Evoluzione

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Cari amici,
consentitemi di appellarvi con amicizia, chiunque opera per arricchire la cultura delle nostre genti è, a prescindere, mio amico, perciò,

cari amici,
ho partecipato alla riunione nella quale si è parlato di evoluzione da voi organizzata, devo dire che sono rimasto sorpreso per il taglio che sia il presentatore sia  Giangi Poli hanno voluto dare alla conferenza:
ridurre il tema dell’evoluzione ad una disputa sull’esistenza di Dio o meno è trasformare un tema grandioso, universale a un fatterello parrocchiale, è come chiudersi gli occhi per non vedere lo spettacolo che invece l’universo ci offre.

L’evoluzione non è una teoria scientifica qualunque, ma è il modo di essere dell’universo; non si limita nel tempo alle specie vegetali e animali, ma inizia dall’origine, risale al momento che le radiazioni, provocate dal big bang, hanno cominciato a materializzarsi e hanno dato corso a tutti gli avvenimenti  che hanno proseguito evolvendosi fino a dare origine alla vita e alla genesi dell’intelligenza umana.
Il movimento è grandioso, si presenta con la costruzione di organismi via via sempre più complessi e organizzati che hanno imboccato una via che utilizza l’entropia ( cioè il consumo di energia ), per le sue costruzioni controcorrente (aumento della complessità organizzata ).

Mentre l’universo sembra avviarsi cioè verso l’appiattimento energetico, la quiete assoluta, quindi la morte, l’evoluzione costruisce strutture sempre più ricche e organizzate, che con il crescere della organizzazione fanno emergere una cosa veramente imprevedibile, la coscienza, cioè la consapevolezza del mondo circostante e la conseguente capacità di utilizzarlo per i propri scopi.
Fino a costruire organismi coscienti di se stessi, in grado di  capire tutto il sistema.
Ridurre tutto questo ad una disputa con i fondamentalisti che non vogliono vedere questo movimento universale, oltre che inutile ( non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere), ci impedisce di gustare fino in fondo lo spettacolo che si presenta davanti ai nostri occhi; è come bendarsi per non vedere.

Le gerarchie cattoliche non sono disponibili a riconoscere l’evoluzione? Lasciamole perdere, inutile disputarci, quel “dio” che impasta del fango per costruire un pupazzetto e soffiarci dentro la vita non esiste, ormai è acquisito definitivamente, ma esiste comunque un problema che non può essere risolto scientificamente: noi sappiamo che tutto un movimento è iniziato col big bang, ed è proseguito con l’evoluzione, ma sappiamo chi o che cosa ha dato origine al tutto? Non lo sappiamo, scientificamente non sapremo mai chi ha provocato il primo movimento non potremo mai provare scientificamente l’esistenza di questo primo “provocatore”, ma allo stesso tempo non potremo mai provare scientificamente che questo “provocatore” non esiste.

Allora lasciamo perdere le dispute, e godiamoci lo spettacolo  dell’evoluzione.

L’evoluzione è una genesi, una nascita, continua tutt’ora? Certamente e non può fermarsi, almeno fino a quando l’entropia avrà provocato l’appiattimento energetico, la morte universale.
Sulla terra durerà fino a quando il sole ci fornirà energia utilizzabile.
Quale esito avrà per noi uomini? Non dobbiamo fare molti sforzi di fantasia per capirlo, basta guardare a quello che sta succedendo:
quando un organismo individuale ha raggiunto il massimo delle sue potenzialità, sembra giunto alla fine del cammino, invece trova una risorsa nella organizzazione,  un indizio in tal senso ci viene dall’osservazione delle formiche, delle termiti, delle api, l’obiezione che non si può guardare a questi organismi perché hanno prodotto individui sterili, che non servono a niente perché non si riproducono come  diceva Giangi Poli, non ha senso, perché sono proprio quegli individui sterili che si prendono cura delle larve e ne assicurano la sopravvivenza, assicurando con ciò la sopravvivenza della specie, questa obiezione comunque mi tornerà utile in seguito.

L’uomo sembra giunto alla fine della sua evoluzione biologica, difficile pensare ad un cervello che si ingrandisca ancora, probabilmente si estinguerebbe per l’impossibilità del parto, d’altra parte l’uomo non ha bisogno di questo tipo di evoluzione: tutti gli organismi viventi hanno fatto fronte alle sfide dell’ambiente modificando il proprio scheletro per affrontare le proprie necessità ( gli uccelli hanno sviluppato le ali, i carnivori, predatori, le zanne e gli artigli, gli erbivori, prede,  lo zoccolo che consente una fuga veloce ), l’uomo non ha più bisogno di modificare il proprio scheletro; quando ha bisogno di uno strumento, costruisce ( inventa ) uno strumento esterno al proprio corpo ed è proprio in questa direzione che si orienta l’evoluzione.
Giunto alla fine della propria evoluzione biologica, imboccata la strada dell’organizzazione, l’evoluzione cessa per l’uomo di essere di tipo darwiniano, e diventa di tipo lamarckiano, trasferisce cioè alle generazioni successive le conquiste fatte; così costruisce organizzazioni sempre più complesse, utilizzando strumenti sempre più raffinati capaci di facilitare la comunicazione e lo scambio delle risorse materiali e culturali, fino a costruire una rete di conoscenze che abbraccia l’intero pianeta.

Oggi, posso comunicare in pochi secondi con mio figlio che vive in  Mozambico, e ho acquistato nel giro di una settimana la batteria di  ricambio per la mia fotocamera, ordinata  in Inghilterra, costruita  in Cina, spedita a Terni dalla Nuova Zelanda, pagata con un click,  con la mia carta di credito.
L’umanità sta costruendo cioè un organismo che tende ad unificare tutte le intelligenze, e tutte le attività utilizzando strumenti sempre più sofisticati, un enorme organismo fatto di intelligenza e di tecnologia, che annulla le distanze e rende istantaneo lo scambio di informazioni.

Questo è quello che sta succedendo sotto i nostri occhi, la differenza con l’organizzazione delle api e delle formiche sta nel fatto che in questo caso non c’è un individuo che viene atrofizzato, ma ogni persona trova nell’insieme la possibilità di potenziare tutte le proprie capacità.

Potete immaginare come mi sono sentito quando ho visto questa visione grandiosa ridotta ad una disputa fra pigmei che vorrebbero ridurre tutto ad un conflitto fra credenti e non credenti, di taglio ottocentesco, che con l’evoluzione in realtà non c’entra proprio niente.
Naturalmente non tutto quello che accade ci consente toni trionfalistici, non tutto è positivo, ma come in tutte le attività umane c’è progresso mescolato a regresso, c’è “bene” mescolato a “male” c’è esaltazione mescolata a depressione. Questa è la condizione umana, almeno per ora.
L’evoluzione costruirà una umanità “migliore”?
Cari amici, cari saluti.
Luigi M.

Gentile amico, grazie per il suo contributo. in qualità di “presentatore” come lei mi ha definito sono a specificarle il fine del Darwin Day così com’è inteso oggi. Il Darwin Day nasce per difendere l’attacco reazionario alla teoria dell’evoluzione fatto da vari movimenti religiosi, cattolici e non, negli ultimi due decenni. Forse non l’ho specificato abbastanza chiaramente all’inizio della conferenza, mea culpa. Che per gli addetti ai lavori il dibattito creazione/evoluzione sia di retroguardia e privo di interesse l’ho scritto io per primo (cerchi sul ns sito “Darwin oltre la sfida tra fede e scienza”). Tuttavia la funzione del Darwin Day è proprio quella, controbbattere ai sempre più frequenti e feroci attacchi creazionisti. Non tutti hanno le sue basi, e non tutti conoscono i meccanismi contingenti che hanno selezionato la “scimmia nuda”. Il Darwin Day non è una conferenza per addetti ai lavori ma divulgativa, e se si fa un giro sui vari siti fondamentalisti vedrà che le cose dette da Giangi Poli sono ben lontane dall’essere accettate. Sinceramente non penso che il relatore abbia ridotto il tutto a un dibattito sulla esistenza di Dio, forse Giangi Poli ha espresso le sue opinioni in merito (soprattutto rispondendo agli interventi) ma non credo che la sua conferenza può essere ridotta a questo. Sperando di averle chiarito il fine della conferenza la saluto e la invito a continuare a seguirci.

Alessandro Chiometti

22 Febbraio 2012   |   articoli, posta e risposta   |