COME SONO DIVENTATO STUPIDO di Martin Page

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L'intelligenza può diventare un ostacolo?

La risposta dell'autore di un testo dal siffatto titolo
non può che essere "sì".
In un mondo in cui per essere accettati,
per fare carriera, per trovare un compagno o una compagna è più
utile essere componenti indistinguibili della massa di non o poco
pensanti, l'intelligenza, spesso causa di originalità di pensiero
nonché fonte di dubbi e domande, può davvvero essere vista come
una pecca, se non una malattia!
Il protagonista, benché solo venticinquenne, in seguito ad una
autoironica analisi della propria vita arriva a decidere di voler
guarire dall'intelligenza. La cura consiste sia nel fare molte
delle cose che aveva fino allora evitato (in primis, rimbambirsi
davanti alla televisione) sia nel fare il contrario di quello cui
era ormai abituato (ad esempio, facendo la spesa scegliendo i
prodotti più pubblicizzati, senza controllarne gli ingredienti).
La felicità (?) di essere "come gli altri", senza più le
caratteristiche distintive di una personalità propria, non dura
molto, però: gli amici di un tempo che non si arrendono alla resa
del loro smarrito amico, e gli organizzano una sorpresa, nella
speranza di stimolarlo a tornare ad usare la sua intelligenza.
Il libro ci lascia con un finale aperto, cioè senza farci sapere
se il tentativo di recupero è andato a buon fine.
A me piace pensare di sì.

Come sono diventato stupido
di Martin Page

18 Maggio 2005   |   articoli   |   Tags: