l'autorizzazione a studiare le staminali sulle malattie neurodegenerative (100.000 persone interessate in europa e Usa). Nel 2003 T. Blair aveva espresso il progetto di far diventare il Regno Unito la capitale della scienza del futuro ma oggi, Cina, Corea, Germania e Giappone, oltre agli Usa, stanno competendo in maniera aggressiva in questo settore. E l'Italia? Il nobel R. Dulbecco aveva guidato nel 2000 una commissione di scienziati che avvertiva del pericolo che il nostro paese perdesse anche questa ennesima opportunità, ancora un'altra. 
 
In definitiva, mentre da noi comici, attori, vescovi, giornalisti, intellettuali di varia specie dibattono accanitamente come ostacolare il progresso della scienza e della medicina (che tuttavia loro stessi e i loro cari sfrutteranno in futuro, magari importando le tecnologie tra 10 anni), negli altri paesi si va avanti, senza dubbi, senza porsi inutili questioni filosofiche o, meglio, essendosele poste in maniera corretta. Ma si sa, quelli sono i paesi del pragmatismo, i paesi che nel secolo scorso sviluppavano la fisica e la chimica mentre da noi i Croce, i Gentile, i Del Noce e i filosofi e teologi della conservazione facevano di tutto per far odiare la scienza agli italiani. E adesso paghiamo e pagheremo caro, tutto.
Permettetemi di concludere con una esortazione. Non assistiamo passivi al disfacimento culturale, scientifico, economico dell'Italia. Cominciamo subito con 4 SI per abbattere l'arroganza dell'ignoranza e l'ottusità delle forze della conservazione, che pur di vincere non disdegnano di ricorrere alla menzogna e ai trucchi più squallidi come l'astensione.

7 Giugno 2005   |   articoli   |   Tags: