La strage delle innocenti

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Dal sito di peacereporter:

In India, nel 2007, si è registrata una media quotidiana di duemila
aborti selettivi, ovvero riguardanti i feti di sesso femminile, e,
secondo il giornale medico britannico Lancet, negli ultimi venti anni
più di dieci milioni di bambine sono state uccise prima o subito dopo
la nascita dai genitori.


Madre e figliaSoldi a chi fa figlie. Finalmente il governo indiano ha deciso di invertire questa tendenza e di sostenere la nascita e la crescita delle bambine. Il ministro per lo Sviluppo delle Donne e dei Bambini, Renuka Chowdhary, ha lanciato un programma, denominato 'trasferimento condizionato di contanti per bambine con copertura assicurativa', che prevede un premio di tremila dollari per le famiglie povere che decideranno di mettere al mondo figlie femmine. La somma sarà distribuita nell'arco dei primi 18 anni di vita delle bambine. Il primo obiettivo del provvedimento è l'eliminazione del fenomeno dell'aborto selettivo, una realtà che ha portato il rapporto fra popolazione maschile e femminile dello Stato indiano ad essere sempre più sbilanciato: nel 2001, ogni mille uomini vi erano solo 927 donne, contro una media mondiale di 1050, e in alcune regioni, come Punjab, Haryana, Gujarat, Himachal Pradesh e New Delhi, la cifra è ancora più bassa, attestandosi al di sotto di 800. Ma non solo, con l'incentivo monetario il governo cerca anche di "incoraggiare le famiglie a migliorare l'educazione delle bambine", come ha dichiarato Renuka Chowdhury: "Il programma costringerà le famiglie a vedere una figlia come un vantaggio e non come un peso dal momento che, fin dalla nascita, la bambina porterà un'entrata monetaria".
 
Bambine indianeSalvare 100 mila bambine in un anno. Un primo importo viene donato al momento della nascita, poi, spiega il ministro, "se la famiglia provvederà a vaccinare adeguatamente la figlia, riceverà altro denaro". "Quando i genitori iscriveranno la figlia a scuola, e se le permetteranno di proseguire gli studi, riceveranno un'ulteriore somma", continua Chowdhury. L'incentivo cesserà quando la ragazza avrà raggiunto i 18 anni ma, a quel punto, se questa avrà completato la propria istruzione e non si sarà ancora sposata, la famiglia riceverà un ulteriore bonus di 2.500 dollari. Secondo Chowdhury, almeno 100 mila bambine saranno salvate nel primo anno di applicazione del programma. La legge contro l'aborto selettivo, presente dal 1994, e quella che vieta i test per determinare il sesso del nascituro, infatti, sono nella pratica quotidianamente aggirate e, in 12 anni, solo un medico è stato condannato per aver praticato illegalmente un aborto.
 
FetoSolo un primo passo. Il programma solleva però anche molti dubbi. Gli incentivi sono diretti alle famiglie più povere mentre, come ha affermato Bajayalaxmi Nanda, attivista indiana per i diritti delle donne, "la pratica dell'aborto selettivo è particolarmente diffusa tra coloro che sono al di sopra della soglia di povertà; sono gli abitanti delle città, la classe media e i ricchi a farlo". La scelta dell'aborto è dettata non solo da problemi finanziari, ma, più in generale, dalla cultura indiana che vede nel maschio, il futuro capofamiglia, la figura dominante della società. "Ci sono molte pressioni", afferma Nanda, tra cui "una sorta di preferenza culturale, la dote, l'impossibilità per le femmine di ereditare beni, terre e proprietà". Secondo molti attivisti, per fermare queste pratiche, ormai fortemente radicate, il governo dovrà mettere in atto politiche molto più decise volte a cambiare la mentalità stessa della popolazione. Solo così le donne indiane potranno fruire appieno del rapido sviluppo del Paese.

18 Marzo 2008   |   articoli   |   Tags: