Letterina di fine anno: Caro Draghi parliamo di meritocrazia

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Caro Mario Draghi,
da quando lei è salito alla ribalta della scena politico/economica internazionale una delle sue parole d’ordine è sempre stata “meritocrazia”.
Al di là del fatto che questa parola è spesso usata, a mio parere, come specchietto per le allodole per giustificare i crimini e le criticità del sistema capitalistico su cui gli economisti non riescono più a metterci sufficienti toppe per renderlo presentabile (come del resto la parola “resilienza” e molte altre, transeat) vorrei che lei, o chi per lei, mi rispondesse a una domanda.
Lei prende l’incarico il 13 febbraio 2021 quando è evidente a tutti (tranne che a Conte e ai suoi “bimbi”) che la situazione è totalmente alla deriva.
Innegabilmente il cambio di marcia, indubbiamente in meglio, in vari aspetti della “Gestione Italia” si è visto è solo chi è ottenebrato dalla contestazione al governo “a prescindere” non lo può vedere.
Tuttavia molte perplessità erano comunque rimaste per aver lasciato i ministri Franceschini e Speranza al loro posto dopo i disastri combinati. (In realtà anche per aver richiamato Brunetta, primo responsabile della distruzione del SSN con il suo stop orizzontale al turnover dei dipendenti pubblici nel 2008, ma è una scelta che si può capire per ragioni di equilibrio partitico).
Lasciamo perdere Franceschini che per parlare della sua effimera attività occorrerebbe scomodare la meccanica quantistica, (il Ministro che c’è e non c’è allo stesso tempo… ops, mi è scappata scusi), ma come giustifica in termini di meritocrazia il fatto che nel 2022 l’Italia si presenti ancora con Roberto Speranza come ministro della Salute?
Possiamo anche ignorare la gestione della pandemia nella prima fase quando ha ignorato “inspiegabilmente” (diciamo così) i consigli del suo stesso CTS, possiamo anche tacere del fatto che ha passato l’estate 2020 ha scrivere libri su “come siamo usciti dalla pandemia” invece che a preparare la risposta all’eventuale seconda ondata (cosa che avrebbe fatto spontaneamente dimettere qualunque ministro di un paese occidentale che non sia l’Italia), possiamo anche tacere delle stranezze avvenute sull’autorizzazione all’uso degli anticorpi monoclonali cosa che forse non dipendeva neanche da lui. Ma il fatto che a Ottobre 2020 sia completamente saltato il sistema di tracciamento a causa dell’assurdo insistere su tamponi molecolari con risultati a 48 ore ed ignorare i test rapidi che pure erano da mesi consigliati quanto meno come integrazione da fonti internazionali per il “tracciamento” è cosa ormai assodata. L’Italia è stato uno dei peggiori paesi come mortalità e letalità nella seconda ondata e questi dati sono ormai di dominio pubblico.
Se questo non fosse abbastanza e tralasciando tutto il resto (la chiusura prolungata e incomprensibile di piscine e centri termali con acqua sanificata, dichiarazioni al limite della costituzionalità come: “purtroppo non possiamo entrare nelle vostre case”… e mi fermo qui per “amor di Patria” anche se questa espressione non mi si addice molto), in questo mese di Dicembre 2021 è di nuovo saltato il tracciamento dell’epidemia.
Dopo due anni di pandemia il Ministro della Salute (e ovviamente il suo staff) non sono stati in grado di costruire un sistema decente che non causasse enormi file e disagi per i test.
E per favore, non dica “ovunque è così”. No, in nessun paese d’Europa è così.
Mi spieghi Professor Draghi, quali sono i grandi meriti del ministro Speranza per restare al suo posto e non essere da Lei rimosso?
Sinceramente curioso e auspicante una risposta, le auguro un Buon Anno pieno di successi.
Buon Lavoro
Alessandro Chiometti

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