Cerimonie Laiche: perché si

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Dibattito vivo nel mondo laico di fronte all’espandersi delle cosiddette Cerimonie Laiche.

Se da una parte c’è chi saluta il loro arrivo con estrema soddisfazione dall’altro c’è chi vede in queste cerimonie uno scimmiottamento del mondo cattolico/religioso e preferisce vivere la sua vita senza scandirla in riti di passaggio.

libro richardVediamo intanto cosa sono queste cerimonie laiche, consistono essenzialmente in tre tipi Matrimoni, Funerali e Benvenuti (naming nel mondo anglosassone), ma parlando del mondo laico nessuno vieta a nessun’altro di celebrare come più gli aggrada qualsiasi passaggio della vita che ritiene importante.

Se matrimoni e funerali sono noti ai più occorre spendere due parole sul benvenuto che significa accogliere nella nostra società il nuovo arrivato, sia che si tratti di un figlio legittimo o che si tratti di un adozione. In particolare questa cerimonia trova molte resistenze perché sembra essere una “copia” del battesimo.

Chi scrive non solo saluta con favore l’arrivo di queste cerimonie ma ha anche partecipato all’apposito corso organizzato dall’Uaar per diventare un celebrante laico.

Perché si alle cerimonie.

Inutile nascondersi o girarci intorno a quasi tutti fa piacere festeggiare gli eventi importanti che scandiscono la vita. Dal nostro punto di vista lasciare questo compito solo alla funzione religiosa è sbagliato, perché il mondo laico ha molto da dire su come affrontare un matrimonio, su come lasciare questa vita o come accoglierla nel caso dei figli. E noi laici lo vogliamo anche dire con forza. Celebrare un avvenimento con una cerimonia laica vuol dire riappropriarsi da parte nostra di ciò che ci è stato tolto ed evitare di fare le cose solo per scuse goffe del tipo “in chiesa le foto vengono meglio” o “la cerimonia nuziale civile è deprimente”.

Le cerimonie laiche possono essere belle e significative quanto quelle religiose, anzi, per un laico certamente di più.

Perché un cerimoniere?

Qualcuno obietta: “non ho bisogno di un cerimoniere, io la festa la faccio e me la godo da solo”. È vero un cerimoniere non è strettamente necessario, se sei in grado puoi organizzare benissimo la festa di benvenuto al tuo nuovo figlio da solo. Ma permettetemi di dire che in primo luogo, il fatto che ci sia un cerimoniere che per un quarto d’ora “suggerisca” lo svolgimento delle letture o l’ascolto della musica e che dica due parole concordate non impedisce che la festa riesca, anzi. Noi laici, da bravi mente libere vediamo spesso con riluttanza ciò che è cerimonioso poiché sappiamo bene chi ci ricorda. Tuttavia non dobbiamo dimenticare mai che nel nostro caso i cerimonieri non sono mandati da dio, non agiscono per conto di entità trascendentali e non vogliono dare un giudizio sulle nostre scelte. Siamo noi che li chiamiamo e gli diciamo “dammi una mano ad organizzare questa festa”, oppure nel caso di un funerale “dammi una mano perché questo mio caro sia ricordato in modo degno”.

Inoltre, cosa non meno importante, bisogna ricordare che molto spesso chi è al centro della festa di matrimonio non può fisicamente leggersi gli articoli del codice civile, e che chi ha subito un lutto spesso non ha la forza per parlare alle persone. Allora perché non accettare semplicemente che qualcuno di questo ruolo ha bisogno?

Insomma, siamo laici, chi non le vuole le feste e le cerimonie non le avrà ma lasciate che chi è laico e vuole celebrare i passi importanti della sua vita non sia costretto a chiamare un prete. E per favore non giudicatelo “meno laico” perché ha bisogno di una festa o di un funerale degno, non è da laici dare giudizi sulla vita degli altri.

Alessandro Chiometti

29 Gennaio 2015   |   articoli, attualità   |   Tags: ,