Addio a Piergiorgio Welby

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Funerali laici domenica 24/12/2006 (Roma)

Staccata la spina a Welby
Parla l'anestesista Riccio

"Lasciatemi morire" di Piergiorgio Welby

Welby e l'Italia che non sa scegliere
Di Giuseppe Morello

Mario Riccio, l'anestesista di Cremona, ha fatto quello che la politica non
riuscirà mai a fare: ha preso una decisione assumendosi una responsabilità.
Ha trovato il coraggio di staccare la spina di Welby, sapendo che lo
aspetterà un tribunale. Sembrerà paradossale, ma dall'epilogo di questa
vicenda sale un intenso odore di libertà. Quella di Welby, che aveva chiesto
di disporre della sua vita come meglio credeva. E quella di un medico che ha
deciso di utilizzare, pagandola a caro prezzo, la sua di libertà perché
meglio si dispiegasse quella del suo paziente.



Giusto o sbagliato, Welby ha ottenuto ciò che voleva. Gli dobbiamo
gratitudine, perché è grazie a lui che abbiamo potuto riflettere su un tema
che un giorno potrebbe riguardare direttamente ciascuno di noi. Ma è proprio
qui il problema. Welby ha chiuso il suo caso individuale nel sollievo
generale di quelli che ben comprendevano le sofferenze, ma la sensazione di
sollievo si smorza se riflettiamo sul fatto che Welby ci ha lasciati con il
problema intatto. Si è compiuta una parabola individuale, ma è rimasto nelle
nostre mani il cerino acceso di un problema che in Italia – dove si fatica
persino a introdurre un po' di concorrenza tra i tassisti – non troverà
soluzione perché nessuno fa scelte. Già c'è chi, come Volontè dell'Udc,
punta il dito parlando di omicidio, oscurando in un accusa grezza e corriva
una questione che ha molte sfumature, non esclusa quella che Volontè voleva
rappresentare. Welby ci ha lasciati, ma restano ancora molte persone
sofferenti che forse non troveranno mai il loro Mario Riccio, il loro
coraggioso Caronte.

giuseppe.morello@affaritaliani.it

Giovedí 21.12.2006 16:30

21 Dicembre 2006   |   articoli   |   Tags: