Giorni di un futuro passato

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[voto: 7,1/10]

[attenzione: spoiler inside]

Poco tempo fa avevamo pronosticato come l’ultimo capitolo degli X-men che vede il ritorno alla regia di Brian Singer avesse avuto le carte in regola per diventare uno dei migliori, se non il migliore, film di supereroi.

Giorni_di_un_futuro_passato_(John_Byrne)L’attesa è stata in parte premiata con un bel film avvincente e ben interpretato in particolare da Hugh Jackman e Michael Fassbender e in parte disattesa per alcune incongruenze con le storie originali firmate da Chris Claremont, anche se è ormai chiaro a tutti che i due universi, quello dei fumetti e quello dei film sono assolutamente indipendenti l’uno dall’altro e i primi fungono solo da ispirazione per i secondi.

La trama richiama in ballo i viaggi temporali introducendo una variante interessante (anche in questo caso ripresa dai fumetti), è la coscienza che può viaggiare nel tempo e spostarsi nell’individuo più giovane e non fisicamente il corpo stesso.

Originariamente nei fumetti la storia pubblicata nel 1981 era ambientata nel 2013, nel film dieci anni dopo ovvero nel 2023 che ci viene mostrato come un incubo in cui sia i mutanti che gli umani devono sottostare alle direttive delle cosiddette “sentinelle” originariamente progettate per colpire i mutanti ma che poi avevano esteso il loro campo di intervento anche a chi poteva generarli, ovvero tutti gli umani.

Gli x-men sopravvissuti decidono di inviare un messaggio indietro nel tempo attraverso Wolverine per impedire che Mystica uccida l’ingegnere Trusk, industriale e geniale ingegnere che sfrutta i mutanti anche uccidendoli per creare nuove macchine da guerra. Il suo assassinio infatti causerà l’approvazione dei suoi progetti più letali per colpire i mutanti da parte del governo degli Usa, ovvero la creazione delle sentinelle.

Il Wolverine del 2023 si risveglia in quello degli anni ’70, contatta il professor Xavier e insieme a Magneto cercheranno di impedire che Mystica porti a termine il suo piano. Peccato che Magneto di piani ne ha di personali, e questi comportano anch’essi l’uccisione non solo di Trusk ma anche del presidente degli Usa Richard Nixon.

La discussione fra Xavier e il suo assistente Hank McCoy a proposito dell’inutilità di cercare di modificare la timeline è interessante sotto ogni punto di vista, il secondo sostiene che è come tirare sassi in un fiume si creano delle onde ma la corrente non può essere fermata, il primo è convinto che tutto si può cambiare compreso il carattere delle persone. Per fortuna dell’umanità ha ragione il Prof. Xavier che regala al mondo un futuro senza sentinelle e con la sua scuola per “giovani dotati” a pieno regime.

Brian Singer come al solito è bravo a creare suspence e a dirigere trame complesse, se proprio però vogliamo dire due parole di critica ci sembra un film più volto a creare una nuova timeline per far rientrare in gioco mutanti scomparsi in x-men conflitto finale (ad esempio la bella Fenice e suo marito Scott Summers e lo stesso prof. Xavier) più che effettivamente volto a raccontare la bella storia dei fumetti di per se. Poi se proprio vogliamo dirla tutta, il Prof. Xavier in x-men conflitto finale muore, poi torna dopo i titoli di coda come se la sua coscienza fosse entrata in un uomo in coma… ma in questo filme, o meglio nel 2023 di questo film è sempre lo stesso Patrick Stewart ad interpretarlo… allora? Come la mettiamo? Chirurgia plastica?
Ripetiamo: l’impressione è che Singer non abbia gradito per niente il lavoro di Brett Ratner su conflitto finale e si è voluto semplicemente riappropriare della sua creatura. Una scelta legittima, ma che, insomma, rende il tutto un po’ forzato.
Come i film Marvel ci hanno abituato dopo i titoli di coda c’è un piccolo assaggio delle future saghe, preparatevi perché entra in scena Apocalisse, uno di quei villain così potenti, ma così potenti che non si capiva mai come facevano a perdere contro i paladini del bene. Staremo a vedere.

 

J. Mnemonic

2 Giugno 2014   |   articoli, recensioni   |