Distrazioni pericolose [Unità]

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AGGIORNAMENTO:
sorprendentemente in ritardo di mesi rispetto alle previsioni,
il politico Camillo Ruini torna ad ingerirsi (poteva mancare?!)
(articolo su La Stampa)

* Carlo Flamigni sull'Unità

Vogliamo parlare dell'aborto selettivo finito in tragedia in un
ospedale di Milano? Leggo sui giornali che il Vaticano «è irato»,
che nessuno ha il diritto di sostituirsi a Dio, che questa è
eugenetica, che bisogna cambiare la legge 194. Spero di non
suscitare ulteriore irritazione dichiarando che sono perplesso.
Anzitutto, mi chiedo di quale Dio stiamo parlando. Non trovo
argomenti razionali per scegliere, vorrei indicazioni più precise:
il Dio degli eserciti? Allah? Geova? Budda?


Non è cosa di poco conto: se si tratta del Dio dei musulmani, siamo nei guai, le
interpretazioni delle scuole giuridiche sull'inizio della vita
personale non sono uniformi e per alcune di loro il feto merita
rispetto solo dopo l'animazione, 40 o addirittura 120 giorni dopo il
concepimento; per gli ebrei è bene andare a chiedere ai rabbini, ma
è molto citato uno di loro che ritiene che l'embrione sia una goccia
d'acqua.

Per i cattolici – ma solo per i buoni cattolici – vale il concetto
della "palla prigioniera" per il quale è sufficiente che i gameti si
tocchino perché si possa dichiarare iniziata la vita personale;
immagino che per un evangelista conti di più il personalismo
relazionale (bisogna che l'embrione entri in contatto con il grembo
materno, perché è così che ha inizio la sua relazione con l'umanità,
che fa di lui una persona), ed esiste una setta, non molto nota ma
ricca di fantasia e di cultura, quella dei Dubitatori di Bertinoro
secondo la quale è possibile (i Dubitatori di Bertinoro non sono mai
certi di nulla) che l'embrione divenga persona solo dopo aver avuto
il primo rapporto sessuale. E se vi sorprende l'incertezza degli
ebrei e dei musulmani, non so cosa mai potrete dire dei cattolici i
quali hanno depositato dal notaio almeno dieci differenti versioni
della teoria sull'inizio della vita personale, sembra che le loro
frequentazioni notarili superino quelle del cavalier Berlusconi. E
mi chiedo come potranno togliersi dall'imbarazzo atei e agnostici
razionalisti che all'esistenza di dio non credono e che da Dio,
Geova, Allah, Budda si tengono lontani, anche seguendo il consiglio
dei genitori che li hanno sempre pregati di guardarsi dagli
sconosciuti.

Certo che, di fronte a tanta confusione, il rigore della Chiesa
cattolica mi impressiona, tanta determinazione deve essere per forza
indice di certezza. Non è che saranno loro i proprietari della
verità? Ho cercato conferma di questa straordinaria sicurezza, e
siccome sono ingiustamente accusato di essere un anticlericale, sono
andato a curiosare nel paese che ha, unico in Europa, il privilegio
di aver legiferato contro l'aborto volontario, seguendo
pedissequamente le indicazioni di Santa madre chiesa, l'Irlanda.
Potevo scegliere meglio di così? Ebbene, non voglio tenervi in
sospeso.

L'Irlanda ha inserito nella sua Costituzione questo articolo: «Lo
stato riconosce il diritto alla vita del non ancora nato, nel
rispetto dell'uguale diritto alla vita della madre, e garantisce
nelle sue leggi di rispettare e, per quanto possibile, di difendere
e tutelare tale diritto con leggi opportune». Perfetto.

Solo che nel 2002 il governo irlandese propone di modificare un
pochino questa norma e di approvare una nuova legge che conferma il
divieto assoluto di abortire, ma che cambia un po' le regole del
gioco perché afferma che «è punita la distruzione intenzionale della
vita umana non ancora nata dopo che sia stata impiantata
nell'utero». Non è cosa di poco conto: con questa norma si legittima
la pillola del giorno dopo, l'inserimento delle spirali e la ricerca
sugli embrioni in vitro, tutte cose che il Magistero romano respinge
con fierezza e con determinazione. Ebbene, si va al referendum, si
chiariscono gli schieramenti, e guarda un po' chi ritroviamo tra i
favorevoli a questa nuova norma: l'episcopato cattolico irlandese,
tutti i 26 vescovi titolari e i 9 vescovi ausiliari. Follia?
Disobbedienza? Ebbene, qualcuno insinua che la promessa del governo
di risarcire le centinaia di vittime di abusi sessuali compiuti sui
bambini da membri del clero tra gli anni cinquanta e settanta abbia
avuto un qualche peso. Allora, chi sono io per giudicare le
intenzioni? Però concedetemi di essere perplesso (e anche un po'
deluso).

Passiamo al problema dell'eugenetica. Qui dobbiamo chiedere scusa ai
genetisti che ci dicono che eugenetica significa semplicemente buona
genetica, e la buona genetica l'approvava persino Pio XII.

Sempre chiedendo scusa ai genetisti, provo a definire meglio questo
termine: immagino che nelle intenzioni significhi semplicemente
genetica positiva migliorativa, il che significa volontà di ottenere
qualcosa di migliore di quello che la natura ci offre. Ho qualche
obiezione. Oggi la genetica non è in grado di fare alcunché di
positivo, come costruire bambini più intelligenti e più coraggiosi,
ma si limita a evitare che nascano bambini destinati a una vita di
sola sofferenza o portatori di patologie che proporrebbero ai
genitori e al resto dei famigliari sacrifici e problemi
insopportabili, sulla base del principio che l'umanità non è in
grado di accettare tutto quello che la natura impone. So, per aver
convissuto con questi problemi per tutta la vita, che le coppie che
vengono messe di fronte a queste possibili scelte passano attraverso
a un vero inferno e credo che nei loro confronti l'unico sentimento
moralmente accettabile sia quello della compassione. Mi sembra che
da questa Chiesa, oggi, ci arrivino molte cose – verità, dogmi,
anche pietà, se proprio volete – ma nessuna compassione e questo non
delude solo me, delude anche i molti cattolici che ritengono giusto
vivere la fede in modo del tutto diverso. Tutte le volte che succede
qualcosa del genere, il genere di cose che sono fondamentalmente
ascrivibili a un errore, ma che fanno scattare un interruttore nel
petto dei cattolici più intransigenti, non passano dieci minuti –
potete rimetterci l'orologio – che la senatrice Binetti dice che
bisogna cambiare la legge 194 e il ministro della Salute afferma che
bisogna meditarci sopra.

Ho già detto che sarebbe come chiudere le autostrade perché un
automobilista si è addormentato al volante e ha causato un incidente
mortale. Errori ne abbiamo fatti tutti e continueremo a farne, è
indecoroso approfittare di uno dei tanti per sputtanare una legge
che ha dimostrato di funzionare perfettamente. Dal 1983 ad oggi le
interruzioni volontarie di gravidanza sono diminuite di più del 45%
e ciò malgrado la presenza nel paese di molte nuove cittadine che
non hanno ancora le idee chiare sul controllo delle nascite.
Consiglierei al ministro, non appena ha finito di meditare (attività
che peraltro considero meritoria) di preoccuparsi dell'uso illecito
che molte cittadine che arrivano dall'Europa dell'Est fanno delle
prostaglandine, acquistate per il mal di stomaco e utilizzate come
abortigeni.

Concludo: sono assai poco interessato all'ira del Vaticano, non sono
fatti miei; mi piacerebbe invece vedere almeno un po' di irritazione
nelle donne italiane di fronte a certe dichiarazioni. Pensateci
ragazze: i diritti si acquisiscono al termine di lunghe e faticose
battaglie e si perdono, per un attimo di distrazione, magari mentre
state fondando un nuovo partito.

3 Settembre 2007   |   articoli   |   Tags: