L’evoluzione umana: una storia imprevedibile

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Ecco com’è andata…

Telmo Pievani a Terni, 15.1.2010

Non è certo facile riassumere in qualche foglio di carta una conferenza cosi ampia e articolata qual è stata quella tenuta dal Prof. Telmo Pievani nell’auditorium di Palazzo Primavera a Terni.

Anche perché chi scrive non ha certo la pretesa di avere le conoscenze né tanto meno la capacità espositiva del bravissimo professore bergamasco, docente di Filosofia della Scienza all’Università Bicocca di Milano, presente nelle redazioni di tanti siti e riviste scientifiche nonché nei comitati organizzativi dei più famosi festival della scienza d’Italia.

Proverò comunque a raccontarvi le mie impressioni relative alla conferenza ma anche dell’organizzazione di questa.

Cominciamo anzi da quest’ultimo aspetto, per rispettare l’ordine cronologico dei tempi.

Innanzitutto devo dire che è difficile trovare una persona seria e precisa come il Prof. Pievani, con il quale ho avuto un cordialissimo scambio di mail fin dall’Agosto 2008 in cui, oltre ad intervistarlo per il n. 8 della nostra rivista, abbiamo trovato quasi un anno dopo l’accordo per la serata appena conclusasi.

Una volta trovata la disponibilità per una data nella nostra città è partita la macchina organizzativa di Civiltà Laica che consiste, come ormai ben noto, in “Petrucci e quei quattro scalzacani dei suoi compagni di strada” che hanno inondato con il loro attivismo la città di Terni di locandine e volantini e hanno tempestato le redazioni dei giornali e delle televisioni locali con comunicati stampa e inviti.

Di tutto questo attivismo non posso che ringraziare i suddetti, che visto l’ottimo risultato potranno vantarsene ad “imperitura memoria”.

Discorso a parte invece per i mass media locali che, eccezion fatta per TeleUmbriaViva, si sono distinti per un assoluto silenzio sulla conferenza.

Capisco il TG3 di mamma RAI, che so bene come funziona: quando un evento è a Terni o c’è di mezzo il Papa, il presidente del consiglio, o D’Alema oppure non se ne parla, mentre se l’asilo nido di Pontepattoli organizza una mostra dei disegni di bambini ha tre minuti di servizio assicurati a pranzo e a cena.

Non comprendo invece il silenzio delle redazioni ternane degli altri mass media, in particolar modo è fuori dalla mia sfera cognitiva il comportamento del Corriere dell’Umbria che il giorno della conferenza se ne esce con un articolo sulla presenza di Pievani in Umbria (segno evidente che era un evento di cui dar notizia) ma lo fa solo parlando della presenza del professore all’inaugurazione della mostra su Darwin a Città della Pieve, peraltro sbagliando clamorosamente il giorno. Se questa è la qualità dell’informazione cartacea, è ben spiegata e giustificata la perenne crisi di vendita dei quotidiani.

Detto questo, ovvero tolti i sassolini dalle scarpe, veniamo alla conferenza.

Questa è avvenuta in forma di intervista grazie alla collaborazione del dott. Maurizio Magnani, che ha svolto il ruolo di presentatore e intervistatore del Prof. Pievani. Le sue domande, molto pertinenti in materia, hanno indirizzato la discussione prima in una profonda riflessione sulla natura della scienza, ovvero sulla natura delle teorie scientifiche, poi sulla teoria dell’evoluzione biologica in particolare.

Per chi ha assistito alla conferenza, penso che non vi siano più dubbi sul perché la teoria darwiniana, o neo-darwiniana, è accettata comunemente come scienza e quella dell’intelligent design no. Non c’è nessuna censura o arroccamento difensivo dogmatico, come falsamente sostenuto da qualcuno, degli scienziati in questo atteggiamento.

Semplicemente quando “giochi” a “fare scienza” ci sono dei paletti da rispettare, se non li rispetti non puoi “giocare”.

Ad esempio si può ritenere scientifica una teoria che: è sopravvissuta a molti test critici che avrebbero potuto invalidarla, fa delle previsioni che potrebbero un giorno invalidarla se non si avverano, ed è la spiegazione migliore conosciuta, tra l’infinita varietà di spiegazioni alternative degli stessi dati.

Ovviamente si possono proporre delle teorie diverse, ma sottoponendosi agli stessi test, facendo altre previsioni e soprattutto portando un “guadagno” rispetto alla teoria sussistente.

Andando nello specifico della teoria darwiniana dell’evoluzione biologica il Prof. Pievani ha reso conto di due grossi dilemmi in ambito scientifico.

Il primo riguarda la natura del dibattito interno all’evoluzione. Questo è sempre presente, vivo ed acceso, ma si svolge in quella che, per definizione di Pievani stesso è la sfera “esterna” della teoria dell’evoluzione. Ovvero, come quasi tutte le teorie scientifiche, nella teoria darwiniana si può distinguere un nucleo interno fatto di elementi fondamentali che semmai venissero messi in discussione cadrebbe tutta la teoria, e una sfera esterna di questioni si importanti, anzi importantissime scientificamente parlando, ma la cui revisione non invalida la struttura portante della teoria stessa. Ad esempio fa parte di questa sfera esterna la discussione sul fatto che l’evoluzione sia sempre lenta e costante oppure possa procedere in alcuni casi molto più velocemente. Fatto importantissimo, ma che non inficia il nucleo della teoria.

Allora riguardo a tutto questo, gli scienziati stanno discutendo se è giusto rendere l’opinione pubblica partecipe di questi dibattiti, dato che questo fino ad ora ha dato origine all’idea che vi possano essere più teorie dell’evoluzione, mentre questa è unica.

Il fraintendimento non è di poco conto perché è uno dei cavalli di troia dell’Intelligent Design che mira ad essere accettato, come uno dei possibili evoluzionismi, quando invece di evoluzionismo ce n’è uno ed uno soltanto.

La seconda questione è quella posta da scienziati come Dawkins che hanno invitato tutti i colleghi ad astenersi dall’andare ancora a dibattiti con creazionisti e sostenitori dell’intelligent design perché si conferisce agli occhi dell’osservatore non esperto un’autorità scientifica che questi non hanno. Il prof. Pievani ha candidamente ammesso che non sa se questo è un atteggiamento conveniente o controproducente, quello che è certo è che bisogna essere consapevoli, come scienziati, che questi dibattiti si rischia spesso di “perderli” nel giudizio comune. Perché chi dice cose più semplici, anche se palesemente sbagliate, riesce a far più presa nell’opinione pubblica.

Sono poi seguite le domande dal pubblico, che si è dimostrato essere stato molto attento e competente, in particolar modo hanno fatto piacere le domande dei ragazzi del liceo scientifico Galilei, che hanno dimostrato di aver seguito attentamente la conferenza, impegnando il professore in questioni non certo banali.

In conclusione, sono particolarmente contento dell’ottima riuscita della conferenza. Noi di Civiltà Laica cerchiamo di far cultura nella nostra città in modo disinteressato e non dogmatico; a volte ci riusciamo meglio a volte peggio ma il nostro impegno, è sempre lo stesso.

E ora sotto con la Settimana del Libero Pensiero.

Alessandro Chiometti

 

Locandina incontro Pievani del 15 Gennaio 2010

7 Gennaio 2010   |   articoli, come è andata?   |   Tags: