La Chiesa scende in piazza e perde

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Pro-gay marriage march in ParisAl di là della solita guerra di cifre sulla manifestazione organizzata dalla destra francese e appoggiata dai vescovi contro il progetto di legge di Hollande sul matrimonio omosessuale possiamo dire, a distanza di due settimane e confortati dai sondaggi, che la Chiesa, francese e non, ha ricevuto una sonora batosta.

La manifestazione infatti se ha avuto un effetto in termini di opinione pubblica l’ha avuto nel senso di spostare la percentuale dei francesi favorevoli al matrimonio omosessuale dal 60% di dicembre al 63% di gennaio come riportato dalla edizione on line del Guardian.

Evidentemente invece del numero di persone realmente scese in piazza (800.000 secondo gli organizzatori 300.000 secondo le forze dell’ordine) quello che ha contato davvero sono state le argomentazioni dei sostenitori del no al matrimonio gay.

Dare visibilità a ragionamenti medievali che mettono in mostra quello che altro non è che un semplice pregiudizio senza alcuna base razionale e scientifica contro gli omosessuali è stato senz’altro un boomerang. Del resto sostenere che un bambino si trovi meglio in orfanotrofio piuttosto che con due donne o due uomini che hanno il desiderio di crescerlo è una posizione che più si ripete e più mette in mostra il poco acume di chi la espone.

Non deve essere un caso se, dopo la gran cagnara alzata anche da questa parte delle Alpi dal solito Avvenire, da diversi giorni nessun media cattolico parli più della “oceanica” manifestazione parigina.

Probabilmente quindi vedremo presto i cugini transalpini continuare a civilizzarsi con un altro passo nella direzione del riconoscimento dei diritti civili; del resto fin dal 1999 loro hanno i Pacs che regolamentano l’unione delle coppie di fatto, mentre noi abbiamo passato gli ultimi quattordici anni, politicamente parlando, a rincorrere le tonache cardinalizie per elemosinare qualche voto.

E anche in questa tornata di campagna elettorale nella triade governativa formata dalla pseudosinistra, dal centro montiano e dalla destra ancora schiava di Silvio Berlusconi nessuno osa sollevare il tema dei diritti civili.

Poi magari se la prenderanno con i voti “inutili” se non riusciranno a governare il paese.

 

Alessandro Chiometti

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