No alle linee guida della legge 40 [La Stampa]

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* da La Stampa del 23/1/2008

Blog della giornalista Flavia Amabile

Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di alcune associazioni giudicando illegittime le linee guida della legge 40, in particolare l'obbligo a trasferire tutti gli embrioni prodotti e il divieto alla diagnosi genetica preimpianto, rimandando alla Consulta il giudizio sulla costituzionalità della stessa legge 40.


Ne dà notizia Monica Soldano, presidente di una delle associazioni promotrici del ricorso, Madre Provetta. «Ritenevamo, – spiega Soldano – e il Tar ci dà ragione, che le linee guida varate dal precedente governo contenessero un eccesso di potere: non possono essere più restrittive della legge stessa, devono solo chiarirne gli aspetti ai medici».

Rientrano in questo "eccesso di potere" l'obbligo di trasferire gli embrioni prodotti senza lasciare autonomia decisionale a medico e paziente, e soprattutto «l'aver cancellato la diagnosi genetica preimpianto, introducendo la diagnosi osservazionale che è una cosa completamente diversa», e questo malgrado, fa notare Soldano, «la legge 40 non vieti esplicitamente la diagnosi genetica».

Una decisione, quella del Tar, che di fatto rende traballante l'intera legge 40, proprio mentre il ministro della Salute Livia Turco ha già sul suo tavolo pronte le nuove, annunciate linee guida, che avrebbe entro pochi giorni presentato al premier Prodi se la crisi politica non avesse congelato ogni decisione. «A questo punto – spiega Soldano – la Turco dovrà rivedere le linee guida già pronte anche tenendo conto della sentenza del Tar. Sentenza di cui noi siamo molto soddisfatti, ma che dimostra ancora una volta la sconfitta della politica, che anche su questo tema ha rinunciato a decidere lasciando sole le associazioni ad assolvere a un ruolo fondamentale».

Il legale della Warm: «Ministero prenda atto della sentenza»
«Ora il ministero della Salute prenda atto al più presto della sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato le linee guida della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita e rinviato la norma alla Corte Costituzionale». Questo il commento dell'avvocato Erminio Striani, che ha condotto la battaglia legale per conto della Warm, la World Association for Reproductive Medicine.
«Una bella soddisfazione per il riconoscimento dei nostri sforzi nell'interesse della collettività. Il Tar del Lazio – spiega Striani all'ADNKRONOS SALUTE – oggi ha dato una nuova visione della legge 40 più conforme alle esigenze della società».
Ora si apre un periodo di incertezza normativa. «La legge 40 continua a essere in vigore in attesa del pronunciamento della Consulta. Nel frattempo – aggiunge Striani – la sentenza del Tar fornisce un indirizzo a cui dovrebbe uniformarsi il ministero della Salute nell'emanazione delle nuove linee guida. A meno che – prosegue – non intenda impugnare la sentenza al Consiglio di Stato. Ma – rileva – nel frattempo le decisioni dei magistrati amministrativi non sono immediatamente esigibili dai cittadini».
In pratica, conclude Striani «non è che domani si possa andare in un centro di procreazione medicalmente assistita e, con la sentenza in mano, si possa esigere dal medico la diagnosi preimpianto o la crioconservazione. Non è una sorta di cambiale con cui presentarsi alla banca».

Bertolini (Forza Italia): «Le leggi vanno cambiate in parlamento»
«Le leggi si cambiano in parlamento e non nelle aule giudiziarie. Basta con le sentenze politiche che tentano di demolire in tutti i modi la legge 40. Dopo quelle di Cagliari e Firenze, la decisione del Tar del Lazio è l'ennesimo pronunciamento di un tribunale italiano in contrasto con una legge approvata dai rappresentanti del popolo e dal popolo ratificata con un referendum, peraltro con una maggioranza schiacciante». Lo afferma Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia.
«La magistratura invece di limitarsi ad applicare le leggi, non perde occasione per opporsi e sovrapporsi alle decisioni dei rappresentanti del popolo – aggiunge -. Noi siamo e continuiamo ad essere contrari ad un'indesiderata deriva eugenetica che permetta e consideri lecita un' aberrante selezione artificiale di embrioni. Eventuali modifiche della normativa non potranno non tenere conto di questo principio fondamentale».

Le senatrici Baio e Binetti (Pd): «Appoggiamo la legge 40»
«Confermiamo il nostro sì alla legge 40 che tutela l'embrione e riteniamo che prima di intervenire sulle linee guida serva attendere la sentenza della Corte Costituzionale, richiesta dallo stesso Tribumale Amministrativo». Lo afferma le senatrici del Pd Emanuela Baio e Paola Binetti, che aggiungono: «La legge è rivolta alle coppie sterili e intende affrontare i problemi di procreazione di chi vive la difficoltà o l'impossibilita di avere un figlio. Non si rivolge alle coppie portatrici di patologie particolari».
«Per queste coppie -sostengono le parlamentari- è importante accogliere il loro desiderio di avere un figlio. Oggi, fortunatamente, la scienza ci offre dei risultati positivi. Siamo, per esempio, in grado di diagnosticare e curare a livello fetale patologie fino a poco tempo fa curabili solo dopo la nascita. Non è con l'analisi pre-impianto dell'embrione che si può immaginare di affrontare e cercare di dare risposta a un problema così complesso, dal punto di vista sia scientifico che etico.
Dichiariamo tutta la nostra volontà e disponibilità -concludono Baio e Binetti- ad affrontare in modo completo, a livello parlamentare, i drammi e i problemi delle coppie con patologie di tipo genetico.»

De Pretis (Verdi): «La decisione del Tar tutela la salute della donna»
«Bene la decisione del Tar del lazio che ha bocciato le linee guida della legge 40. In particolare il Tar ha sollevato la questione di legittimità costituzionale articolo 14 della legge 40, ritenendolo in contrasto con l'articolo 332 della Costituzione. Sono in particolare le questioni che noi avevamo ampliamente sollevato in nome dell'interesse della tutela della salute della donna, sia durante l'iter di approvazione della legge che durante la battaglia referendaria». Lo afferma la senatrice Loredana De Petris dei Verdi a proposito della decisione del Tar del Lazio.
«Ora finalmente -conclude la senatrice- si riapre la questione della modifica della legge visto che comunque la Consulta si dovrà pronunciare sulla costituzionalità di alcuni passi del testo. Finalmente si ripare una speranza per tante coppie».

Mantovano (An): «Schizofrenia sul tema della vita»
«Sul tema della vita, della sua origine e della tutela dei diritti di tutti i soggetti coinvolti, incluso il concepito, si assiste a una schizofrenia. Ci sono personaggi politici che da un lato sostengono che la 194 è intoccabile e indiscutibile: sì che chiedere, a trent'anni di distanza dal varo di quella legge e con i progressi scientifici realizzati nei 3 decenni, che si verifichi la sua corretta applicazione sarebbe una provocazione». Lo afferma il senatore di An Alfredo Mantovano.
«Dall'altro gli stessi personaggi non si rassegnano alle regole fissate da una legge, la 40, approvata appena 4 anni fa e confermata dal referendum del 2005 – aggiunge -. In particolare, non si rassegnano che la diagnosi pre-impianto è esclusa dalla legge 40, in nome di un principio di civiltà: un essere umano, sia pure alla stadio iniziale della esistenza, non può essere eliminato solo perchè non risponde all'optimum desiderato. In mancanza di altro, tentano di attaccarsi al Tar. La chiara lettera della legge fa naufragare questo tentativo».

24 Gennaio 2008   |   articoli   |   Tags: