L’incoerenza del grande comunicatore

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Papa Francesco I verrà ricordato come un abilissimo comunicatore, questa è cosa pressoché certa. Più difficile invece che qualcuno si ricordi l’incoerenza e la schizofrenia dei suoi messaggi.

È di nuovo il turno dei giornali pseudo-progressisti ad esaltarlo, suo grande merito avere, dicono, ridimensionato il peccato di abortire. In sostanza l’aborto resta “male assoluto” per il Papa ma da oggi in poi l’assoluzione può darla qualunque sacerdote, non serve andare dal vescovo.

L’ufficio stampa vaticano conferma che presto sarà cambiato il codice canonico per dar seguito alla disposizione papale.

Dovremmo essere contenti? Probabilmente si, se fossimo in uno stato effettivamente laico.
Nel senso che, premesso che noi cattolici non siamo e nessuno ci deve perdonare perché il nostro riferimento è la costituzione e la legge non i dogmi religiosi, non ci può non far piacere che la CCAR mitighi il suo fanatismo religioso e corregga evidenti storture anacronistiche.

Ma il problema dello stato laico resta altrove, ovvero in quegli obiettori di coscienza di cui il Papa fino a poco tempo fa ha sostenuto grottescamente che fossero perseguitati (vedi “Il Giornale” 12/4/2016), quando la loro stessa presenza nelle strutture pubbliche è uno schiaffo ai principi costituzionali e democratici.

In quegli stessi obiettori di coscienza che il papa invitava a resistere come baluardo contro le tremende piaghe dell’aborto, dell’eutanasia e della fecondazione assistita (si ha detto proprio così, vedi “Tempi” del 15/11/2016).

Insomma un Papa dall’atteggiamento a dir poco ambiguo ma che non può comportarsi altrimenti. È il prezzo da pagare per tenere sotto lo stesso tetto (sempre più piccolo) Opus dei, Legionari di Cristo, focolarini, teologi della liberazione, comunità cristiane di base e chi più ne ha più ne metta.

Una vera “accozzaglia” per usare un termine politico in voga oggigiorno.

Siamo alla solita politica del colpo al cerchio e il colpo alla botte, altro che novità!

L’unica novità, se tale si può definire, è che la stampa (anche quella non controllata direttamente dal Vaticano) non ha più senso critico ed esulta con toni da stadio ogni qual volta si trova dalla parte giusta.

Vi sembra deprimente il quadro tracciato? Tranquilli, lo è.

 

Alessandro Chiometti

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