La Sindone è un falso

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La Sindone esposta in questi giorni a Torino è un falso”.

Con queste chiare ed inequivocabili parole si apre il n. 4/2010 di MicroMega, monotematico sul lenzuolo di lino che attira a frotte credenti e creduloni per la sua ostensione.

Verrebbe da pensare che qualcuno della redazione della prestigiosa rivista di filosofia e politica si sia giocato il cervello a fare un affermazione del genere su un tema tanto dibattuto. Al contrario, il gruppo redaionale di Paolo Flores D’Arcais è probabilmente rimasto uno degli ultimi che il cervello lo fa funzionare.

Difatti, per chi usa la ragione, non c’è più niente da discutere sulla “autenticità” del lenzuolo. Troppe, veramente troppe, le evidenze che ne testimoniano come sia uno dei tanti prodotti dell’industria delle reliquie religiose medioevale.

La lettura attenta dei vangeli, le informazioni sulle sepolture ebraiche, l’analisi del tessuto e della sua lavorazione, il fatto che l’impronta del viso di un uomo su un lenzuolo che lo avvolge deve avere una larghezza doppia di quella della sindone (effetto della maschera di Agamennone) e dulcis in fundo, la regina delle prove: la datazione con il radiocarbonio che attesta inequivocabilmente il lenzuolo come risalente al periodo medioevale tra la metà del Duecento e la metà del Trecento.

Prova scientifica di cui ogni tentativo di confutazione è stato pateticamente smentito (memorabile il caso Kouznetzov).

Tutte queste prove sono raccolte nel volume in edicola e in libreria in questi giorni, segno evidente che erano a disposizione di tutti coloro che volevano informarsi.

Eppure non c’è programma televisivo che non si accodi alla disinformazione pro-autenticità della Sindone e non proponga agli sventurati telespettatori un esercito di sindonologi, che avendo evidentemente fallito sul piano scientifico la loro missione, provano a ribaltare l’esito della partita con i mezzi di distrazione di massa.

Ma quello che è più sconfortante è la constatazione di come il cattolicesimo, dopo due millenni di storia, non riesca ad elevarsi dal rango di superstizione feticista e rimanga legato a usanze ridicole e feticci lugubri.

è ovvio che la battaglia di MicroMega per difendere il lume della ragione contro le impetuose bufere della superstizione è impari. Tuttavia, è bene ricordare che “le uniche battaglie perse sono quelle non combattute”  e speriamo che prima o poi qualcuno si stanchi di essere un credulone e diventi un credente adulto.

J. Mnemonic

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