Colpiti i diritti delle donne. Pillon esulta!

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Simone Pillon non ha mai nascosto il desiderio di vedere cancellato il diritto all’aborto nel nostro Paese. D’altronde, da bravo catto-talebano asservito ai poteri ultraconconservatori che vogliono “ristabilire l’ordine naturale” ha sempre definito l’aborto un reato e lo immaginiamo invocare la carcerazione di tutte le donne che vi ricorrono e dei medici che lo praticano, esattamente come previsto dal codice penale italiano del 1930.

Intanto esulta per l’approvazione della delibera che prevede il regime di ricovero di tre giorni per la somministrazione della RU486, nascondendosi dietro la volontà di tutelare la salute della donna: di fatto questa scelta non fa altro che complicare l’accesso all’Ivg già reso un percorso ad ostacoli per la massiccia presenza di obiettori negli ospedali, di personale giudicante e di associazioni pro life e preti che cercano di fare pressione sulle donne, delle sedute ridotte al minimo che prevedono tempi di attesa lunghi ed estenuanti.


Il Senatore Pillon attacca la sinistra perché opponendosi alla delibera antepone l’ideologia alla tutela della salute: ci duole dover ricordare che sono stati impiegati ben otto anni per rendere effettiva la somministrazione in Day Hospital della RU, tra vari giochi e mediazioni politiche sulla pelle delle donne. Solo grazie alle pressioni delle organizzazioni femministe e laiche, delle professioniste pro choice, di una società civile consapevole e libera, si è raggiunto questo risultato nel 2018, nonostante si siano succeduti due governi della Regione a maggioranza di centro sinistra e guidati da due donne.
Ricordiamo qui un intervento di Marina Toschi a tal proposito.


Pillon banchetta sui corpi delle donne, è ora di avvelenare questo banchetto.

Silvia Menecali


12 Giugno 2020   |   articoli, attualità   |   Tags: , , , , , ,