Intervista a Ferruccio Pinotti

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Ferruccio Pinotti è un giornalista del Corriere della Sera, ha scritto per l’Arena, L’Espresso ed Il Sole-24 Ore. A New York ha lavorato per la CNN, collaborando anche con L’International Herald Tribune. È anche autore di molti libri-inchiesta tra cui ricordiamo: “Poteri Forti”, “Opus Dei Segreta”, “L’Unto del Signore”, “La Lobby di Dio” e “Wojtyla Segreto”.
Abbiamo l’opportunità di rivolgergli qualche domanda.


Sono ormai cinque anni che sono uscite le tue prime inchieste su Comunione e Liberazione e l’Opus Dei che hanno contributo a far luce sui rapporti fra queste organizzazioni religiose e gli ambienti politico-finanziari. È cambiato qualcosa in questo lasso di tempo?
Qualcosa cambia sempre nel corso di cinque anni, l’Opus Dei ha avuto dei momenti di crisi ma recentemente ha messo a segno un buon colpo con l’assegnazione della presidenza dello IOR a Ettore Gotti Tedeschi.
Comunione e Liberazione ha praticamente in mano il governo della Lombardia da diversi anni e ha acquisito ulteriore potere con la nomina di Scola come Arcivescovo di Milano. Tuttavia ha problemi di natura politica, il suo uomo di punta, Formigoni, non è riuscito nelle sue intenzioni di diventare il delfino e quindi il successore di Berlusconi. La scelta di Alfano come successore di Silvio Berlusconi non le consentirà di “ciellinizzare” tutto il PDL come aveva in mente di fare. Comunione e Liberazione rimane quindi senza una base politica solida ma con un discreto numero di parlamentari ad essa vicini. La sua collocazione naturale sarebbe quella del terzo polo, tuttavia occorre prima superare la resistenza laica di Futuro e Libertà, ovvero dei finiani.

E il rapporto di Comunione e Liberazione con la sinistra? con Bersani che è puntualmente invitato al meeting di Rimini?
È un rapporto molto forte, Bersani è stato salutato come il loro candidato alle primarie del PD, ma da questo punto di vista è molto interessante anche indagare sul loro rapporto con Penati che pare abbia avuto il loro appoggio alle elezioni. Se Bersani è stato colui che ha sancito l’unione fra la coop rosse e CL Penati è nato e cresciuto nel sistema di potere lombardo.

Ne “L’unto del Signore” spiegavi molte cose di Berlusconi, questo finto liberale che per vent’anni ha pesantemente condizionato la politica italiana. Ora che la sua epoca sembra finita cosa ti aspetti dallo scenario politico italiano?
La mia sensazione è che lui abbia negoziato per bene le sue cose con Napolitano ottenendo un salvacondotto per se stesso e le sue aziende. Mantiene comunque la maggioranza in senato quindi è politicamente tutt’ora molto forte. In Vaticano, dietro le dichiarazioni di facciata, è comunque apprezzato e stimato; sono cinici, sanno che possono contare sempre su di lui.
Adesso mentre lascerà Monti a fare politiche di lacrime e sangue sistemerà i suoi problemi e poi potrà ricandidarsi, perché no, anche al Quirinale.

Quindi non lo vedi fuori dalla politica italiana
Secondo me non uscirà affatto dalla nostra politica, in un momento difficile si è liberato nella maniera più abile negoziando condizioni che noi non possiamo conoscere ma che certamente lo salvaguarderanno.

Il tuo ultimo libro è “Wojtyla segreto”. Quant’è stato difficile scrivere una controinchiesta su Giovanni Paolo II in tempi di sua adorazione cieca ed acritica?
Non è stato certamente un lavoro semplice. C’è quasi un ordine tassativo in tutti gli ambienti di santificare la sua figura; certo è stato il papa che ha sconfitto il comunismo e quindi lo spessore politico gli va riconosciuto, ma questo non toglie che il suo pontificato debba essere indagato storicamente in modo critico.
È un libro coraggioso, noi cerchiamo di ricostruire principalmente tre aspetti: le vicende del Banco Ambrosiano e di Solidarnosc, l’affossamento della Teologia della Liberazione e dei suoi esponenti, l’appoggio incondizionato a organizzazioni come l’Opus Dei e Comunione e Liberazione.
Il lavoro di Giacomo Galeazzi, vaticanista, in tal senso è stato molto prezioso; si è esposto molto per realizzare quest’inchiesta.

Un’ultima domanda, molte delle inchieste che hai fatto sono di stampo laico, qualcuno direbbe laicista, qual è il tuo rapporto con la religione?
È un rapporto che prescinde dalle convinzioni personali, le mie indagini critiche sul ruolo esercitato della chiesa nello Stato italiano le ritengo necessarie perché questa influenza sta distruggendo i valori laici e civili dello Stato stesso.  A tal proposito voglio segnalare il mio prossimo libro-inchiesta che uscirà nei prossimi giorni: si chiama “Finanza Vaticana” (ed. Le Grazie) e ricostruisce la storia della finanza bianca dall’800 a oggi.

Alessandro Chiometti

16 Novembre 2011   |   articoli, riflessioni   |   Tags: , , , , , ,