Regioni a destra, laicità assente

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Trionfa l’asse di ferro Lega-Comunione e Liberazione, dopo la decennale occupazione delle istituzioni lombarde grazie al fido Formigoni, questo si espande come un virus alle regioni vicine. Piemonte e Veneto si piegano all’abbraccio suadente del cattolicesimo in salsa leghista, salsa che piace molto alle gerarchie vaticane, che trasudano entusiasmo per le auspicate vittorie da ogni media di loro proprietà.

Segno evidente di quanto alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana importi delle fesserie come i diritti dei migranti, i diritti dei lavoratori e la solidarietà. E se c’è ancora qualche fesso che non l’ha capito riporto per sua imperitura memoria le parole odierne di Mons. Fisichella che intervistato riguardo alla Lega (uno dei partisti più razzisti e xenofobi di tutta l’Europa)  afferma senza il minimo pudore che essa “manifesta una piena condivisione con il pensiero della Chiesa”.

E con questo speriamo che i vari Don Gallo, Don Vitaliano & co. si rendano conto una volta per tutte di chi è il loro datore di lavoro e la facciano finita di raccontare favole,  forse qualche bambino del terzo mondo ci può credere ancora, ma non certo chi conosce la loro Chiesa per la sfortuna di avere il Vaticano in casa.

Ma veniamo alla sconfitta delle (presunte) laiciste che tanto ha fatto gongolare i chierici; è ovvio, è inutile nasconderselo, che di fronte all’imbarazzante Polverini e all’impresentabile Cota il male minore per noi era rappresentato da Emma Bonino e da Mercedes Bresso.

Però qualcosa su queste due presunte laiciste bisogna pur dirla.

In Piemonte la Bresso si presentava con una coalizione che vedeva la presenza degli ultraintegralisti cattolici dell’UDC, quindi quanto sarebbe stato “laicista” il governo della regione lo possiamo ben immaginare.

Nel Lazio la Bonino si è svenduta fin dall’inizio della campagna elettorale promettendo ticket scuola di stampo formigoniano.

Ma soprattutto, possiamo affermare senza ombra di dubbio, che la campagna a sostegno di queste due candidate su tutto si è basata tranne che sulle tematiche laiche.

Anzi, di fronte all’incredibile e vergognoso appello di Bagnasco a votare per la Polverini e per Cota il segretario del PD Pierluigi Bersani se n’è uscito candidamente con “quello della  Chiesa non è un appello elettorale”. Evidenziando innegabilmente l’incolmabile distanza fra la dirigenza del PD e il buon senso.

Insomma, riassumendo, il PD candida due figure che sono difficilmente collocabili a sinistra, né la Bresso né la Bonino possono essere infatti le figure ideali per raccogliere i voti dei movimenti antagonisti (in particolare la Bresso in Piemonte), però sono laiche; si potrebbe pensare che per lo meno si vogliano raccogliere i voti delle persone sensibili ai diritti civili… e invece che si fa? non solo il PD non spende una parola su queste tematiche ma nega l’evidenza di uno scandaloso appello al voto da parte di Bagnasco.

Il tutto come al solito per non perdere i voti cattolici…

Il risultato è noto, ennesimo disastro elettorale di fronte a un avversario che pure è lacerato da mesi da lotte interne e messo alle strette da crisi economiche e morali che da un anno a questa parte sono sotto gli occhi di tutti.

Eppure la Binetti se n’è andata, e questo rende ancor più grave la situazione, perché è ora evidente che non dipendeva da lei l’ambiguità e la doppiezza sui temi etici da parte del PD.

Insomma ancora una volta la domanda è: perché un laico di sinistra dovrebbe votare questi candidati? non sono di sinistra, di laicità non se ne parla… solo perché sono contro Berlusconi?

La  motivazione da anni non è più sufficiente per vincere le elezioni.

A proposito dell’inciliciata dell’Opus Dei… la sua discesa nella nostra Umbria è stata accolta da un misero 5%, è troppo sperare che finalmente scompaiano i fini strateghi riformisti nostrani che volevano fare un alleanza con lei piuttosto che con la sinistra radicale?. 

Alessandro Chiometti

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