Anacleto Verrecchia (su Giordano Bruno)

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«Come si spiega l'accanimento della Chiesa contro il frate di Nola? La risposta va cercata nella filosofia stessa di Bruno, la quale teorizza non solo che l'universo è infinito, ma che è eterno, cioè che è sempre esistito e sempre esisterà. Tutto questo rende superfluo un dio creatore, che infatti non si saprebbe dove piazzare. Ma se non c'è posto per un dio, non c'è neppure per i chierici, suoi ministri: tutti disoccupati!


Visto così, Bruno dev'essere subito apparso un filosofo troppo pericoloso per la Chiesa, e ciò spiega perché essa, dopo averlo ucciso, abbia sempre cercato di insegretirlo o almeno di diffamarlo. Se avessimo tutti gli atti del processo, anziché solo frammenti o spezzoni, sicuramente verrebbe fuori che il vero motivo della sua condanna al rogo fu soprattutto la teoria dell'universo infinito ed eterno. Invece la Chiesa ha accettato, in qualche modo, la teoria del Big- Bang, dicendo che solo un essere onnipotente, in altre parole un dio, poteva provocare una simile esplosione cosmica. Già, ma quell'esplosione potrebbe anche far pensare che Dio si sia sparato. Infatti né in terra né in cielo c'è traccia di un essere sommamente buono come quello di cui cianciano i chièrici. Motivi per spararsi non gliene mancavano di certo, dopo aver «creato» un mondo come questo. È ciò che pensa anche Schopenhauer: «Se un dio ha fatto questo mondo, io non vorrei essere quel dio, perché il dolore del mondo mi strazierebbe il cuore»

Da Giordano Bruno, la falena dello spirito
di Anacleto Verrecchia

Anacleto Verrecchia scrive (anche) su Tuttolibri de La Stampa

19 Settembre 2005   |   articoli   |   Tags: