Si scrive Teo-dem, si legge razzista

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L’esponente di punta del movimento teo-dem (che ancora non si è capito in cosa si dovrebbe differenziare da quello teo-con) Paola Binetti ha finalmente tolto la maschera buonista e fatto vedere a tutti di cosa è capace pur di difendere il Vaticano, i suoi dogmi e ovviamente i suoi tanti privilegi.

Non è stato sufficente per Prodi mettere la fiducia sul decreto legge sulla sicurezza discusso ieri in senato per garantirsi la fedeltà della Binetti; essa pur consapevole che un suo voto contrario avrebbe significato una possibile caduta del governo, non se n’è minimamente curata e obbedendo ai suoi dogmi morali ha risposto "disobbedisco".

La motivazione  di tale rifiuto è nel fatto che nel pacchetto del decreto legge è stato inserito un riferimento al trattato di Amsterdam in cui vengono condannate le discriminazioni razziste "fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali".

Questo purtroppo per la teo-dem significa condannare anche l’atteggiamento discriminatorio del Vaticano nei confronti dei gay e questo è per lei intollerabile. 

Evidentemente anni di ferrea educazione a suon di rosari e cilici hanno fatto il loro compito, insegnando la cieca obbedienza ai precetti cattolici anche quando questi contrastano apertamente con i diritti umani sfociando nel razzismo come sempre succede contro gli omosessuali.

Prodi ha superato anche questo scoglio, ma il governo sembra oramai diviso su tutto e le previsioni per lui non sono certo rosee… quelle per la laicità dello stato invece da tempo oramai rispondono solo "non pervenuta".

Alessandro Chiometti

 

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