LE RADICI DEL SOLIDARISMO CATTOLICO

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1) In molte
persone, soprattutto della composita area laica, suscita degli
interrogativi il prodigarsi, in particolar modo dall'Autunno scorso, di
alcuni Vescovi e di non poche associazioni cattoliche a favore di
quegli strati sociali, che già prima erano in difficoltà
e che ora sono messi alle strette dall'infuriare di una crisi economica
paragonabile solo a quella tanto famosa quanto distruttiva del 1929[1].
Naturalmente, la ferocia di questa crisi non è meno avvertita da chi la
subisce, solo perché i cosiddetti opinion maker[2] da centomila Euri al
mese danno il meglio di se stessi per continuare a drogare la pubblica
opinione, sostenendo che la "malattia" non è così grave come sembra,
che, addirittura, la fase più acuta  è stata già superata, che
l'ottimismo è una delle medicine indispensabili e più efficaci e che si
può, anzi si deve, spendere e spandere, per dare il proprio contributo
alla completa guarigione del grande "malato": il modo di produzione
capitalistico.
È altamente probabile che questi opinion maker, il cui valore reale è
di un Euro al chilo, ricevano per questa loro ennesima marchetta un
lauto supplemento dai loro datori di lavoro: avventurieri della
finanza, banchieri sull'orlo del fallimento, imprenditori alla canna
del gas, governanti di ogni risma.

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11 Maggio 2009   |   articoli   |   Tags: