Votare o non Votare… questo è il dilemma.

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Giunti alla fine di questa fiacca e ridicola campagna elettorale confesso che non ho ancora un idea su quel che farò il 13 e il 14 Aprile.

Cerco di riassumere il triste scenario dell’offerta che si dipana di fronte ad un cittadino italiano fieramente laicista e fieramente di sinistra come me.

Lo scenario a cui mi rivolgo è quello che m’interessa e non parlo neanche delle varie coalizioni e partiti ideologicamente non affini.

Dato che per definizione sono di sinistra scarto a priori il PD che per sua stessa definizione non è un partito di sinistra, tant’è vero che non entrerà a far parte neanche del PSE (condizione a mio giudizio minima per definirsi anche “vagamente” di sinistra).

Gli unici motivi che potrebbero spingermi a votarlo sono quelli legati all’antiberlusconismo, ma come ho già avuto modo di dire in passato, è da sciocchi continuare a dare un voto contro Berlusconi a chi, in sette anni di governo, Berlusconi ha protetto e difeso da ogni possibile soluzione politica al suo incredibile conflitto d’interessi.

Un voto che tenga conto solo della mia natura laicista, andrebbe senz’altro al Partito Socialista di Boselli (dato che i radicali si sono autoimbavagliati affiliandosi al PD di Veltroni), ma non è certo colpa mia se costoro si ostinano a candidare gente impresentabile come De Michelis e si autoescludono dal mio voto offrendo a Mastella la possibilità di candidarsi.


C’è quindi la variegata Sinistra Arcobaleno che, devo ammettere, come programma è a me molto vicina, sia nei temi sociali che nei temi laici.

Ma per concedere a loro il mio voto dovrei:

1) ignorare la discutibile scelta di candidare premier il folgorato sulla strada di Damasco, Fausto Bertinotti, l’uomo che più di ogni altro ha sbagliato tutte le scelte politiche nell’ultimo quinquennio (a cominciare dall’autolesionista candidatura alle primarie dell’Unione, passando per la rottura con i movimenti a causa dell’apporto alle scellerate politiche di Prodi, proseguendo con la castrazione delle aspirazioni del suo partito barattando l’opportunità di avere ministeri importanti con un inutile presidenza della Camera, giungendo all’apoteosi con la solidarietà a Giuliano Ferrara)

2) Soprassedere sul fatto che anche se durante questa campagna elettorale hanno tenuto ben da conto i temi laici, poi al dunque questi vanno a farsi benedire come dimostra l’incredibile sostegno al clericalista Rutelli come sindaco di Roma (e speriamo che Grillini faccia il miracolo altrimenti tanto varrebbe affidare direttamente a Ratzinger il governo della città, ufficialmente intendo, perchè di fatto grazie al quasi ventennio Rutelli-Veltroni già ce l’ha).

Io sinceramente non ce la faccio ad ignorare a cuor leggero questi due aspetti che pesano come un macigno sulla Sinistra Arcobaleno.

C’è poi il discorso della Sinistra a sinistra della Sinistra Arcobaleno (perdonate il gioco di parole).

Se in un primo momento avevo salutato con entusiasmo la nascita di Sinistra Critica, poi mi sono cadute le braccia quando ho constato che l’assurdo si andava verificando. A sinistra della sinistra ci sono tre (se non quattro in alcune circoscrizioni) formazioni politiche che si fanno la guerra per spartirsi le briciole dello zero-virgola-niente. La Sinistra Critica già citata, il Partito Comunista dei Lavoratori di Ferrando, e anche il tristissimo “Per il bene comune” di Fernando Rossi.

Ma è mai possibile che non si può tirar fuori una bandiera rossa senza che appaia un altro deficiente che cominci a strillare “la mia bandiera è più rossa della tua”?

Cosa abbiamo fatto di male noi di sinistra per meritarci questo scempio? Non si può e non si deve continuare a premiare chi fomenta divisioni all’interno della sinistra e non è in grado di giungere ad un accordo con partiti che hanno posizioni a lui vicinissime. Il divisionismo è senz’altro il male principale della Sinistra, non italiana ma mondiale.

Concludendo, non so proprio se andrò a votare per qualcuno in questa tornata elettorale, di certo sono sicuro che astenersi (a differenza da quanto propagandato da qualcuno) non servirà assolutamente a niente, se non ad essere in pace con la mia (e sottolineo mia) coscienza.


Insomma se cercate un chiarimento o un idea per decidere cosa fare il 13 e 14 Aprile, non parlate con me! Io sono già abbastanza depresso per conto mio…


Alessandro Chiometti

 

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