L’ora di religione, e la libertà di non “avvalersene”

Pubblicato da

Nel periodo in cui viviamo, nella nostra civiltà occidentale, è inutile
negare che le contraddizioni fanno parte della nostra vita così come
l'aria che respiriamo.
Una delle mie contraddizioni preferite si chiama U2. Esatto…proprio
il famosissimo gruppo rock che da più di un quarto di secolo imperversa
nella scena musicale mondiale.
Per un ateo come me è difficile spiegare la mia passione per la band
irlandese che è senz'altro una delle più cattoliche in circolazione; ma
del resto razionalizzare le passioni è sciocco, quindi non vi tedierò
spiegandovi come la scoperta di "The Joshua Tree" cambiò radicalmente
la musica da me ascoltata fino a quel momento.
 


Basta dire che fino poco tempo fa  potevo competere senza timore in ogni "gara" tra fan accaniti in termini di concerti visti, dischi posseduti, follie fatte per seguire la band, giochi di memoria sui testi dei pezzi più sconosciuti di qualunque loro album.
Quello di cui invece voglio parlare è di come e perché, ora, non riesco più a considerarmi un fan degli U2.
Sono cresciuto ascoltando migliaia di volte canzoni che avevano al loro interno strofe come:  "dobbiamo reclamare la battaglia che Gesù vinse in una sanguinosa domenica" … come ho fatto a rimanere ateo c'è da chiedersi. Ma a parte gli scherzi, ho sempre considerato questo fatto come la dimostrazione che non c'erano pregiudizi da parte mia a dialogare con i cattolici quando il fine era superiore; nel caso precedente ad esempio la canzone "Sunday bloody Sunday" voleva sottolineare l'assurdità delle guerre, quella dell'IRA in particolare.
In generale posso dire che apprezzavo il messaggio di pace, di fratellanza, e soprattutto l'impegno sociale (Greenpeace e Amnesty International); ma ovviamente anche i testi, la poetica, la musica e non mi curavo del fatto che loro, o per meglio dire il loro indiscusso leader Bono Vox, credesse ciecamente in un dio che non era il mio.
Poi qualcosa è cambiato.
Non è facile descrivere con precisione questo cambiamento, in primo luogo perché sono opinioni personali (quindi insindacabili) in secondo luogo perché il cambiamento è molto anomalo.
Sono cambiati sia i testi delle loro canzoni, sia i loro comportamenti pubblici. Ma i cambiamenti sono avvenuti in direzioni opposte gli uni rispetto agli altri.
Cerco di spiegarmi, anche se è difficile.
Ho già fatto un esempio di testi "religiosi" dei quattro irlandesi, ma ce ne sono molti altri; da "Gloria" che è nei fatti una preghiera con tanto di parole latine nel testo, fino ad arrivare al pezzo che ha chiuso per decenni i loro concerti, ovvero "40", che altro non è che l'omonimo salmo della bibbia. Ma, ripeto, questo non rappresentava un ostacolo alla mia passione per loro.
Anche perché questa fede in dio che pure trasuda nei loro testi non era in alcun modo ostentata nei loro concerti e nelle loro apparizioni pubbliche.
Poi i testi degli U2 sono diventati molto più criptici in fatto di religione, molto più interrogativi e completamente privi di qualunque certezza dogmatica. Incredibile pensare che un fervente cattolico come Bono abbia potuto scrivere strofe come: "dio ha staccato il telefono, se potesse riataccarlo lo farebbe?…. Gesù non mi ha mai lasciato ma ora hanno messo Gesù nello show business ed è difficile ritrovare la porta…. se dio mandasse i suoi angeli tutto andrebbe a posto?" ( Da: "If God will send his angels"). O ancora: "riusciremo mai a vivere in pace? Quelli che non ci riescono in genere si mettono a predicare" (Da: "Staring at the sun").
Un cambiamento radicale… ma la cosa incredibile sono stati i comportamenti pubblici di Bono che sono cambiati si, ma in maniera diametralmente opposta… è in pratica diventato un predicatore che non ha niente da invidiare a quelli delle tv americane che esclamano "ho visto la luce" e poi ti chiedono soldi per la loro chiesa.
Assolutamente insopportabile, ma NON per il suo impegno sociale, bensì per la sua pretesa di infilare dio in tutti le sue pubbliche arringhe. Con cadenza regolare ci informa che dobbiamo annullare il debito perché lo vuole dio, dobbiamo impedire la caccia alle foche perché lo vuole dio, dobbiamo impedire il commercio di armi leggere perché lo vuole dio.
Un predicatore integralista della peggior specie insomma. Non che non siano battaglie giuste, ci mancherebbe, ma penso che per convincere (o comunque tentare di farlo) la gente servono motivazioni leggermente migliori del "dio lo vuole" di crociata memoria.
Insomma ho avuto l'impressione che il suo atteggiamento volto a glorificare in pubblico il signore molto più di quanto faceva in passato, corrisponda in realtà una sua crisi di fede testimoniata dai testi delle sue canzoni che, per un cantante, sono l'indicatore più fedele della sua condizione interiore.
Inutile dire che questo contrastante doppio cambiamento ha raffreddato molti dei miei entusiasmi, ma ad ogni modo i quattro di Dublino hanno continuato a fare la parte del leone nei miei gusti musicali ancora per qualche anno.
Un secondo duro colpo alla mia passione è arrivato dal concerto di Torino il 21 Luglio 2001, un concerto assolutamente memorabile dal punto di vista artistico ma deplorevole per i messaggi lanciati.
A Genova, il giorno prima del concerto, c'erano stati i disordini delle manifestazioni anti-G8 che tutti conosciamo e durante il concerto Bono liquidò il fatto con la frase "nelle strade di Genova, la violenza non è mai giusta".
Poco. Troppo poco per chi diceva di perseguire ideali come la cancellazione del debito o contrastare la politica delle multinazionali, ovvero quegli stessi ideali che animavano il movimento che lottava in piazza. "Bisogna battere i pugni sul tavolo, non tirare pugni in faccia" dichiarò in un intervista il giorno dopo… certo, con le parole è sempre stato forte Mr. Bono… ma allora perché a suo tempo non condannò il movimento di protesta di Solidarnosc in Polonia e anzi gli dedicò "New Year's day"? Forse dato che quello era un movimento cattolico ciò che faceva era giusto per diritto divino ed in tal caso anche gli scontri in piazza erano giustificati? Chissà… Bono Vox non spiega, sentenzia. Quel movimento era giusto, questo no. Le motivazioni sono un optional che è meglio evitare.
Negli ultimi anni il raffreddamento della mia passione è arrivato a livelli antartici; calo di temperature aiutato senz'altro anche dalla scarsa qualità degli ultimi due album (completamente privi della caratteristica vena innovativa che aveva sempre distinto gli U2), nonché dalle squallide operazioni commerciali ad esse correlate degne della peggior boy band del mondo; ma il colpo finale è arrivato dal concerto di Roma nel Luglio 2005.
A parte tutto ciò che di opinabile si può dire sul concerto, un episodio sopra ogni altro mi ha "aperto gli occhi" come si suol dire. Più o meno alla metà del concerto Bono ha intonato "Sunday bloody Sunday" (da me già citata), storico ed indimenticabile pezzo della band, e immediatamente sono apparse sugli spalti bandiere con svastiche e croci celtiche.
Per chi ha avuto la fortuna di non vivere la propria adolescenza negli anni '80 occorre spiegare che "Sunday" era a quei tempi (e per qualcuno ancora oggi, evidentemente) considerato da molti un pezzo "fascista".
Perché? Non lo so, credo che la spiegazione sia da ricercare nella scarsa conoscenza delle lingue del giovane popolo italico, fatto sta che in quegli anni era impossibile ascoltare in discoteca il pezzo in questione senza vedere ragazzi che facevano il saluto romano e le conseguenti risse che ne scaturivano.
Ovviamente "Sunday bloody Sunday"  NON È in alcun modo riconducibile al fascismo, cosi come non è possibile accusare di fascismo o nazismo chi si è sempre schierato al fianco di Nelson Mandela e di Amnesty International.  
Però è altrettanto ovvia una domanda. Com'è possibile l'esistenza di un fraintendimento cosi diffuso che dopo ventitre anni porta ancora qualche nostalgico a sventolare bandiere naziste, per di più in pubblico, quando sente "Sunday bloody Sunday"?
Gli U2 non c'entrano niente… forse… ma com'è che nessuno si sognerebbe mai di considerare fascista un pezzo dei Simple Minds, dei REM o dei Pearl Jam?
L'unica risposta che posso dare è che questo fraintendimento che dura da più di vent'anni può perseverare nella sua esistenza solo se ci sono ambiguità o nei testi delle canzoni o nel comportamento degli autori di questi.
Il comportamento di Bono, The Edge, Larry o Adam è stato ambiguo? Come ho già detto, no. Anche se c'è chi porta come prova delle convinzioni fasciste degli U2 la nota venerazione di Bono per Ian Curtis ed i Joy Division… ma fare certe insinuazioni sulla base di simpatie e gusti musicali è veramente un idiozia.
Qualcun'altro dice che lo stesso nome U2 sia un "omaggio" agli aerei spia dei nazisti nella seconda guerra mondiale…. ma anche questa è una scempiaggine visto che è ben nota la storia del nome. U2 in inglese è una modo abbreviato di scrivere "you too" (anche tu) e in questa forma era scritto nel volantino che Larry Mullen Jr. attaccò nella bacheca del liceo di Dublino per trovare ragazzi che avevano voglia di suonare un po' di rock'n roll, annuncio che portò alla formazione degli Hype che dopo poco diventarono U2 per alzata di mano del pubblico ad uno dei loro primi concerti .
I testi delle canzoni sono ambigui? No… Sicuramente no… cioè, assolutamente no…. forse.
No, non sono ambigui, questo lo posso dire con ragionevole tranquillità. Eppure…
Eppure rileggendole tutte, con una passione molto più fredda, posso dire che se non ambigue sono quasi tutti testi alquanto generici ed interpretabili a proprio uso e consumo.
Bellissimi ("alla fine ti presero la vita perché non riuscirono a prendere il tuo orgoglio – Pride"), poetici, ("ti ho forse chiesto troppo? Davvero tanto? Tu non mi hai dato niente e ora è tutto quello che ho – One"), impegnati ("ora hai scoperto che ciò che pensavi fosse libertà era solo avidità – Gone"); ma generici e facilmente riconducibili alle convinzioni personali di chi li ascolta.
Insomma il discorso è questo: se Eddie Vedder (leader dei Pearl Jam) quando ha saputo come venivano mal tradotte le sue canzoni in Italia ha sentito il bisogno di spiegarsi con interviste e dichiarazioni ed è arrivato ad obbligare la casa discografica a inserire, nella versione italiana dell'album "Yield," un foglio aggiuntivo con le traduzioni in italiano curate personalmente da lui; perché il sig. Bono Vox, nonostante le tante richieste non ha mai sentito il dovere di spiegarsi o di chiarire un accusa infamante come quella di fascismo per una delle sue canzoni più famose e che per di più viene dalla nazione in cui gli U2 vendono più dischi che in qualunque altra (USA esclusi)? Come mai dopo il concerto di Roma del 2005 non ha sentito il dovere di criticare chi ha esposto bandiere naziste? Come mai nelle fanzine on line autorizzate (vedi ad esempio www.zooitalia.com) chiunque ha provato a chiedere spiegazioni di questi fatti si è visto inesorabilmente cancellare i messaggi senza spiegazioni?
Forse il sig. Bono Vox di tutto questo non sa niente, le richieste di spiegazioni a lui non sono mai arrivate, forse è talmente impegnato in cose più grandi da non curarsi di queste sciocchezze.
Forse.
Personalmente dopo aver visto le squallide operazioni commerciali legate agli ultimi due album mi ritengo in diritto di pensare che in realtà non lo faccia perché i soldi non hanno colore ed è difficile decidere di rinunciare ad una parte di questi.
Sono cattivo? Si, esattamente come un fan tradito.
Luciano Ligabue fa dire al suo alter ego nel suo film "Radiofreccia" che "le tue canzoni non ti tradiscono. Gli amici ti tradiscono, i genitori ti tradiscono, anche chi ha scritto le tue canzoni ti può tradire. Ma le canzoni no, quelle restano tue".
Sono assolutamente d'accordo, del resto Ringo Starr diceva: "noi fantastici? I nostri fan erano fantastici, non ho mai capito come facessero a trovare tutti quei significati dentro alle nostre canzoni".
"TUTTO CIÒ CHE SAPETE È SBAGLIATO" ; con questa scritta a caratteri cubitali, esposta nelle centinaia di metri quadri di maxischermi, gli U2 iniziavano i concerti dello "Zooropa" tour del '93… non immaginavo si riferissero a ciò che sapevo su di loro.

24 Agosto 2006   |   articoli   |   Tags: