TORTURA. A FIN DI BENE?

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La Chiesa che tortura verrà presentato dall’autore di questo post, Sabato 19 Giugno 2010 a Perugia.

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1) Pierino Marazzani, a cui ogni laico deve non poco per il suo veramente meritorio Calendario di effemeridi anticlericali, giunto quest’anno al suo 19° anno di vita, ha recentemente pubblicato: “La Chiesa che tortura” [1], dando, così, vita ad un’ideale, seppur tragica, trilogia: “La Chiesa che offende” (1993), “La Chiesa che censura” (1995). Una caratteristica fondamentale di questi testi, volutamente e giustamente polemici, soprattutto in quest’epoca che, tra le sue numerose disgrazie, contempla pure quella del politically correct, è l’essere supportati da una documentazione storica, che spazza via i melensi/sdolcinati ed interessati negazionismi, intessuti dagli apologeti dell’istituzione Chiesa.

2) Pertanto, pure i “Due millenni di sevizie ecclesiastiche” sono esaminati in maniera metodica ed accurata, pur se necessariamente sintetica, ed offrono la panoramica del trattamento realmente riservato dai Ministri della Religione dell’Amore ai Pagani, agli Ebrei, ai Musulmani, agli Eretici, alle “Streghe”, alle persone accusate di peccati sessuali, a quelle antireligiose, non religiose o anticlericali. L’ Autore ci mostra, infatti, come nei vari Paesi, non solo d’Europa, nel corso dei secoli, sia stata praticata la tortura in nome della fede, ad opera sia di ecclesiastici, sia di laici “… particolarmente legati al papato e noti per l’assiduità ai sacramenti …” [2]. Le “ciliegine” su questa torta, impastata di sangue umano e di inumane sofferenze, è costituita sia dalle: “… torture fatte nello Stato della Chiesa: a Roma nel 1540 lo scultore Leone Leoni, accusato di aver ferito un sorvegliante della zecca papale, fu sottoposto a tortura. Resistette stoicamente a diversi tratti di corda senza mai confessare; cedette solo quando l’inquisitore criminale fece convocare, per essere interrogate con gli stessi barbari metodi, sua moglie Diamanta e la vecchia madre” [3], sia dalle: “… torture fatte in altre località la cui giurisdizione dipendeva da vescovadi o abbazie: è il caso delle streghe atrocemente torturate in Trentino dai vicari del principe-vescovo” [4].

3) Marazzani evidenzia, inoltre, come questa violenza ecclesiastica trovi la sua “giustificazione”, l’equivalente di una sua fondazione filosofica, nella Bibbia. “La punizione corporale era prevista già nel diritto sacerdotale ebraico e non c’è il minimo dubbio che il Dio del Vecchio Testamento sia inquadrabile anche come un essere geloso e vendicativo che persegue non solo i peccatori, ribelli ai suoi dettami, ma che punisce altresì nemici vari del popolo ebraico con orrendi tormenti estesi anche alle loro famiglie” [5]. Pure il Nuovo Testamento è stato impiegato dalle Gerarchie Ecclesiastiche a questo fine: “Altri passi evangelici di non univoca interpretazione come Luca 14, 23, in cui il padrone ordina al servo di spingere la gente a venire al suo banchetto, o Matteo 13, 40-42, nel quale Gesù annuncia terribili sofferenze ai malvagi, saranno utilizzati dalla Chiesa nel Medioevo e in età moderna per giustificare sevizie varie contro i dissidenti” [6]. I Padri della Chiesa ed i grandi pensatori della Scolastica non sono stati da meno: “San Bernardo di Chiaravalle … auspicò in una sua lettera che l’odiato teologo eretico Abelardo fosse torturato: “Non sarebbe più giusto colpire e frustare una bocca che parla così, piuttosto che ribattere con argomenti?” [7]. San Domenico di Guzman, in una lettera del 1217, in cui illustra le torture inflitte agli Eretici della Linguadoca, tra l’altro scrive: “Non si usa pietà ai capi … Un vecchio, posto alla tortura, e quasi stritolato sotto una macina, rideva e insultava i santi ministri … Si adoprano rotelle, aculei, letti di ferro, stirature, tanaglie ed altre mortificazioni del corpo” [8].

4) Nel primo capitolo, l’Autore elenca in ordine alfabetico le più diverse forme di tortura praticate, che andavano dall’”Accecamento monolaterale a scelta della vittima “ al “ Versamento di sego ardente sul ventre” [9]. Comunque, bisogna riconoscere alla Chiesa un elevato grado di democraticità, poiché torturava sia i grandi uomini, uno per tutti: Giordano Bruno, sia le persone più comuni: vedove, contadini, artigiani. Tenendo conto anche di questo fondamentale elemento, ci permettiamo di porre una domanda, che nel libro di Marazzani non compare: “E se la Chiesa avesse praticato la tortura a fin di bene?”.

NOTE
[1] Marazzani Pierino, La chiesa che tortura Dalle origini all’età contemporanea Due millenni di Sevizie ecclesiastiche, Edizioni La Fiaccola, Noto (SR), 2009. Gli altri due testi sono stati pubblicati da Massari Editore.
[2] Marazzani Pierino, La chiesa che tortura, cit., p.16.
[3] Ibidem.
[4] Ibidem.
[5] Ibidem, p.17.
[6] Ibidem.
[7] Ibidem, p.129.
[8] Ibidem, p.13“.
[9] Ibidem, pp. 34-42; come si può constatare, l’elenco completo occupa 8 pagine!

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