Che bello giudicare!

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giudice-the-wall

 

(Troviamo su facebook e ripubblichiamo in forma anonima con il consenso dell’autrice)

Cari italiani,

Se alla fine di questo messaggio non siete d’accordo con quello che dico cancellatemi dai contatti. Anche se siamo imparentati o andiamo a fare l’aperitivo insieme quanto torno a casa.

Non rispondete, non scrivete qua sotto, non voglio sapere quello che pensate. Non voglio dialogare perché non ritengo siate all’altezza della mia attenzione. Quindi, con questo tocco di presunzione, vi dico “cancellatemi” almeno guadagno pure spazio per altre persone più interessanti.

Se siete veramente degli amici saprete che da sei anni vivo all’estero. Non sono spesso aggiornata su quanto accade in Italia (per fortuna o purtroppo), ma una notizia oggi ha attirato la mia attenzione e mi sono andata a documentare. Ho passato un’ora intera sul treno a leggere articoli, blog, documenti, giornali online, e chi più ne ha più ne metta. Si, perché sono una di quelle cretine che prima di aprire bocca ancora cerca di documentarsi senza essere di parte, poi si schiera. Pensa che scema, eh?

E quindi sono andata a leggere di una ragazza di cinque anni più giovane di me che si è suicidata proprio oggi (da voi ieri). Una tragedia del genere umano. Una debolezza emotiva che per forza deve nascere da un dolore profondo e da un fortissimo senso di impotenza. E qual’era questo dolore profondo che causò questo fortissimo senso di impotenza?

L’odio.

Si, l’odio umano. Perché non è stato il sesso a portare Tiziana Cantone al suicidio, sono stati i famosi “benpensanti” italiani. Quelli che amano parlare. Quelli che amano giudicare. Quelli che godono nel chiamare “troia” una “femmina” (e uso questo termine consciamente). Si, quelli che pretendono certe cose dalla propria “femmina”, ma che se poi quella “femmina” gli fa girare le palle allora la chiamano “troia” e anche “puttana”.

E apro ora la parte dedicata alle femminucce che hanno accusato Tiziana come se fosse loro madre. Come se avesse umiliato la loro famiglia. Come se loro, le femminucce, certe cose non le facessero. No perché a sentire come parlano le femminucce arrivano tutte vergini al matrimonio. Poi fanno sesso a luce spenta. Poi vanno a dormire nel lettino accanto a quello del marituccio. Si, perché le brave femminucce che commentano tanto e giudicano tanto, usano il sacro atto sessuale esclusivamente a fini riproduttivi. Perché si sa che sennò è peccato, e loro non peccherebbero mai. Perché loro sanno cos’è giusto e cos’è sbagliato, e quello che ha fatto una come Tiziana è sbagliato. E forse sono anche un po’ d’accordo, perché è sbagliato fidarsi.

Si, non ti puoi fidare di un uomo. Non puoi pensare ingenuamente che uno di quei maschi che non hanno problemi a chiamare le femmine “troie” non vada a divulgare qualcosa di personale per rovinarti la reputazione. Si perché poi la reputazione si rovina sempre e solo alle donne. Oh, fosse mai che si possano toccare gli uomini!

Chi mi conosce bene sa che non ho nessun tipo di affiliazione o particolare empatia per il femminismo, ma è inutile negare che la società moderna (e antica) è dominata dal potere maschile. L’uomo può scoparsi quante donne vuole, lo sappiamo, è un grande!

L’uomo può filmare tutti i rapporti che vuole, e diventa un eroe!

L’uomo non ha aggettivi che gli si possano usare contro se commette un atto “impuro”, perché IL SESSO è maschile.

IL => articolo determinativo maschile singolare

SESSO => sostantivo maschile singolare

In quanto atto maschile solo i signori maschi possono farlo apertamente, senza pregiudizi, senza vergogna, e senza sentire il desiderio di nascondersi e cambiare nome, tanto meno di suicidarsi.

Insieme all’essersi fidata, incolpo Tiziana di essersi arresa a quello che le stava succedendo in modo passivo. Forse se avesse fatto come Paris Hilton (diventata famosa dopo il filmino porno) o come Kim Kardashian (diventata famosa dopo il filmino porno) forse ora non solo sarebbe viva, ma forse sarebbe anche un po’ più ricca. Invece Tiziana si è arresa immediatamente di fronte alla malvagità umana. E poi si è pure dovuta sentir dire da un giudice (un’altra femminuccia benpensante) “Devi pagare 20.000 Euro di spese legali a Facebook & Co.” Si, perché vederti umiliata e senza futuro non ci basta. Vogliamo vedere fino a che punto resisti. E poi perché la devi pagare. Come ti sei permessa di usare il tuo corpo come ti pare? Non va mica bene, dobbiamo insegnare una lezione a te e tutte le troie come te.

E bravo giudice! Hai visto fino a che punto ha resistito?

E come dormi stanotte? Bene! Perché il giudice ha sempre ragione. Ha studiato legge! Si chiama “giudice” perché viene pagato per “giudicare” d’altronde.

Invece il resto degli italiani che non ci hanno messo troppo a giudicare manco vengono pagati per farlo, ci guadagnano solo in autocompiacimento “Perché io certe cose non le faccio!”.

Non la conoscevano, non sapevano da che passato venisse, non sapevano chi fosse il padre e se esistesse, non sapevano se fosse veramente fidanzata o no, non sapevano niente però hanno giudicato. Che bello giudicare! Ci si sente tanto intelligenti, ma proprio tanto tanto!

Poi che lei non avesse tradito il ragazzo ma che in realtà era lui a riprendere i filmini e a farglieli girare perché gli dava gusto non lo sapevano. Poi manco ci vogliono credere, perché loro sanno tutto.

Va bene, basta mi sono stufata pure di scrivere.

Il messaggio è chiaro, Tiziana ha commesso un peccato orrendo: si è fidata e non ha sfruttato l’occasione. Per il resto non ha fatto nulla che voi femminucce e maschi non fate in continuazione. Sai che ridere se esce fuori un filmino di una di voi femminucce che avete parlato tanto in questo anno?

E ripeto, se hai letto e non sei d’accordo non commentare, non rispondere, non voglio manco sapere che esisti, toglimi dai contatti e basta. Facilissimo!

18 Settembre 2016   |   articoli, riflessioni   |