Punire chi nega la Shoah? (risposta)

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La posizione di Massimo Fini merita grande attenzione.
Per di più, sulla formulazione della proposta Mastella
occorre la massima diffidenza. Tuttavia, per una presa di posizione
concreta, vorrei mettere sul conto una considerazione pragmatica.
Le leggi fatte dalla democrazia, a differenza di quelle fatte  dai sistemi
autoritari – come sono quelle della chiesa cattolica  e di tutti i
totalitarismi – sono leggi  rivedibili. Ora, tenuto conto che – specie in
Italia – il tono di scherno e di irrisione di qualsiasi valore laico e
memoria laica è diventato aria che si respira, può essere utile fissare per
legge  limiti ragionevoli alla degradazione.
Magari si potrebbe ricorrere ad una formulazione che non si riferisca solo
all'Olocausto, ma che coinvolga tutte le forme accertate di genocidio.
Del resto nella nostra Costituzione c'è un articolo che vieta l'apologia del fascismo. Insomma, non possiamo fare della libertà di opinione un idolo metafisico della democrazia. Come scriveva Rousseau: se gli uomini fossero Dei
non avrebbero bisogno di leggi.
Nel caso in discussione direi: se la democrazia per difendere il culto della
sua purezza rinuncia a porre limiti all'intolleranza, allora  pratica una
visione idillica dei propri poteri. Del resto, se il rispetto delle tragedie
storiche culminate in genicidi fosse un costume acquisito della popolazione,
non ci sarebbe il problema di porre limiti alla tracotanza dei negazionisti.
E come ultima considerazione, non dimentichiamo che in democrazia certe
leggi diventate osolete si possono sempre annullare. Il giorno in cui i
negazionisti cesseranno di far presa sull'opinione pubblica delle nuove
generazioni si potrebbe sempre annullare la legge che li riguarda.

31 Gennaio 2007   |   articoli   |   Tags: