L’eccezione italiana (e forse spagnola)

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Nota: quello che segue è il commento di WuMing4, preso dal loro blog che è diventato uno spazio unico di discussione (non scioccamente “complottista”) sui provvedimenti presi in seguito alla Covid19 in Italia, in risposta a un utente che sosteneva la tesi dell’inesistenza dell’unicità italiana rispetto ai provvedimenti presi nel resto del mondo.
L’articolo che fa discutere è questo. 

Questa invece è la “spiegazione” di qual’è, secondo i Wu Ming ei collaboratori di Giap, l’unicità italiana.

Qual è, dunque l’eccezionalità italiana (e spagnola)? È presto detto: il ribaltamento della stessa logica scientifica e la conseguente instaurazione dello stato di polizia.
Un conto è imporre – con le buone (Svezia) o con le cattive (un altro paese a caso) – il distanziamento sociale, necessario a ridurre le possibilità di contagio; un altro è blindare la gente nelle proprie abitazioni e impedirle di uscire se non per motivi comprovabili al cospetto delle autorità di polizia.
C’è una differenza abissale in termini di civiltà politica. La stessa differenza che passa tra un sistema autoritario-dittatoriale e un sistema politico che quanto meno afferma i diritti civili.
Questo salto passa per il ribaltamento logico di cui sopra, che al momento non ci risulta essere in atto in nessun altro paese, ad eccezione forse della Spagna; vale a dire l’idea che “al chiuso” si sia al sicuro dal virus, mentre “all’aperto” si sia minacciati. La virologia ci dice esattamente l’opposto, cioè che le probabilità di contrarre il virus all’aperto sono inferiori, e se si mantiene il distanziamento sociale addirittura quasi nulle, rispetto agli ambienti chiusi. In base a questa ovvietà, la stragrande maggioranza dei paesi coinvolti dalla pandemia non solo non ha ritenuto necessario impedire alle persone di uscire all’aria aperta – tutt’al più di limitare “il raggio” di questa possibilità (Francia)-, ma in certi casi lo consiglia proprio.

In Italia il suddetto raggio è, nella migliore delle ipotesi, di 200 metri dalla propria abitazione, ma ci sono Comuni e Regioni che lo hanno ridotto a zero metri. Per chi vive in città, un raggio del genere equivale facilmente a mezzo isolato di strade d’asfalto, per altro molto più affollabili di uno spazio aperto fuori città, se fosse dato raggiungerlo. Per chi vive in campagna, invece, o in aree scarsamente popolate, un raggio di 200 mt è altrettanto assurdo, dato che la probabilità di incontrare qualcuno e doverlo avvicinare è infinitamente più bassa che in un centro urbano.

Non solo: abbiamo visto che pochissimi paesi hanno introdotto l’obbligo di giustificare tramite autocertificazione, esibizione di scontrini della spesa, calcolo della distanza da casa tramite GoogleMaps, la propria presenza all’aperto. Anche questo è un passaggio importante: significa mettere la cittadinanza alla mercé delle forze dell’ordine.
Abbiamo registrato casi di persone ipertese, con tanto di prescrizione medica che raccomandava il moto quotidiano per motivi di salute, multate per €500; oppure di persone multate perché passeggiavano con la compagna incinta, alla quale il medico aveva raccomandato di camminare. L’elenco delle assurdità sarebbe lungo, qui su Giap ne abbiamo collezionate davvero tante. L’incertezza giuridica, l’arbitrio delle forze dell’ordine, la limitazione illogica di comportamenti nient’affatto pericolosi, sono tutti elementi essenziali dello stato di polizia. Dover obbedire a un ordine illogico, irrazionale, è l’esercizio d’obbedienza per antonomasia.

Perché questa illogicità? Lo abbiamo spiegato a più riprese: perché la classe politica italiana è quella che si è dimostrata meno adeguata a fronteggiare la pandemia, il paese si è mosso tardi e malamente; perché questa classe politica è la stessa (o tutt’al più l’erede di quella) che ha ridotto la sanità pubblica italiana nelle condizioni in cui versa. Vedremo quanti medici finlandesi – o svedesi, olandesi, tedeschi, ecc. – contrarranno il covid19 per assenza di protezioni adeguate. In Italia ne sono morti 61, se ho i dati aggiornati, e svariate migliaia sono positivi. La debacle sanitaria italiana non ha eguali, per ora. Tra l’altro è ormai palese che stiamo taroccando il conteggio dei morti, lo dicono i sindaci lombardi. E molti di quei morti sarebbero vivi se invece di chiudere le persone insieme negli stessi ambienti (case, case di cura, reparti ospedalieri), le si fosse separate in ambienti distinti, come hanno fatto i paesi asiatici. La negligenza, la lentezza, l’inadeguatezza, sono responsabilità gravi.

Per non assumersi questa responsabilità – che meriterebbe un “processo di Norimberga” a pandemia attenuata – la classe politica italiana, sorretta dai mass media, fin da subito ha giocato la carta della colpevolizzazione individuale, scaricando tutto sugli italiani indisciplinati, cazzoni e festaioli. Ed è tutt’ora così. Si continuano a chiudere strade, a restringere la libertà di spostamento all’aperto, a dare la caccia a chi passeggia senza motivo, a chi fa troppa poca spesa nei supermercati, ecc.

Tutto questo è un’eccezionalità italiana. Altroché. Se lo rimarrà, saranno solo cazzi nostri (e il dilemma sarà: siamo sicuri di voler crescere i nostri figli e figlie in un paese del genere?). Se altri paesi dovessero farsi prendere dalla stessa criminale guitteria governativa e dallo stesso contagio psichico, allora il problema politico e culturale sarà su una scala diversa. Per ora, fortunatamente, non sembra così.

Wu Ming 4 – da Giap

7 Aprile 2020   |   articoli, attualità   |   Tags: , , , ,