No Vat 2010, troppe assenze ingiustificate

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Personalmente non mi aspettavo certo il fiume di persone senza fine del Gay Pride 2008, però sinceramente che si arrivi appena a sfiorare il migliaio di partecipanti, in una manifestazione a Roma, in piena settimana anticoncordataria, mi sembra davvero troppo poco.

Sarà che la nostra associazione è piccola e ingenua, però certi meccanismi che portano associazioni e partiti che fanno della laicità la loro bandiera ad ignorare e a dissociarsi dal No Vat mi lasciano realmente perplesso.

Insomma al Gay Pride si, e al No Vat no? Perché?

O forse da quest’anno addio anche al Gay Pride e ognuno penserà al suo orticello di piccoli poteri mediatici? Forse basta essere invitati un paio di volte alla “vita in diretta” per sentirsi arrivati come associazione?

Eppure i temi della piattaforma No Vat mi sembrano assolutamente attuali e condivisibili per ogni associazione che si voglia definire laica.

Per alcuni il problema era che la manifestazione era “troppo politicizzata”. Ma di che stiamo parlando? Assente ogni partito di rappresentanza parlamentare, era presente solo la sinistra extraparlamentare in piazza con le sue modeste forze. E per fortuna che c’era verrebbe da dire, altrimenti ci sarebbero stati più poliziotti che partecipanti.

C’erano i COBAS, che si confermano l’unico sindacato che ha a cuore le tematiche laiche, non solo a parole.

C’era Rifondazione Comunista, forse vuol dire che si è liberata definitivamente delle zavorre opportunistiche dei folgorati in tarda età.

Non c’erano i Radicali. Perché? Ora che si tenta di piazzare la Bonino in una poltrona che conta si dimenticano le battaglie alle radici del partito?

Non c’era l’UAAR, perché? Le recenti vittorie a Strasburgo l’hanno resa un associazione troppo d’elite per sporcarsi le mani in piazza?

O forse prima di scendere in piazza si deve guardare la lista dei partecipanti e rinunciare se c’è qualcuno che ci sta antipatico? Ma si dovrà piuttosto condividere la piattaforma della protesta? Allora dico io, se una associazione che si definisce laica ha qualcosa da ridire sulla piattaforma No Vat, ha qualche problema serio di schizofrenia al suo interno. Oppure fa parte della “laicità buona” tanto cara alle gerarchie vaticane.

Lasciare soli i ragazzi di Facciamo Breccia è un suicidio laico, significa non sfruttare e non dare forza a quelle voci che tentano a gran voce di conquistare spazi laici in un paese che laico non è.

Ma forse il problema è che noi di Civiltà Laica siamo piccoli, ingenui e provinciali per capire i giochi dei grandi… 

Alessandro Chiometti

parola ai partecipanti, alcuni indipendenti

 

 

lista lesbica italiana:

 

 

uno degli organizzatori

 

 

il nuovo partito "Democrazia Atea" (!)

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