I FRUTTUOSI SANDALI DI DIO

Pubblicato da


Diario Azzurro di Silvano Agosti – 22/5/2010

I FRUTTUOSI SANDALI DI DIO

Nessuno avrebbe potuto conoscere la vicenda accaduta a Torino, a un giovane laureato palestinese, se lo sciopero dei treni non ci avesse fatti incontrare nella sala d’aspetto deserta della stazione.
Fuad in Italia ha frequentato regolarmente il supplizio di tutte le scuole di ogni ordine e grado, approdando a una laurea in Belle Arti che, appena ottenuta, si è rivelata inutile.
“Un artista? Per carità.” Gli dicevano ovunque si offrisse per una qualsiasi occupazione.
Oppure gli dicevano “Un artista? Complimenti.Ci faremo sentire noi.”
Poi più nulla.
Dopo aver cercato inutilmente lavoro Fuad è tornato in Palestina per i funerali della nonna, uccisa in un raid israeliano. Nella soffitta della casupola, frugando tra innumerevoli oggetti di scarso valore, il ragazzo ha trovato una misteriosa scatola con la scritta in arabo “questi sono i sandali che i soldati romani hanno tolto a Gesù prima di metterlo in croce e che si sono giocati a dadi insieme alle sue vesti.”
Tornato a Torino e vedendo ogni giorno code interminabili di pellegrini di fronte all’ingresso del Duomo dove è esposta la Sindone,
Fuad ha avuto l’idea di dare un senso alla sua laurea in belle arti e ha riprodotto in creta un centinaio di minuscole copie uso portachiavi e portafortuna dei “sandali di Gesù”. Poi si è seduto nei pressi della cattedrale mettendo in fila le sue piccole opere d’arte in vendita a 5 euro con la scritta “I sandali di Dio”.
A fianco una bella fotografia a colori dei sandali originali.
Fuad scopre un vero miracolo. In una mezz’ora vende alla gente assiepata in attesa di accedere alla Sacra Sindone tutti i cento esemplari.
Torna a casa e ne fa altri cento e così, giorno dopo giorno.
Tutto sembra funzionare in modo eccellente e Fuad è nuovamente fiero di sentirsi anche italiano. Ma nella mattinata del decimo giorno tre poliziotti in borghese lo invitano a seguirli al commissariato.
“Lei sta facendo una vendita non autorizzata e sostanzialmente basata su una truffa.” Gli spiega gentilmente il commissario “Inoltre essendo extracomunitario mi deve favorire il permesso di soggiorno.”
“Veramente sono italiano “sorride Fuad estraendo la carta di identità “Inoltre i sandali che mi ha lasciato in eredità la mia nonna palestinese sono davvero quelli indossati da Gesù Cristo. La sindone invece lo sanno ormai tutti che gli esami dei periti la fanno risalire al dodicesimo secolo.”
“Sì ma loro rilasciano una ricevuta.”
“E allora?”
“Allora se le cose stanno così si procuri un blocchetto di ricevute e rilasci regolare accertamento di acquisto.”
E’ così che Fuad ha imparato a regolarizzare la sua vita.

24 Maggio 2010   |   riflessioni   |   Tags: