Perugia Pride, le polemiche che mancavano!

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Uno di quei cattolici che sono così cattolici che vogliono spiegare al Papa cosa significa essere cattolici, ci accusa di #cortocircuito (cosa che sottolinea con l’ashtag, evidentemente di cortocircuiti e contraddizioni varie è espertissimo).
Ora bisognerebbe spiegargli che quando diciamo: “nella libertà di espressione non è contemplato il diritto di offendere (ne’ tanto meno di diffamare)” ci si riferisce a persone reali e non ai vari amichetti immaginari che qualcuno si porta dietro dall’infanzia più o meno inculcati con dovuta sapienza clericale. Il fatto che uno ammanti di “sacro” un’immagine qualunque non vuol dire che altri non possano rielaborare quell’immagine e finanche farci satira. E’ un discorso arcinoto, ma ai clericalotti e integralisti vari confondere le acque conviene sempre.
Nel caso specifico, che tanto scalpore ha destato nei politici del #comunediperugia che hanno ritirato il patrocinio al #PerugiaPride che inizia oggi non possiamo che sorridere del fatto. Ci immaginiamo quanto l’immagine di una donna (o #santiddio un trans… complimenti agli attenti occhi clericali! Per caso hanno visto anche se trattasi di trans operato o meno?) vestito/a da suora (o da Madonna che dir si voglia) che ride con un cuore in mano, il tutto intravisto e intuito appena appena dallo spazio trasparente della scritta “Perugia Pride” debba aver turbato i sonni dei politici perugini.
Noi non possiamo che esprimere #soldarietà e #vicinanza ad Omphalos LGBTI e alle altre associazioni che organizzano il Pride perugino, che sono comunque abituate a certi giochetti viscidi e opportunisti della politica.
Farlo è di certo ridondante tuttavia non vorremmo essere per sbaglio accomunati ai #voltairianidenoantri che tirano in ballo la sacra (e daje) nonché intoccabile libertà di espressione quando non c’entra niente come nei casi di Facci e Fanzaga dove si parla di incitamento all’odio, razziale e religioso per il primo verso una specifica persona per il secondo, e poi se ne stanno puntualmente zitti quando il politico (italiano non vaticano) applica effettivamente la censura verso il messaggio che non gradisce.
E’ un mondo difficile, fortuna che c’è il Pride!

Alessandro Chiometti

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