Il mandato

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Il mandato

"Perchè una così grande conquista ( quella del Nuovo Mondo – ndr ) non
è avvenuta al tempo di Alessandro o degli antichi greci e romani?
Perchè così notevoli mutamenti di tanti imperi e popoli non sono
accaduti sotto poteri che avrebbero sapientemente levigato e dissodato
quello che c' era di selvaggio e fecondato le loro buone semenze
naturali? Che avrebbero mescolato non solo le arti di questo lato dell'
Atlantico alla coltivazione delle terre e all' abbellimento delle città
ma anche mescolato le virtù greche e romane a quelle indigene? Che
progresso sarebbe stato … se si fossero raggiunte tra noi e loro una
comunione e un' unione fraterna! Come sarebbe stato facile trarre
profitto da anime così nuove, così affamate di apprendere che, in
generale, hanno tante buone disposizioni naturali! ( Michel de
Montaigne – Essais )


Ed invece, il compito d' intrattenere rapporti con le popolazioni amerinde se lo arrogarono … i cristiani! … Peggio di così non potè andare.
Quando il grande filosofo francese sopra citato, precursore per non pochi versi dello stesso René Descartes ( Cartesio ), il fondatore della filosofia moderna, scriveva quanto riportato, era ancora lontano l' epilogo del genocidio dei nativi americani. Questo doveva concludersi, per le popolazioni delle Indie Occidentali, il 1° dicembre 1699 a Trinidad, con il 'massacro di Arena', ultimo disperato atto di rivolta contro gli spagnoli.
Emblematico, tra i tantissimi, è il caso del capo Hatuey. Rifugiatosi a Cuba dopo una lunga e tenace resistenza, fu catturato e condannato a morire sul rogo. Un minuto prima di essere avvolto dalle fiamme, al frate francescano che tentava di convincerlo a farsi battezzare " … perchè coloro che muoiono da cristiani vanno in paradiso, dove eternamente vedranno Dio e ne godranno", egli rispose di non avere nessun desiderio di andarci, proprio per non dover incontrare i cristiani.
Si stima in circa 155 milioni di morti l' entità di questa vergogna. A questi sono da aggiungere quelli subiti dalle popolazioni continentali ( Aztechi, Incas, ecc. ). Poco dopo toccherà all' Africa dover rimpiazzare il vuoto di mano d' opera causato da così brutale spopolamento. Per le popolazioni del nord America si dovrà aspettare il XIX secolo. E non si creda che tutto ciò fu frutto del rio destino; di una situazione sciaguratamente sfuggita di mano. Forse non tutti sanno che fu Papa Giulo II a proclamare gli indiani d' America dei sotto-uomini, irrilevanti anche da un punto di vista meramente biologico poichè – udite! – altro non erano che i discendenti di un residuo di umanità sopravvissuta al grande Diluvio, quel simpatico cataclisma voluto a suo tempo da dio per ripulire la Terra da una umanità indegna. Quei missionari che volevano salvar l' anima agli indigeni prima di spedirli all' altro mondo, si rivelarono in fondo migliori di quel Papa. Se ho iniziato questo articolo commemorando il genocidio degli amerindi, è perchè qui l' efferatezza del processo di evangelizzazione, oper megli dire: cristianizzazione forzata del mondo, assunse delle dimensioni inaudite, ma in realtà il processo fu caratterizzato fin dall' inizio da una assoluta sanguinaria spregiudicatezza da parte cristiana. L' umanizzazione dei barbari è uno dei tanti contributi che il cristianesimo si attribuisce, nella costruzione della civiltà, ma non risulta che nessuna orda barbarica abbia mai commesso orrori paragonabili alle stragi di massa di Carlo Magno contro i sassoni ( rifiutavano di convertirsi, i ragazzacci! ), al bagno di sangue che accompagnò la presa di Gerusalemme alla prima crociata ( furono massacrati 40 mila gerosolimitani ), alle persecuzioni anti-ebraiche, che da sole meriterebbero un volume a parte, a tutte le guerre di religione che insanguinarono l' Europa per secoli; insomma tutta quella massa di nefandezze che fecero dire a Voltaire: "Lo dico con orrore, ma la cosa è vera: noi, cristiani, noi siamo stati persecutori, carnefici, assassini! E di chi? Dei nostri fratelli. Noi, col crocifisso o la bibbia in mano, abbiamo distrutto cento città, e non abbiamo smesso di spargere sangue e di accendere roghi, dal regno di Costantino sino ai furori dei cannibali che abitavano le Cevenne … " ( 'Trattato sulla tolleranza' ). Già, le famose persecuzioni contro i primi cristiani … Finalmente, anche se con un pò di ritardo, si può ascoltare in qualche programma televisivo, e si può persino leggere su qualche testo scolastico, che nel Colosseo non vennero mai martirizzati i cristiani o che le catacombe non furono mai usate come luogo di rifugio e di culto ( erano dei normali cimiteri ipogei a disposizione di chiunque; bastò aggiungerci qualche segno dei loro … Per una adeguata demitizzazione delle 'persecuzioni' subite dai primi cristiani, si legga il saggio di Voltaire sopra citato ). E queste sono le gloriose 'radici cristiane dell' Europa' che Papa Wojtyla vorrebbe menzionate nella Costituzione, ed a cui invece tutti i governi – tranne il nostro – voltano le spalle. E' comunque degno di nota che ovunque nel mondo il cristianesimo sia venuto alle prese con culture più smaliziate , se l' è sempre presa in saccoccia, a dispetto di quegli irresponsabili paesi che lo scelsero come suo portavoce. Emblematico fra tutti è il caso del Giappone del XVII secolo: "I giapponesi erano i più tolleranti degli uomini. Dodici religioni pacifiche si praticavano nel loro impero; i gesuiti vennero a introdurvi la tredicesima, ma ben presto, non volendo essi sopportarne un' altra, si sa che cosa accadde: una guerra civile, non meno atroce di quella della Lega, devastò quel paese. La religione cristiana fu alfine annegata tra fiotti di sangue; i giapponesi chiusero il loro impero al resto del mondo e non ci considerarono più che come bestie feroci, simili a quelle di cui gli inglesi hanno purgato l' isola loro. Invano il ministro Colbert, sentendo il bisogno che avevamo dei giapponesi, i quali non hanno nessun bisogno di noi, tentò di avviare un commercio col loro impero: li trovò inflessibili." ( Voltaire – op. cit. ) Il cristianesimo, con la sua concezione pedagogica di domare i 'selvaggi' nati nel peccato, col suo pieno, sostanziale ed insostituibile appoggio, è dunque non tanto corresponsabile, bensì parte integrante del colonialismo, cioè di quel fenomeno storico che costituisce la base di TUTTE le tragedie che hanno funestato il secolo scorso, continuano a funestare l' inizio di quello presente ( e non dimentichiamo il sedicente 'crociato' Geoge Bush! )e chissà quanti altri secoli funesteranno ( v. Domenico Losurdo – 'Il peccato originale del Novecento'-Laterza ). Ciò che ad essere fin dagli inizi, per il cristianesimo, incompatibile col rispetto umanistico per l' uomo, ed a questo si oppose fatalmente, fu IL MANDATO MISSIONARIO. La febbre divorante del 'movimento' cristiano fu fin dall' inizio questa: evangelizzare il mondo ad ogni costo, come Cristo stesso – così si sostiene – aveva comandato, e liberarlo così da ogni imperfezione demoniaca. Uno dei primi atti costitutivi fu comunque proprio quello di dichiarare la separazione di loro stessi dal 'mondo', che viene immediatamente percepito come riprovevole, ed in ogni caso tutto ciò che non è ancora cristiano nel mondo esiste solo per essere battezzato. Può capire chiunque che in queste condizioni, di tolleranza verso gli 'altri' non so poteva neanche parlare, per il semplice fatto che si era membri di una minoranza di 'giusti' in contrapposizione ad una maggioranza decadente e peccatrice. Che razza di individui arrivi a produrre e quale mole di aggressività questo tipo di atteggiamento può disinibire è oggetto di recenti studi specialmente da parte degli psicologi sociali B. Altemeyer e B. E. Whitley. E' ovvio che un simile atteggiamento non è tipico del solo cristianesimo, ma da nessun altro è stato mai eguagliato per intensità ed ampiezza. "Questa fu la più calamitosa specie di megalomania mai esistita finora sulla terra: una piccola prole deforme di impostori e baciapile cominciò ad arrogarsi i concetti di 'Dio' , 'verità', 'luce', 'spirito', 'amore', 'saggezza', 'vita', pressappoco come sinonimi di sé stessa per delimitare così il 'mondo' rispetto a sé; piccoli ebrei al superlativo, maturi per ogni sorta di manicomio, rovesciarono i valori in generale in direzione di sé stessi, quasi che solo il cristiano fosse il il senso, il sale, la misura, e anche il giudizio finale di tutto il resto … " (F. Nietzsche – 'L' Anticristo'). Figuriamoci poi le risate se, per soprammercato, tutto questo sfacelo fosse stato conseguenza nient' altro che che di un colossale abbaglio, o peggio, di una frode! E' scontato che per me la cosa è ovvia, ma è altrettanto scontato che, se voglio proporla, sono tenuto a dimostrarla. Posso farlo. E' necessario a questo punto analizzare quanto il signor Diosalva l' Unto ( Gesù Cristo. Tradotto non rende gran che ) abbia veramente lasciato in consegna a coloro che avrebbero dovuto continuare la sua opera nel mondo. Vediamo. Premetto che quello che è ormai da tempo evidente, nella ricerca storica sul cristianesimo, è che questa religione, nella sua forma che conosciamo, sia stata una pia invenzione di Saulo di Tarso/san Paolo, come accennai in un precedente articolo; e non ci sarebbe neanche bisogno di scomodare la ricerca storica, tanto la cosa salta agli occhi. Fu lui che volle arbitrariamente estendere a tutte le genti quel messaggio ( con le opportune modifiche ) che era diretto e riservato ai soli ebrei. Ma ecco che nel Vangelo di Matteo(Mt 28, 18-19) possiamo leggere: "E Gesù avvicinatosi disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo … ". Ecco l' ordine perentorio su cui il cristianesimo costruì il suo mandato. A questo fa eco il Vangelo di Marco(Mr 16, 15-16): "Poi disse loro: "Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo., chi non crederà sarà condannato"". Mentre qui la scelta viene ancora lasciata ai destinatari del messaggio, in Matteo le 'genti' possono solo accettare l' azione di chi è esecutore di " … ogni potere in cielo e in terra" (bum!). Protestare è ridicolo. Molto più blanda è la situazione in Luca; qui leggiamo(Lu 24, 46-49):" … e disse loro: "Così è stato scritto, che il Cristo avrebbe sofferto … e che in suo nome sarebbe stata predicatala penitenza e la remissione dei peccati a tutte le nazioni, cominciando da Gerusalemme. Voi siete i testimoni di queste cose. Ed ecco che io mando sopra di voi il Promesso dal Padre mio(?-ndr); ma voi rimanete nella città fino a quando non sarete rivestiti di potenza dall' alto"". Se poi si vuol passare dai tre sinottici (paralleli) al vangelo di Giovanni, la situazione si fa del tutto anodina. Qui(Gi 21, 15-17), dopo la risposta sempre affermativa di Pietro alla sua domanda posta tre volte se lui (Pietro) lo amava, Gesù replica: la prima volta con "Pasci i miei agnelli" e le altre due con "Pasci le mie pecore". Nient' altro viene detto. Per quale motivo, in ambito ecclesiastico, si sia preferita tra tutte proprio la versione di Matteo, è talmente ovvio che non vale la pena neanche di dirlo. In opposizione a tutto questo si può cominciare col far osservare che ( sono sempre i Vangeli che parlano ) Gesù aveva in precedenza molto ben definito L' ambito di applicabilità del suo insegnamento. Ecco le sue istruzioni agli apostoli(Mt10, 5-6): "Non andate fra i gentili e non entrate nelle città dei samaritani; ma andate piuttosto alle pecore perdute della casa d' Israele". E di se stesso dice: "Non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d' Israele"(Mt 15, 24). Qualcuno potrebbe però obiettare che in corso d' opera poteva averci ripensato, o aver ricevuto altre direttive. Bene. Occorre dunque una prova riferita ai tempi in cui egli era ormai partito per altri lidi. Beh, dico che siamo proprio fortunati giacchè la prova, inoppugnabile, esiste, e si trova in 'Atti degli apostoli', 11, 1-3. Qui Simon Pietro è costretto ad affrontare la collera degli altri apostoli, i quali lo redarguiscono aspramente poichè, nel corso della sua opera di evangelizzazione era riuscito, del tutto involontariamente, a convertire anche alcuni 'gentili' (i gentili erano in generale tutti i non-ebrei, i pagani, insomma. Nella Palestina dell' epoca ne vivevano molti, per la maggior parte greci, lì insediatisi dopo la conquista di Alessandro Magno). Questa eruzione di apostolico sdegno, ed il successivo lungo, arruffato e fantasioso tentativo di giustificazione da parte di Pietro, dimostrano in modo assolutamente perspicuo che Gesù non aveva lasciato in consegna agli apostoli niente di quanto attestato in Mt 28, 18-19. E neppure in Mr 16, 15-16. E nemmeno in Lu 24, 46-49. Chi fosse rimasto ancora non sufficientemente convinto dal mio ragionamento ripensi comunque a tutte le aberrazioni che la religione cristiana ha saputo produrre e che ne testimoniano inequivocabilmente il fallimento. Ove il cristianesimo rinunciasse al mandato missionario, lì rinuncerebbe a se stesso. Vi è inoltre che non ha nessuna intenzione di rinunciarvi, e a nulla servono le scuse presentate al mondo, tempo fa da Papa Wojtyla. I più accorti avranno notato che egli chiese scusa per le colpe dei cristiani, ma si guardò bene di ammettere una qualsivoglia colpa della Chiesa in quanto tale. Il nocciolo duro permane e i dogmi sono tutti ancora lì. La didascalia di una vignetta apparsa su un precedente numero di questo foglio recitava: "Noi chiediamo perdono per tutto il male che hanno fatto i Papi che ci hanno preceduto … come i Papi che ci seguiranno chiederanno perdono per tutto il male che noi facciamo adesso. Aaaaamen!" E' esattamente quello che dico anch' io… AMEN!

14 Marzo 2005   |   articoli   |   Tags: