Al Confini dell’ impero

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L’Impero è la nostra Comunità Europea. I suoi nuovi confini sono ad est, dove i paesi che facevano parte di un altro impero, quello Sovietico, rappresentano una nuova frontiera piena di opportunità per chi ha pochi scrupoli; dove i Diritti Umani, di cui la stessa Comunità Europea si fa paladina, non vengono riconosciuti o vengono negati in nome del profitto legato alle industrie e al mercato del sesso.

Anni fa, nel 2005 per l’esattezza, mi capitò di vedere al cinema “Hostel”, film horror ambientato nei paesi dell’est Europa. Uscendo (disgustato) dalla sala ricordo che pensai del regista “il solito americano per cui la civiltà finisce al di fuori della bandiera a stelle e strisce”.
Ora che invece ho letto questo libro-inchiesta  di Giuseppe Ciulla devo confessare che, mio malgrado, devo rivalutare il lavoro di Eli Roth in quanto evidentemente aveva un’idea più vicina alla realtà di quei paesi di quanto potessi avercela io.
Tolte le inevitabili esagerazioni cinematografiche, Ciulla racconta, con uno stile narrativo impeccabile, di interi villaggi a pochi chilometri dal confine con la civile Germania trasformati in supermercati del sesso proibito. Di bambini rom messi sul marciapiede ad attirare il “turista sessuale” a cui non serve più arrivare in Thailandia per dar sfogo alla sua malattia, gli basta oltrepassare di pochi chilometri il confine Germania – Rep. Ceca.
Ma l’inchiesta non si ferma qui, ovviamente, il mercato del sesso (prostituzione e cinema porno) è solo uno degli aspetti di questo viaggio di 5000 km che il giornalista della Rai, accompagnato dal fotografo Damiano Meo (i cui scatti sono inseriti nel libro) ha fatto usando mezzi pubblici (treni e autobus) lungo il confine del nostro impero.
Dico “nostro” perché ormai da alcuni anni questi paesi sono facenti parte della civilissima Unione Europea, che fa della difesa dei diritti umani, civili e sociali, la sua bandiera.
Quindi non dico che come d’incanto ci si debba svegliare tutti nella pubblicità del mulino bianco, ma forse neanche che continuino ad esistere lager come quello di Popesti per bambini con problemi fisici o psichici. Se durante il comunismo l’aborto era vietato, altrettanto vietato era mostrare per strada i propri handicap, quindi rinchiudere queste persone in strutture lager era la normalità. Chi sperava che l’ingresso nell’UE facesse cambiare qualcosa è rimasto deluso, ancora oggi in Romania non si vedono persone disabili in strada. Dove sono? difficile dirlo, visto che nei nosocomi non è quasi possibile entrare, o per lo meno Ciulla durante la sua inchiesta non ci è riuscito.
Oppure, ma forse in tempi di liberismo sfrenato è chiedere troppo, in un Unione Europea che fa della difesa dei diritti la sua bandiera non ci dovrebbero essere imprenditori italiani che segregano lavoratori cinesi e “bangladeshini” nella loro industria tessile a Bacau e poi si vantano di essere benefattori. E magari neanche multinazionali francesi che pagano lo straordinario agli operai con del latte e un pezzo di sapone.
La conclusione di questo viaggio di Giuseppe Ciulla e Damano Meo non può che lasciare l’amaro in bocca e dare l’impressione di un’occasione persa da parte della nostra civile Europa. Invece di estendere i diritti conquistati abbiamo consentito a chi  vuole calpestarli di farlo impunemente.

 

Alessandro Chiometti

 

NB: La presentazione del libro “Ai confini dell’impero” e inaugurazione della mostra fotografica ad esso collegata ci sarà a Terni il 22 Ottobre 2011 alle ore 16,30 presso la sala comunale di Via Aminale. Saranno presenti gli autori. L’ingresso è gratuito.
Per informazioni: info@civiltalaica.it oppure 348.4088638

 

4 Ottobre 2011   |   in evidenza   |