La banda del vescovo sull’Espresso

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brega.11

Qualche anno fa (aprile 2010) avevo definito in questo blog “la banda del vescovo” quel: “manipolo di eroi cattolici che eletti in un partito che si professa laico non esitano a mettere in difficoltà il loro sindaco e i loro assessori di riferimento pur di rispondere ‘obbedisco’ agli ordini che presumibilmente vengono dal Duomo di Terni”.

Erano i concitati giorni in cui la proposta di istituire il registro dei testamento biologici veniva bocciato dalla giunta comunale di Terni (forse unico caso in una giunta di centrosinistra) e l’assessore Guerra veniva letteralmente messo in croce dagli stessi consiglieri comunali dell’area della margherita per averci concesso il patrocinio dell’assessorato per la presentazione del libro “Vaticano Spa” di G. Nuzzi.

Da li a poco gli intrepidi cattolici piddini, avrebbero costretto il sindaco Di Girolamo alle dimissioni (poi rientrate) rischiando di far commissariare
la città. Erano altri tempi, oggi l’amore fra le correnti del Pd sembra trionfare e di certe cose nessuno parla più.

Qui in città dico, perché altrove, e precisamente sulle colonne dell’Espresso, esce un articolo a firma di Stefania Maurizi che racconta cose interessanti su quello che avveniva in città in quei giorni.

Si parla di Eros Brega, punto di riferimento per l’area della margherita per il Pd ternano, che è stato beccato al telefono con sua quasi santità Monsignor Vincenzo Paglia allora vescovo della città. Il primo dice “Senti caro io te devo parla’, noi lunedì ci assumiamo la responsabilità di manda’ a casa Di Girolamo, come tu sai”. Paglia chiede “ma che succede dopo?” , “succede che viene il commissario” sentenzia l’Eros, “oh, Signore” chiude il vescovo.

O, per meglio dire, qui chiude l’Espresso visto che non pubblica il resto della telefonata che pure a mio giudizio sarebbe estremamente interessante sapere cosa ha consigliato il vescovo al suo interlocutore visto che effettivamente il tentativo di mandare a casa Di Girolamo c’è stato eccome.

Sarebbe curioso sapere se quella telefonata era effettivamente una richiesta di permesso o solo un informativa ufficiosa nei confronti della personalità più importante della città, in entrambi i casi la dipendenza, se non proprio la sudditanza, di una parte consistente della politica nei confronti del gerarca cattolico locale appare evidente. Risulta difficile credere infatti che la manovra di sfiducia sarebbe proseguita se il leader locale della margherita avesse avuto semaforo rosso dal vescovo.

Ma del resto dall’articolo della Maurizi si ottengono altre informazioni degne di nota. Ad esempio oltre all’entità dei finanziamenti comunali per i cosiddetti Eventi Valentiniani che negli anni d’oro delle giunte Raffaelli si aggiravano sugli 800mila euro annui gestiti direttamente dall’Associazione Eventi Valentiniani di cui l’Eros era presidente, si viene a sapere che sul destino di questi finanziamenti pubblici era sempre la curia locale a deciderne le sorti tanto è vero che a quanto pare a Terni non fu portata la cantante irlandese Sinead O’Connor a causa del veto imposto dalla curia.

Soldi pubblici di tutti i ternani quindi gestiti da Brega su indicazioni della curia, alla faccia della multiculturalità della città e della laicità delle istituzioni.

Poi dopo dicono che uno si iscrive a Civiltà Laica…

 

Alessandro Chiometti

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