Lo Hobbit (trilogia)

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Per esprimere un giudizio sulla nuova trilogia fantasy sulla terra di mezzo abbiamo aspettato di vedere tutti e tre i lavori della litigiosa coppia Guillermo Del Toro – Peter Jackson. Questo per avere un’idea complessiva dell’opera e non cedere alla tentazione di bollare tutto come mera speculazione commerciale avuta quando siamo venuti a conoscenza che il piccolo libro di Tolkien sarebbe stato suddiviso in ben tre capitoli cinematografici.

hobbit5Ora, dopo la visione del capitolo conclusivo, possiamo dire che se lo avessimo fatto non avremmo poi sbagliato di tanto.

La magia de “Il signore degli anelli” non si è ripetuta, ma era anche ovvio che non lo facesse. I tre tomi principali dell’opera tolkienana sono infatti libri molto sviluppati e molto ricchi di spunti, tanto che la trilogia di Jackson non li esautora completamente e anzi è costretta a ridimensionare molti ruoli e a tagliare pesantemente il finale e diverse altre situazioni che avrebbero appesantito i film.

Lo Hobbit” è invece un libro molto più semplice da trattare ma è all’incirca la metà di ognuno dei tre tomi che costituiscono “Il signore degli anelli”, come poter anche pensare di trovare all’interno i contenuti per farne una trilogia? Infatti Del Toro – Jackson hanno dovuto aggiungere farina del loro sacco che spesso è abbastanza fuori luogo con l’atmosfera tolkieniana.

Sarebbe stato molto più sensato affrontare con due o tre film i temi contenuti nel “Silmarillion” che è una miniera infinita di spunti e concludere con un unico film de “Lo Hobbit” che unisse le saghe tolkieniane.

Questo non è stato fatto, probabilmente perché non sono molti a conoscere “Il Silmarillion” mentre sono tantissimi che conoscono “Lo Hobbit” ma il risultato è che abbiamo di fronte tre film deludenti di cui forse è possibile salvare il secondo (La desolazione di Smaug [voto 6,6/10]), dare una sufficienza stiracchiata al primo (Un viaggio inaspettato [voto 6,0/10]) ma è inevitabile rimanere delusi da questo terzo capitolo conclusivo (La Battaglia delle cinque armate [voto 5,0/10]) che sembra in tutto e per tutto uno scimmiottamento delle battaglie epiche della prima trilogia di Jackson. Forse le figure più interessanti sono quelle degli orchi Azog e Bolg che sono molto più sviluppate che nel libro originale e sono decisamente ben riuscite mentre per tutto il resto, Bilbo Baggins compreso, nonostante il tirare a lungo in alcuni dialoghi non si riesce ad apprezzare il lavoro di trasposizione sullo schermo.

Un’occasione persa a nostro giudizio e un’eredità (quella della prima saga cinematografica) sciupata. Ora speriamo solo che qualcuno vorrà mettere mano al “Silmarillion” non ne tiri fuori sei (brutti) film.

J. Mnemonic

28 Dicembre 2014   |   articoli, recensioni   |