Laici, sveglia!

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Perché va respinta l'invadenza del clero. L'unica via resta Cavour

di Mario Pannunzio

Quella che segue è una lettera del 1957 con la quale Mario Pannunzio
spiega a un lettore de "Il Mondo" che a non rispettare il concordato
sono le gerarchie vaticane; che non è in discussione l'essere o meno
religiosi – un affare di coscienza individuale – ma che il problema è
costituito dalle crescenti invadenze del clero nella vita politica
italiana. Ieri come oggi.


Gentilissimo dottor Piva, quasi in risposta alla Sua lettera, apparirà su "Il Mondo" di domani un taccuino che dovrebbe, mi pare, dissipare i Suoi timori; anche l'articolo di Achille Battaglia tocca lo stesso argomento, in tono tutt'altro che podracchiano. Dall'uno e dall'altro Ella vedrà come la sostanza della nostra polemica contro il clericalismo sia diversa da quella che Lei crede. Ella giudica evidentemente dalla stampa – in buona parte democristiana o soggetta all'influenza democristiana – ma se avesse potuto seguire personalmente il Convegno ne avrebbe tratta tutt'altra impressione…Non dimentichi inoltre che la nostra non è una campagna di carattere religioso; e come radicali e come amici del "Mondo" siamo impegnati in un'azione politica, ed è sul piano politico che contrastiamo l'invadenza clericale…

L'opinione degli studi del "Mondo"…rispecchia lo stato d'animo della maggioranza dei convenuti, non pochi dei quali ricordavano l'Italia preconcordataria quando nessuno attentava all'integrità dello Stato e la Chiesa era profondamente rispettata nelle sue funzioni. Personalmente io sono convinto che per un paese come l'Italia l'unica formula valida sia ancora oggi quella cavourriana della libera Chiesa e libero Stato. Ad ogni modo tra tutti i concordati pessimo è proprio quello mussoliniano che la Costituente ha convalidato. Mussolini, da buon dittatore, l'aveva firmato per non rispettarlo; oggi a non rispettarlo sono gli altri contraenti che vanno allargando sempre più l'ambito dei loro privilegi a tutto scapito dei diritti dello Stato. E noi, proprio come laici, difendiamo lo Stato, la sua dignità, e i suoi diritti, che sono poi quelli dei cittadini tutti, senza nessuna possibile discriminazione.

Addio, gentilissimo Piva. Se continuerà a seguire il nostro lavoro, sono persuaso che molti dubbi saranno fugati e Lei ci resterà come per il passato vicino. Con molta cordialità,
Suo Mario Pannunzio.    

13 Febbraio 2008   |   articoli   |   Tags: