Referendum antiproibizionista in Svizzera

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I cittadini svizzeri  oggi, 30 novembre,  sono chiamati a votare in un referendum popolare per decidere se legalizzare la marijuana nel loro Paese.
L’attuale politica della Confederazione svizzera – rispetto alla quale il referendum di oggi tende di smussarne gli angoli più restrittivi – si basa sule  "4 politiche pilastro", stabilite dal Governo federale nel 1991, prevenzione, trattamento, riduzione del danno, inasprimento legislativo, portarono, per l’eroina, ad una diminuzione delle morti per overdose, riduzione dell’incidenza, riduzione dei crimini correlati, e altro, per la cannabis non ottennero effetto. Ed è anche per questo che in Svizzera il referendum è stato presentato. Ma se Oltralpe il dibattito sulle politiche in materia di droghe si muovono in un’ottica di tendenziale legalizzazione, con effetti positivi  sulla salute pubblica, in Italia gli effetti delle politiche proibizioniste sono sotto gli occhi di tutti. Ecco alcuni dati.In Italia quasi tutte le droghe vengono importate, cocaina ed ecstasy sono le droghe maggiormente consumate al momento presente;  Utilizzando come indicatori indiretti i dati rilevati dalle fonti informative ufficiali, nonché altri indicatori come le percentuali del consumo di droga della popolazione tra i 15 e i 64 anni (nell’ultimo anno),  i numeri dei trattamenti per tossicodipendenze in centri pubblici o privati, i sequestri operati dalle forze dell’ordine, si perviene a stimare che il valore del consumo di droga si aggira intorno all0 0,4% del Pil. (Baldassarini, Istat, in workshop "Illicit drug market, Parlamento europeo, 13 novembre 2008). E’ possibile, inoltre, stimate l’ammontare dei consumatori per tipologia di droga.  Si stima in circa 2.400.000 i consumatori totali di cannabis, dei quali circa 380.000 abituali; sommando le 6 sostanze prese in esame, in Italia si determina un dato provvisorio di circa 3,8 milioni di consumatori, corrispondenti al 10% del totale della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni, dei quali 830.000 abituali. 
Di fronte a questi dati che confermano  che siamo in presenza di un fenomeno diffuso, di massa, in continua crescita, la politica è ferma alla pura repressione che – come si vede – non fa altro che produrre nuovo proibizionismo, nuove sofferenze, nuove prospettive per i giovani: il carcere e le comunità terapeutiche.

Andrea Maori

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