Il tariffario apostolico

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Come tutti i normali cittadini anch’io sono stato colpito , direi favorevolmente e sorprendentemente colpito, dall’annuncio che tutti i giornali ed i programmi televisivi hanno sbandierato con titoli ad effetto: “ Il sommo pontefice, il quasi ormai santo Francesco 1°, ha dato disposizione ai parroci di non pretendere più tariffe fisse per le sacre funzioni.

D’ora in avanti il parroco dovrà limitarsi ad una mercede su base volontaria da parte dei fedeli i quali , in occasioni di cerimonie religiose, saranno mossi dalla fede a dare quanto possono, in base alle proprie disponibilità economiche, senza che il parroco possa pretendere importi prestabiliti con un vero e proprio tariffario”.

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Capirete che , per un miscredente come me, questa notizia ha avuto l’effetto dirompente di una bomba! Ho pensato che secolari tradizioni consolidate nell’approccio ecclesiastico al denaro improvvisamente sarebbero state cancellate, il tutto ad opera di un pontefice che ha fatto della guerra allo sterco del demonio la sua crociata. Addio alle decime che per secoli i vescovi, gli abati ed i cardinali hanno preteso dalla povera gente indifferenti alle disponibilità economiche dei fedeli. Addio alla rapina ed al sequestro dei beni dei condannati dalla Santa Inquisizione che venivano spartiti in tre parti: una per l’inquisitore ed i suoi accoliti, una per il vescovo locale ed, infine, una per la Santa Sede. Addio alla fiumana di denaro che affluiva nelle casse pontificie in occasione delle festività e, soprattutto, dei giubilei che, previsti inizialmente da tenersi ogni secolo, sono alla fine diventati venticinquennali, salvo i giubilei speciali da tenersi a piacere. Addio alla vendita di indulgenze destinate ad abbreviare le pene del purgatorio dei propri cari defunti! Erano di varie carature: parziali, generali, speciali, ad personam o cumulative e per secoli hanno gonfiato le finanze vaticane per permettere ai vari sommi pontefici le più spericolate elargizioni a parenti, affini ed amanti vari. Addio, ed il cuore mi si spezza al solo pensiero, al tariffario di papa Leone X che stabiliva, in 35 articoli, per ogni peccato e per ogni delitto, la possibile assoluzione previo pagamento di una multa ovviamente calcolata in rapporto alla gravità della colpa. Qualche esempio sarà illuminante: l’assassinio di un laico comportava il pagamento di 15 libbre, 4 soldi e 3 denari e, per vera generosità pontificia, tale somma non aumentava se invece di uno si commettevano due o più omicidi, purché i delitti fossero commessi nella stessa giornata! ( art. 10) Ma guai ad ammazzare un ecclesiastico: il colpevole non se la cavava con meno di 131 libbre e 6 soldi a meno che non se ne ammazzassero più di uno: in questo caso l’assoluzione arrivava con un piccolo sovrapprezzo di di sole 4 libbre e 2 soldi, somma ridotta alla metà se il preticidio si ripeteva nel tempo (art. 15 e 16).. L’assoluzione e la sicurezza di non essere perseguiti per rapine, furti o incendi costava ai colpevoli 131 libbre e 7 soldi ( art. 9). L’ecclesiastico che violentava e deflorava una vergine se la cavava con 2 libbre e 8 soldi ( art.3), mentre la fornicazione con donne sposate costava di più ( 67 libbre e 12 soldi). E, per finire in bellezza, l’art. 34 prevedeva il pagamento di un prezzo modico, a volontà del tesoriere del papa, per chi avesse voluto comperare “ per simonia” uno o molti benefici ecclesiastici.

Voi penserete che queste sono cose del passato e che questi tariffari, ora, col nuovo papa argentino, sono destinati a rimanere solo sgradevoli ricordi. Lo pensavo anch’io, in verità, ed ero arrivato ad un passo dalla commozione quando il mio amico Dagoberto, che sta sempre a caccia di notizie vaticaneggianti, non mi ha sorpreso con una delle sue “ trovate”. Mi ha messo sotto il naso un tariffario che la “ Elemosineria Apostolica “ del Vaticano ha previsto e dettagliato per la concessione, ai fedeli paganti, della “ Benedizione Apostolica” concessa da papa Francesco 1° alla modica cifra di 13 oppure 25 euro più le spese postali di 7 oppure 13 euro in occasione di vari eventi. I fedeli possono, cioè, a pagamento, ottenere una personalissima benedizione da parte del papa per le più svariate occasioni: cresime, comunioni, anniversari di matrimonio, compleanni ecc. ecc. Il Dagoberto ha avuto conferma della peculiare importanza di questa benedizione papale quando, in occasione di un matrimonio in chiesa, al quale era stato costretto con la forza a partecipare, ha visto il prete alzarsi in tutta la sua grandiosa pomposità per affermare: “ Ecco, è giunto ora il momento più solenne della cerimonia: vi leggo la paterna benedizione che il sommo pontefice ha voluto elargire agli sposi per rendere la cerimonia veramente completa e sacra!”.

Scommetto che gli sposi avevano optato per la tariffa più alta: 25 euro più 13 per la raccomandata!

Eraldo Giulianelli

11 Dicembre 2014   |   articoli, storia   |   Tags: ,