L’Assurdistan si prepara a ricevere Babbo Natale

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Nell’attesa che nel prossimo DPCM Conte definisca le regole per il cenone e il pranzo di Natale, chiarendo al paese il numero e il livello obbligatorio di congiuntità dei partecipanti (nel frattempo ha dato sfoggio di dotta teologia anticipando che i pranzi di Natale in tanti partecipanti non vanno bene perché si perde spiritualità, chissà che ne pensa Papa Francesco ?) in questi giorni c’è la controprova di quanto affermavamo nei passati articoli.

Se qualcuno aveva storto il naso sulle evidenze che avevamo estrapolato dai grafici disponibili sull’andamento dei contagi, che dimostravano il non funzionamento dell’epidemiologia difensiva basata sulle mascherine all’aperto o i DPCM basati su folkloristiche teorie di virus notturni, adolescenti indisciplinati, proiezioni di film contagiosi o opere teatrali in cui il coronavirus era denso in platea come la nebbia in val padana e per non parlare dei contagi dovuti alle pallonate da calcetto… ecco che le stesse conclusioni si possono trarre dai grafici dell’andamento dei decessi in Campania e nell’Italia tutta.[1]

Mentre sui grafici dei contagi i provvedimenti dovevano mostrare effetti sulla curva entro 5-10 giorni giorni al massimo dal DPCM, sulle curve dei decessi l’avrebbero dovuto mostrare dopo 20-22 giorni (media dell’infausta evoluzione della malattia).
Ancora una volta la mancanza di questi effetti dimostra la totale inutilità della politica di contenimento usata dal governo Conte bis.
Presto la curva dei contagi calerà, anzi sta già calando se si guarda alla percentuale di incremento. Questo perché, come abbiamo già detto,  nulla in biologia cresce all’infinito (e tanto meno esponenzialmente) e non è un caso se previsioni fatte prima dei DPCM dimostrano ancora una volta come le misure tardive non influenzino l’andamento del virus. .
Nel mondo magico del decreto feticcio, del “non possiamo saperlo” e del “lasciamo il divieto tanto male non fa”, qualcuno invece darà il merito del futuro calo a qualche provvedimento, magari colorato, del governo. Lo sappiamo, è inevitabile. Anche se il seguito dei governisti ci sembra che si assottigli e perda di entusiasmo ogni giorno che passa.
Probabilmente sempre più persone cominciano a rendersi conto delle incongruenze evidenti, come in Umbria dove nel giro di due settimane si chiudono (temporaneamente, almeno così assicura la governatrice Tesei) due ospedali funzionanti e si mettono in piedi, inaugurandoli  trionfalmente due ospedali da campo. E chi prova a far notare che, visto che sta arrivando l’inverno, forse era meglio tenere quelli in cemento viene pure guardato con sospetto!
Eppure l’area bobo della sedicente sinistra italiana (il termine “bobo” ci viene suggerito… a quanto abbiamo capito in Italia corrisponderebbero alla parte snob dei radical chic… e scusate se non abbiamo molta voglia di approfondire) continua a comportarsi come i famigerati ultimi giapponesi della WWII che rifiutavano la resa del loro imperatore. Da giorni c’è un florilegio nei social di aspiranti ospiti di Fazio (o di Zoro come qualcuno di loro tiene a precisare) che urlano disperatamente “Chiudete tutto come sta facendo [inserire un nome di un paese estero a caso]” per poi insultare chiunque abbia una visione diversa dalla loro. Ad esempio molto gettonato apostrofare come “Pillole di staminchia” la pagina fbk “Pillole di ottimismo” (sempre più seguita) rea di demolire molte insensatezze dei provvedimenti anche se aliena da ogni tipo di negazionismo sul virus.
Tutto questo ci fa sorridere per due motivi, il primo è che fino a un paio di settimane fa costoro erano probabilmente gli stessi che assicuravano “tutto il mondo fa come l’Italia” quando evidentemente non era così.
Il secondo è che spesso prendono cantonate di dimensioni imbarazzanti, tipo confrontare gli andamenti dei contagi di un paese industrializzato e  fortemente urbanizzato con 60 milioni di abitanti come l’Italia con un paese rurale e con 5 milioni di abitanti come l’Irlanda.
E allora incuriositi ce ne andiamo a guardare cosa mai sia successo nella terra della Guinness e allora cosa diventa ancor più ridicola, perché si scopre che, guarda un po’, anche in Irlanda le tanto agognate “chiusure” non hanno funzionato. [2]

Le misure restrittive irlandesi sono cominciate il 18 settembre per la contea di Dublino (ad agosto si era fermato il processo di riapertura dal lockdown precedente ed erano state inserite misure soft in tutto il paese) e poi sono state estese il 6 ottobre a tutta l’Eire.
Passati dieci giorni senza nessun effetto, il 16 ottobre sono state messe in “fase 4” (quindi con misure più stringenti) tre contee (Donegal, Cahavan e Monhagan). Colti dallo stesso nostro isterismo (italiani irlandesi una faccia una… ah no… ci siamo confusi con un altro paese che amiamo) sono passati direttamente in “fase 5” su scala nazionale il 20 ottobre. Ironia del destino, il 21 ottobre i contagi hanno iniziato a calare. Bruscamente.
Ora un paio di cose lapalissiane:
– nessun provvedimento in questa epidemia in cui i sintomi di manifestano dai tre ai dieci giorni dal contagio può mostrare i suoi effetti prima di un minimo di cinque giorni, quindi portare il paese in “fase 5” è stato inutile.
– se un provvedimento non ha avuto effetti sul numero dei contagi, entro 10 o al massimo 15 giorni, diventa impossibile, o quanto meno totalmente arbitrario, dare meriti o demeriti su successivi cambiamenti della curva a quel provvedimento, quindi le misure irlandesi fino al 6 ottobre non sono servite.
Ora le cose sono due: o pensiamo che mettere in “fase 4” quelle tre contee il 16 ottobre sia stata una soluzione così geniale (si possono vedere sul sito dell’ambasciata italiana di Dublino) che in meno di una settimana abbia salvato il paese e allora basta discutere! Applichiamo le stesse misure ovunque e pedissequamente.
Oppure  dobbiamo accettare l’ennesima evidenza che l’epidemia ha un suo decorso tale, che una volta entrata nella  c.d. fase esponenziale (termine abusato… transeat) questo è praticamente insensibile ad ogni provvedimento tardivo.
Questo in un paese qualunque.
In Assurdistan invece la “dittatura degli inetti” pensa a dirci come dovremo apparecchiare la tavola il giorno di Natale; magari manderanno mascherine per indossare con gli ospiti in casa, e forse anche una bozza incorniciata dell’Italia gialla, arancione e rossa con didascalia dorata  “Il DPCM che ci salvò”.
Ma ad ogni modo state tranquilli, ve lo diciamo sempre: il meglio deve ancora venire. Presto smetteremo di preoccuparci della Covid19, per il vaccino annunciato dalla Pfizer, certo! Ma anche perché… Confindustria ha annunciato il prezzo delle misure di Conte fino al 1 novembre: 32 miliardi di euro per lo Stato;
Mentre la Confcommercio ha annunciato quello per le imprese a causa del crollo dei consumi: 84 miliardi di euro;
440mila sono i posti di lavoro che si perderanno solo nel turismo.

Buon Natale in anticipo, anche agli inetti a cui la contingenza ha permesso di governare uno Stato.

Alessandro Chiometti

[1] grafici di Paolo Spada della pagina fbk “Pillole di ottimismo”, indicazioni temporali aggiunte dall’autore https://public.flourish.studio/story/435616/?fbclid=IwAR2tgHfLBefKwASy0SKjQPIpYeJmLKe3mqdDNXp30i8nC4pKbgttIQTBcXU

[2] grafico interattivo del Financial Times, numero di contagi/milione di abitanti. Indicazioni temporali aggiunte dall’autore https://ig.ft.com/coronavirus-chart/?areas=swe&areasRegional=usny&areasRegional=usnj&byDate=0&cumulative=0&logScale=0&perMillion=1&values=cases

14 Novembre 2020   |   articoli, attualità   |   Tags: , , , ,