AI NOSTRI CRITICI

Pubblicato da

Alcuni nostri lettori hanno mosso delle critiche all'ultimo editoriale
comparso nel numero 6 di Civiltà Laica, intitolato "All'armi siam
laicisti!".

Ammesso che ce ne sia bisogno, ribadisco che non solo chiunque ha il
diritto di esprimere il proprio dissenso su qualsiasi cosa, ma anche
che sarebbe il colmo che chi fa parte di un'associazione, che si chiama
Civiltà Laica, pretendesse che il proprio operato fosse esente da
critiche, che, tra l'altro, quasi sempre costituiscono uno stimolo per
migliorare.

Ed è in questa ottica di dialogo, finalizzato ad una continua crescita
di tutte/i, che intendo fornire delle delucidazioni sulle varie parti
di quell'editoriale.


1) Nei primi due capoversi, ho inteso mettere in risalto quello che, pur essendo un inoppugnabile dato di fatto, era taciuto non solo dai vincitori e dai mass media (prontamente allineatisi), ma anche dagli sconfitti; tacere su questo avrebbe significato non solo non fornire un elemento di riflessione ai lettori, ma, pure, rientrare in quell'omologazione mentale contro cui Civiltà Laica da sempre combatte.

2) Nel terzo capoverso, ho definito la Destra clerico-fascista, perché ritenevo che, al di là della fumosità giornalistica, questa fosse, anche sulla base di precedenti storici, la sua qualifica più pregnante; attualmente, penso che le dichiarazioni, successive all'editoriale, di Berlusconi e di Benedetto XVI, da un lato, di La Russa e di Alemanno, dall'altra, suonino come conferme di quella definizione.

3) Dal quarto capoverso in poi, ho trattato l'argomento per noi di Civiltà Laica sicuramente più importante: la Laicità dello Stato nel nuovo scenario politico determinato dalle elezioni di Aprile 2008.

A noi non sembra che ipotizzare quale fine avrebbero fatto le tematiche elencate (i diritti civili dei cittadini conviventi, il testamento biologico, il divorzio breve) significhi essere mossi da un'ostilità pregiudiziale nei confronti di questo Governo.

Era ed è sufficiente basarsi su tutto quello che le forze politiche, che lo compongono, hanno detto e fatti quando erano all'opposizione.

Soprattutto, nell'editoriale è scritto:

"… chiunque avesse vinto, avrebbe accantonato argomenti quali i diritti civili dei cittadini conviventi, omosessuali o meno, il testamento biologico, il divorzio breve".

Questo perché, indipendentemente dalle scelte elettorali di ogni membro, simpatizzante, lettore di Civiltà Laica, è ferma convinzione di, per lo meno, buona parte dell'Associazione che, attualmente, l'egemonia clericale è così forte tra i Partiti presenti in Parlamento che non ci si può attendere da loro un'attenzione reale e produttrice di risultati concreti per le problematiche laiche.

Non a caso, l'editoriale si concludeva con un appello a: "… tutti coloro per i quali la Laicità è un valore basilare…" ad impegnarsi concretamente e personalmente.

Infine, se la memoria non m'inganna, Civiltà Laica criticò, e fortemente, come è suo costume, tutte le decisioni del precedente Governo su cui non era d'accordo; a titolo puramente esemplificativo: i DICO; così come criticò la decisione di Veltroni di intitolare la Stazione Termini a Giovanni Paolo II, nonché tutti gli atti di contrizione del Centrosinistra per la mancata visita di Benedetto XVI all'Università La Sapienza di Roma.

In ogni caso, discutere e confrontare i rispettivi punti di vista è senz'altro più gradevole e produttivo dell'asfissiante silenzio con cui, spesso, vengono soffocati/ignorati i problemi veri dei cittadini.

12 Novembre 2008   |   articoli, posta e risposta   |   Tags: