I sindacati della scuola, il Vaticano e gli sprechi da tagliare

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Si sarebbe tentati di dare ragione al ministro Gelmini quando parla di
personale in esubero nella scuola statale. Eccome se c'è, basta pensare
alle migliaia di insegnanti di religione cattolica immessi in ruolo
dalla riforma Moratti nel silenzio di tutte le parti sindacali,
comprese quelle che , come la Cgil, hanno pensato di assolvere al
proprio compito di difesa della laicità della scuola con qualche
comunicato stampa in cui esprimevano il loro disaccordo e quelle che,
come la Gilda, capito da che parte tirava il vento, hanno
immediatamente pensato di federarsi con un sindacato autonomo che
rappresentasse la nuova categoria.

Ripercorriamo le principali tappe di questa infelice vicenda:


legge 18 luglio 2003, n.186, che prevede per gli insegnanti di religione cattolica una procedura concorsuale riservata (procedura che non potendo entrare, causa Concordato, nel merito de i contenuti della disciplina, di fatto si limita a sancire, con l'immissione in ruolo, l'illicenziabilità di docenti di una materia che è esclusivamente facoltativa e, in quanto tale suscettibile anche di forti variazioni del numero di coloro che scelgono di avvalersene);

D.M. 24 marzo 2005, n.42, che dispone 9229 assunzioni quale prima tranche delle assunzioni previste nel triennio 2004/2007;

D.M. del 13 aprile 2006, n.37, che delibera l'immissione in ruolo di una seconda tranche di 3077 insegnanti di religione cattolica per l'anno scolastico 2005/2006;

D.M 13 luglio 2007, n.61, con il quale si procede all'assunzione della terza tranche prevista di 3060 insegnanti di religione cattolica.

A tutti gli ins egnanti di religione cattolica è stato concesso di mantenere, dopo l'immissione in ruolo, gli scatti stipendiali maturati durante il periodo di servizio pre-ruolo (poiché nel precedente ordinamento gli insegnanti di religione cattolica non potevano far parte dell'organico ministeriale , era stato loro concesso, di maturare, a differenza di tutti gli altri precari, degli scatti di anzianità biennali). Quindi, a differenza di tutti gli altri docenti, gli insegnanti i religione cattolica hanno ricevuto con l'assunzione a tempo indeterminato un assegno ad personam per compensare la differenza di retribuzione tra la prima fascia stipendiale e quella percepita al momento dell'immissione in ruolo.

Inoltre, mentre ad ogni finanziaria il Ministero della P.Istruzione procede all'aumento del numero di alunni necessari all formazione della classe, nel caso dell' ora facoltativa di religione cattolica il Ministero garantisce al Vaticano che la classe sarà mantenuta indipendentemente dal numero di studenti che hanno scelto di avvalersene (in alcuni casi, anche se rari, il rapporto docente-discenti è di 1 a 1, in genere si avvale dell'insegnamento non più del 60-65% degli allievi di una classe). Col paradossale risultato che un docente di matematica appena entrato in ruolo per insegnare matematica a 30 studenti sarà pagato meno di un insegnante di religione appena immesso in ruolo che insegnerà a 15 studenti senza che lo Stato pagatore, sempre in virtù del Concordato, abbia alcuna voce in capitolo sui programmi e i contenuti dell' insegnamento.

Cosa chiede ancora il Vaticano alla Repubblica italiana oltre ai finanziamenti alle scuole cattoliche e al bonus famigli a da spendere nell'istruzione privata ? Che la religione cattolica sia "fondamento e coronamento" dell'istruzione della scuola pubblica che, nel concreto, vuol dire dare la possibilità agli insegnanti di religione cattolica di "trasmigrare" verso altre discipline attraverso il riconoscimento dei "meriti di servizio" acquisiti nell'insegnamento della religione cattolica, titolo che li porrebbe in posizione privilegiata rispetto ai precari della scuola che, dopo un lungo e faticoso iter formativo, aspirano all'immissione in ruolo nelle discipline di loro competenza.

Il Vaticano chiede e ottiene, grazie anche al silenzio o addirittura alla connivenza sindacale

-che gli insegnanti di religione cattolica partecipino a tutti gli effetti a tutti gli organi collegiali;

-che la frequenza dell'ora di religione cattolica costituisca motivo di ottenimento di crediti scolastici;

-che, pur rappresentando solo una parte degli utenti della scuola, gli insegnanti di religione possano sedere nei Consigli d' Istituto, dove si deliberano le attività integrative e la ripartizione delle spese d' Istituto, il calendario scolastico e quant'altro riguarda la "politica" di una scuola e possano così influire sulle scelte didattiche generali;

-che possano ottenere il distacco dall'insegnamento per collaborare a progetti sull'autonomia scolastica e così contribuire a sperimentazioni che riguardano ambiti didattici che non sono di loro pertinenza e competenza.

-che in base al nuovo accordo negli istituti di istruzione secondaria i docenti di religione cattolica, che si trovino ridotte fino a un quinto le ore di insegnamento obbligatorio , se non completano l'orario nella scuola medesima (completare come ? insegnando qualche altra materia ?) siano utilizzati nell'ambito della scuola di titolarità, per le ore mancanti nelle attività specifiche della scuola e, prioritariamente, per lo svolgimento di supplenze temporanee.
Vedi testo CCNI su http://www.edscuola.it/archivio/norm…_util_0809.pdf e nello specifico pag 5, art.5 (Titolo I, Personale Docente, art. 2).

Gli insegnan ti di religione cattolica potranno quindi sostuire i supplenti temporanei nelle diverse materie ? Perché una laurea in Lettere di un insegnante di religione cattolica dovrebbe valere di più di una laurea in Lettere di un qualunque altro laureato che si vede in base a questo articolo scavalcato dagli insegnanti di religione ?

Perché si può tagliare sui posti di sostegno agli alunni disabili, sul tempo pieno e non si possono nemmeno accorpare le classi nell' ora di religione cattolica ? Non sarebbe questa una battaglia che un sindacato degno di questo nome dovrebbe combattere nell' interesse generale che vorrebbe che l'ora di religione cattolica fosse collocata fuori dell'orario d'insegnamento curricolare e sostituita in orario curricolare, per esempio da un'ora di educazione civica ? Non sarebbe bene che i nostri figli potessero usufruire, tramite la scuola, di un'ora di educazione sessuale o spetta alla Santa Sede decidere le forme e i contenuti dei programmi e delle attività scolastiche ?

Queste ed altre risposte le attendiamo dalle centrali sindacali FLC-CGIL, CISL, UIL, SNALS, CONFSAL, GILDA-UNAMS che hanno firmato il 16 giugno 2008 il nuovo CCNI della P.Istruzione che permette, appunto, l'utilizzazione dei docenti di religione nelle supplenze temporanee.

2 Luglio 2008   |   articoli   |   Tags: