L’Avvenire non molla l’osso e rilancia la disinformazione sul biotestamento

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Una vecchia storiella (probabilmente inventata) diceva che Karl Popper a Londra leggesse soltanto la Pravda. A chi glie ne chiedeva conto rispondeva che dal suo punto di vista era molto più facile conoscere la verità sui fatti sapendo che il giornale che stava leggendo riportava soltanto notizie false o falsificate invece che leggere un qualunque giornale occidentale in cui probabilmente c’erano il 50 percento di notizie vere e il 50 percento di notizie false.

Oggi, se volete avere un’idea su come stanno le cose nel nostro paese quando si parla di Diritti Civili potete tranquillamente comprare l’Avvenire in modo da scartare a priori un certo tipo di balle e ragionamenti non sequitur rispolverati direttamente dal tanto amato (da loro) medioevo e ovviamente dall’inquisizione cattolica.

Parliamo ad esempio dell’ultimo sforzo in nome della disinformazione sul fine vita che compie il Sig. Francesco Ognibene che trova lago spazio nelle pagine di questo quotidiano.

Disinformazione è una parola grossa dite? Dipende. Cosa dire delle prime tre righe di quest’articolo? “Di una legge sul fine vita si parla da quando, nell’autunno del 2016, iniziò la discussione alla Camera del disegno di legge sulle «Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento»”. Ora non sappiamo se proprio in quell’autunno il Sig. Ognibene cadde dal suo immacolato pero coltivato all’ombra di qualche oratorio direttamente nella redazione del giornale dei Vescovi italiani, ma possiamo assicurargli, senza possibilità di smentita, che di una legge sul fine vita se ne parla almeno da trent’anni. Quindi: come dovremmo catalogare questo se non disinformazione?

Ovviamente con una premessa del genere le cose non possono che proseguire andando a rotoli. E andiamo quindi con i “nodi da sciogliere”, che in realtà sono sciolti da un bel pezzo, ed esaminiamo i salti mortali del funambolico articolista nel miserrimo tentativo di confondere le idee ai lettori.

1. La nutrizione è una terapia? Toh, chissà come mai il Sig. Ognibene dimentica di aggiungere “artificiale” al termine nutrizione. Ovviamente l’idratazione (che è cosa un po’ più complessa da far passare come bere una bottiglietta d’acqua) se l’è dimenticata. Come definire se non “terapia” pompare artificialmente soluzioni acquose di sali e peptidi in una cannula che dal naso del paziente in coma giunge allo stomaco e dopo un po’ di tempo passare alla PEG aprendo direttamente il ventre del paziente perchè le vie aeree si sono troppo infettate? Sì Sig. Ognibene, l’idratazione la nutrizione artificiali sono terapie oltre ogni ragionevole dubbio, lo dicono i medici e lo dice anche il buon senso.

2. Qualunque richiesta? Se prima abbiamo assistito a un tentativo di dimenticare parole ad hoc, ora assistiamo l’articolista nel più goffo tentativo di rilettura costituzionale della storia della Repubblica. “Il diritto di rifiutare le terapie è fuori discussione, garantito com’è dalla Costituzione (articolo 32: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge»). Ma il paziente può esigere anche prestazioni che ne anticiperebbero la morte? La legge […](quella da approvare ndr) non è affatto chiara, ma dovrebbe esserlo per prevenire applicazioni improprie e contenziosi giudiziari. Anche perché lo stesso articolo 32 della Carta prescrive che «la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».”
Se vi sentite leggermente storditi non preoccupatevi, è normale per chi non è abituato alle bassezze di questi giornali. In pratica il Sig. Ognibene è costretto a riconoscere (deo gratias) che si la costituzione garantisce il diritto in questione, però ci mette in mezzo una domanda che sposta l’attenzione del lettore. Così, mentre l’articolo della costituzione già risponde alla sua domanda, vorrebbe far passare la seconda parte dell’articolo 32 come una limitazione del diritto di autodeterminazione stesso, mentre è l’esatto opposto. Basta leggere la parte che ci interessa dell’articolo nella sua forma originale.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Quindi è la costituzione a rispondere: sì, il cittadino italiano può rifiutare ogni richiesta anche se questo comportasse la sua morte. La legge può imporre un determinato trattamento (ad esempio come nel caso dei vaccini quando l’interesse della collettività è superiore a quello dell’individuo) ma questo non può in nessun modo violare il rispetto per la sua persona. Questo significo che se io non voglio vivere grazie a un ventilatore che mi pompa ossigeno nei polmoni artificialmente nessuno può impormelo. Con buona pace di Ognibene.

3. Perché disapplicare il codice penale? Einstein era certo dell’infinità della stupidità umana, se avesse letto l’Avvenire sarebbe stato certo anche dell’infinità della sua malafede. Ad ogni modo la legge in discussione non comporta nessuna disapplicazione del CP. Semplicemente la legge dice che il medico che rispetta il biotestamento lasciato dal paziente in cui, ad esempio, questo chiede di interrompere la sua idratazione e alimentazione non può incorrere per questo (lo sottolineiamo appositamente per il sig Ognibene) in alcun procedimento civile o penale. Non c’è nessuna zona franca, e nessuna giustificazione di eventuali omissioni o atti illeciti da parte del medico, ci mancherebbe altro. Altro che nodi da sciogliere.

4. Eutanasia si o no? Il biotestamento è una cosa, l’eutanasia un’altra. Se ancora non l’ha imparato torni a scuola Sig. Ognibene.

5. Obiezione di coscienza A parte il fatto che l’O.d.C. Era una cosa seria finché non ci hanno messo mano gli antiabortisti e per questo andrebbe rivista e applicata esclusivamente nel senso per cui era originariamente prevista (ovvero il servizio militare o comunque per imposizioni dello Stato e non per professioni che so scelgono volontariamente), non si capisce cosa vorrebbe il Sig. Ognibene. Forse che ogni medico che faccia odc al biotestamento possa impedire l’effettuazione di ogni biotestamento  di cui viene a conoscenza?

6. Gli Ospedali E qui siamo al delirio mistico, l’odc non è più del singolo ma della struttura ospedaliera tutta. Tra un po’ di questo passo l’Avvenire proporrà Ospedali dove è vietato tutto quello che non è gradito al Papa. Ma vogliamo tornare un poco seri o no?

7. I Bio-registri Il delirio di Ognibene da mistico diventa cosmico. Roba da incorniciare a fuura memoria: L’articolo 6 ‘sana’ tutti i biotestamenti sinora redatti in qualunque forma e custoditi dalle più diverse realtà. (e quindi?) Una varietà di moduli – spesso scaricati dal Web, con formulari predisposti anche da associazioni pro-eutanasia (e chi se ne frega? A parte la solita associazione con l’eutanasia che fa comodo, dove vuole arrivare Ognibene?) – e una pluralità di soggetti che possono rendere impossibile ricostruire la volontà di un paziente (ma di che stiamo parlando?), ad esempio, che giunga privo di coscienza in un pronto soccorso: come possono i medici sapere se e come intervenire se non sanno chi e dove custodisce il biotestamento?” Ah ecco, qui casca l’asino! A parte il fatto che la cosa realmente difficile da capire è cosa vorreste proporre voi dell’Avvenire a questo punto che siete coscienti che non vi si fila più nessuno, visto che ormai quasi l’80 percento degli italiani è favorevole al biotestamento. E tralasciando anche il fatto che non è certo difficile reperire nel 2017 le volontà depositate di un paziente un registro pubblico (oh, possiamo avere l’app che ci informa in tempo reale su quante volte è andato al bagno papafrancesco, sarà mica un problema sapere se il il sig. Rossi ha lasciato o meno un biotestamento?), le persone come Ognibene sono convinte del fatto che se uno lascia un biotestamento deve morire seduta stante la prima volta che entra in un pronto soccorso. Ma adesso ditemi voi se possiamo ancora tollerare che quei quattro ridicoli politici (sempre i soliti noti) che saltano da un partito all’altro pur di essere rieletti e il giorno dopo l’elezione fanno gruppi a casaccio per bloccare le leggi sui diritti civili con duemila emendamenti differenti di un punto e virgola l’uno dall’altro, prendano spunto da questi maestri di pensiero.

8. E se cambio idea? Se cambiamo idea compreremo l’Avvenire cercando di non rompere le scatole a chi non la cambia. (Ognibene.. cos’è, doveva raggiungere il numero biblico e ci ha messo anche la chiacchiera da post grappino al baretto dell’oratorio?)

9. Sedazione Profonda “Cosa si intenda esattamente per «sedazione palliativa profonda continua» non è specificato. Ma si sa che la pratica può anche causare la morte.” Un grappino ci può anche stare, ora però molli la bottiglia Ognibene, lo diciamo per il suo bene. (e scusate “ma quanno ce vò ce vò” lo diceva anche De Filippo).

10. Disposizioni? “Le Dat di cui parla la legge sono «disposizioni anticipate di trattamento». Perché invece non «dichiarazioni»?E niente, la bottiglia non l’ha mollata.

Italia 2017. Abbiamo a che fare con questa gente e questi giornali.

Alessandro Chiometti

9 Dicembre 2017   |   articoli, attualità   |