Looper – il viaggio nel tempo lasciatelo a chi se ne intende

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Ryan Johnson, regista con pochi titoli alle spalle, alla sua prima prova importante sbaglia in modo abbastanza clamoroso il concetto stesso di viaggio nel tempo e, sinceramente, stupisce che un film con degli errori così pacchiani e grossolani sia arrivato in sala senza che nessuno sia intervenuto per correggerli.

looper-poster-2Del resto fra i suoi protagonisti c’è anche Bruce Willis che di viaggi nel tempo fatti come si deve ne dovrebbe sapere qualcosa avendo recitato nell’indimenticabile L’esercito delle 12 scimmie.

La trama del film racconta che in un futuro abbastanza vicino (2044) si sia creata una comunità di malviventi che provvedono ad eliminare gente che gli viene mandata da un futuro più lontano (trenta anni) dove sarebbe impossibile uccidere qualcuno per motivi non ben spiegati dal film. In pratica queste persone definite loopers sanno che un determinato giorno ad una determinata ora in un determinato luogo arriverà, materializzandosi dal futuro, un individuo legato e incappucciato che dovranno uccidere all’istante e provvedere a far sparire il corpo. Con l’individuo arriverà anche la loro ricompensa sotto forma di lingotti d’argento; ricompensa che sarà molto più elevata quando elimineranno i se stessi del futuro rimandati indietro per far sparire ogni traccia e ogni testimone dell’organizzazione. Chiuderanno quindi il loop e da qui il loro nome.

I problemi (anche quelli strutturali della trama) iniziano quando qualcuno di loro non chiude il loop e lascia libero il se stesso del futuro, l’organizzazione malavitosa non può certo permetterlo quindi cerca di riacciuffare il looper del presente per aver sotto controllo anche quello del futuro. Nel primo caso di looper lasciato libero l’organizzazione cattura il looper del presente e comincia ad infierire su di lui per convincere il looper anziano a tornare alla base. All’inizio gli lanciano messaggi incidendo le lettere sull’avambraccio del looper del presente che si materializzano cicatrizzate su quello del futuro, poi gli tagliano delle dita, poi gli tagliano le gambe e il looper proveniente dal futuro si ritrova a strisciare per terra fino alla porta indicata dai messaggi precedenti che si apre, appare un tizio con la pistola che gli spara. L’inquadratura si chiude con il povero looper del presente martoriato in una sorta di camera chirurgica che lo mantiene in vita artificialmente.

Questa è ovviamente una sequenza impossibile, perché se dobbiamo stare alle “leggi” (narrative si intende) del viaggio nel tempo il looper del presente essendo stato catturato e martoriato non poteva essere tornato trent’anni dopo integro e in grado di scappare. Siamo di fronte a un paradosso temporale che è affrontato male dal regista, in realtà il looper del presenta avrebbe dovuto vivere comunque i suoi trent’anni in modo da presentarsi integro quando era stato rimandato indietro nel tempo, altrimenti la scena non può esistere.

L’errore concettuale si ripete con la storia portante del film in cui Joseph Gordon Levitt non riesce a chiudere il suo loop consentendo a se stesso anziano (Bruce Willis) di andarsene per il 2044. Bruce Willis è in cerca di un fantomatico “sciamano” che sarà causa di disastri nel futuro ed è ancora un bambino (con poteri telecinetici sorprendenti) nel 2044.

L’errore qui è doppio perché vengono mostrati ben due “ritorni” di Bruce Willis nel 2044, uno con il cappuccio e le mani legate dove viene ucciso da Gordon Levitt che intasca la sua ricompensa, vive i suoi trent’anni di libertà e poi a causa dell’uccisione della compagna da parte di coloro che erano venuti a prenderlo si libera e torna indietro in grado di scappare e andare a cercare lo sciamano.

Anche qui delle due l’una, o Bruce Willis torna indietro incappucciato e si fa uccidere o torna indietro libero e genererà una serie di eventi che porteranno Gordon Levitt a non vivere mai i suoi trent’anni di libertà.

Quando si parla di viaggi nel tempo è facile perdersi. È bene ricordare che a quanto ne sappiamo nessun ponte di Einstein-Rosen, seppur la loro esistenza sia ipotizzabile nella teoria della relatività , è stato mai scoperto finora e probabilmente mai lo sarà (lo dimostra il fatto che nessuno è tornato indietro nel tempo a dircelo) e che secondo il parere dei fisici più illustri (ad es. Stephen Hawking) debba esistere una sorta di censura cosmica che impedisce il verificarsi dei paradossi temporali.

Il viaggio nel tempo, stando a quanto ne sappiamo oggi, è possibile solo in una direzione, ovvero quella “in avanti” viaggiando a velocità prossime a quella della luce.

Tuttavia nessuno vieta di ipotizzare e realizzare storie verosimili basate sulla scoperta futura di come generare i suddetti ponti di Einstein-Rosen; oltre al già citato film di Terry Gilliam possiamo ricordare la classica trilogia di Ritorno al futuro che dovrebbe essere una sorta di “manuale delle istruzioni” per chi vuole raccontare ipotetici viaggi nel tempo. Buoni lavori sono stati fatti anche da J.J. Abrahms con il suo Star Trek del 2009, da James Cameron con i suoi Terminator.

Questo film di Rian Johnson invece non può essere certo annoverato tra le opere spaziotemporalmente riuscite e sinceramente non riusciamo proprio a capire i tanti giudizi positivi della critica apparsi alla sua uscita.

 

J. Mnemonic

3 Febbraio 2013   |   articoli, recensioni   |   Tags: , , , , ,