Italia, ovvero dove la censura è quotidiana

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C’è poco da ridere e da scherzare ragazzi, guardate cos’è successo all’autore di un banale banner in cui c’era la foto di ratzinger con la frase "il papa condanna questo blog" che era apparso su più di 500 siti italiani.

C’è da rabbrividire, massima solidarietà al "burbero"!!!

E vergogna a coloro che hanno nostalgia dell’inquisizione!

dal suo blog: www.burbero.splinder.it

giovedì, 17 luglio 2008

Denuncia per il Papabanner

Oggi mi è successa una cosa strana, che mai mi sarei aspettato. Sono stato denunciato per il Papabanner e, come forse alcuni si sono accorti, esso è sparito da tutti i siti. E stavolta non per un server down qualche ora.
Ecco la storia, in forte ritardo vista la mia poco frequente comparsa su internet. Ringrazio  il buon Marco per essersi subito indignato e aver sparso la voce  (103  punti su OkNotizie non è male).

I DATI DI FATTO: da poco più di due anni faceva bella mostra di sè su questo blog un piccolo banner che avevo chiamato "Papabanner". L’avevo messo a disposizione di chiunque volesse copiarlo anche nel proprio sito, attraverso il codice html. Più di 500 siti da quel momento hanno sposato la mia modesta iniziativa, nata un po’ per gioco.
Il banner rappresentava Ratzinger (una foto originale, non manipolata), con una scritta che diceva "Il Papa condanna questo blog" o, in un’altra versione, "Sito scomunicato".
I motivi di questo banner li spiegai in questa pagina. Mi sembra chiaro, a parte il tono ironico, il significato: il banner etichetta in modo goliardico il sito come un luogo in cui si esprimono opinioni (filosofiche, politiche, chiamatele come volete) DIFFORMI da quelle della Chiesa Cattolica (si parla quindi di semplice diritto di critica). Le posizioni della Chiesa sono rappresentate dal Papa, suo principale rappresentante, solo per sineddoche, non si tratta di un attacco personale.
Il tono goliardico è dato dalle frasi.  E’ ovvio, che non si tratta di frasi da me falsamente attribuite al Papa col malizioso intento di spacciarle per vere ai poveri gonzi là fuori, nessun sano di mente credo arriverebbe a pensare questo. La ragione viene dai metodi da crociata (per non dire da inquisizione) con cui molti esponenti della Chiesa, come Bertone o Bagnasco, stigmatizzano senza mezzi termini ciò che non li compiace, dando delle assassine alle donne che abortiscono solo per dirne una delle più infami. Mi pareva simpatico autoscomunicarmi per il mio ateismo filosofico e il mio laicismo politico, e così inserirmi idealmente tra le persone invise alla Chiesa.

Insomma, per farla breve, questo Papabanner non voleva offendere nessuno e, anche sforzandosi, non credo si possa attribuirgli più significati di quelli esposti (che tra l’altro erano già ben spiegati a suo tempo nell’apposita pagina): diritto di critica e un po’ di ironia. Se uno invece è d’accordo col Papa, perfetto, che non si prenda il banner, non c’è bisogno di insultarmi come molti hanno fatto, attaccandomi personalmente, offendendo me e i miei congiunti. Dei veri cristiani!

Per farla ancora più breve, qualcuno mi ha denunciato per questo. E il Papabanner è sparito.

I FATTI NON ACCERTATI: Non so bene cosa sia successo. Quello che so è che oggi mi ha chiamato una persona che si occupa della gestione dell’hosting su cui si trovava il banner, dicendomi che la polizia li aveva contattati, parlando di una denuncia, e che mi avevano bloccato lo spazio web, oscurando perciò il banner. Lì per lì sono rimasto basito, non sono riuscito a fare una serie di domande che mi si sono accavallate nella mente solo dopo, l’unica cosa di cui sono riuscito a discutere era che reato mi si contestava, dato che ci vuole del buono per cavare un insulto dal banner, figuriamoci un reato. Il tizio è stato comprensivo "eh, guardi, in effetti anche per me…".
Ciò che ora mi chiedo è: è la polizia che ha chiesto all’hosting di  bloccarmi? Non mi pare probabile. Quello che mi pare più probabile è che la polizia li abbia contattati, avvisandoli del fatto che c’era una denuncia a carico di uno che usava quello spazio e, tra il vedere e il non vedere, abbiano deciso di bloccarmi per evitare di passare eventuali casini. I cagasotto. Ma questa fantomatica denuncia non è arrivata a me, la polizia non si è ancora fatta sentire, quindi suppongo e spero che vi si siano fatti una risata su e l’abbiano scaricata nel cesso.
Dubito infatti che la cosa avrà seguito, almeno da parte della polizia, mi sembrerebbe strano. Se fosse così semplice sbarazzarsi dei siti che non ci piacciono saremmo tutti lì a denunciare il sito che insulta Berlusconi, Prodi, Veltroni, Bush (e per ognuno di questi ce n’è a pacchi, anche di pesantissimi) o qualunque capo di stato ci stia simpatico, ottenendone immediatamente l’oscuramento. Ricordo che ci sono fior di siti che danno del nazista a Ratzinger! Perchè non denunciare quelli?
Ad ogni modo che ci siano dei mitomani che non hanno altro da fare se non denunciare chi non gli piace, mi pare piuttosto grave. Mi piacerebbe molto sapere nome e cognome, ma non credo che la polizia me li darà.

L’IMMEDIATO FUTURO: Domani mattina cercherò di chiamare la Polizia Postale e nuovamente quelli dell’hosting per capire di più della situazione.

Ad ogni modo il Papabanner risorgerà. Penso che lo sposterò su un sito oltreoceano, gli darò una pagina dedicata al di fuori del blog e manderò una mail a tutti quelli che lo avevano, per segnalargli il nuovo banner. Ho in mente anche alcune altre cosette, come un contest di grafica per creare i nuovi Papabanner e altro.

Grazie a tutti quelli che hanno supportato il Papabanner, non abbandonatelo, risorgerà dalle sue ceneri!

 

lunedì, 21 luglio 2008

 

Allora. Ho poi approfondito la questione Papabanner censurato con la polizia (il ritardo è dovuto alla mia difficoltà nel collegarmi). Vengono fuori due cose, una rassicurante, una inquietante. La prima è che non c’è una vera denuncia come mi era stato detto, ma solo la minaccia di una possibile azione legale, ovvero qualcuno ha contattato la polizia e gli ha detto che avrebbe potuto procedere se la cosa non rientrava. La questione inquietante è che io pensavo che a farlo fosse stato uno di quei mitomani senza nulla da fare se non venire ad insultarmi sul blog. Invece si tratta della Chiesa stessa. Esatto. Questo spiega molte cose, come ad esempio il perché la polizia non li ha mandati al diavolo per questa sciocchezza.
La polizia postale mi ha detto che non c’è una vera denuncia, ma che “esponenti della Curia” li hanno contattati manifestando il loro disappunto ed eventualmente dichiarandosi pronti a denunciarmi. Così la polizia ha avvisato il servizio di web hosting che ha prontamente bloccato tutto.
Perciò sulla mia testa pende la minaccia della denuncia della Chiesa. Il motivo? Sembra diffamatorio che il Papa scomunichi siti che parlano di temi laici e atei. Anime candide. Non era abbastanza chiara l’ironia: pensano che io tenti surretizziamente di far passare la falsa informazione che il Papa abbia DAVVERO scomunicato il mio blog. Chissà quanti gonzi ci sono là fuori che pensano: “ehi, il Papa ha scomunicato il blog di un signor Nessuno!”.
Ma visto che mi piace assumere, anche solo per amor di retorica, che nessuno sia così stupido, vediamola sotto un altro rispetto: forse che il problema non sia magari la DIFFUSIONE del banner? Ci sono più di 500 siti che l’hanno esposto e ricevo ogni settimana nuove adesioni. Sono onorato che la cosa li abbia disturbati. Perciò è facile: si contatta la polizia e gli si dice: “questa cosa non ci garba”, quelli lo dicono al web hosting: “guardate che la Chiesa potrebbe denunciare un vostro cliente” e quegli altri bloccano subito tutto, non sia mai che finiscano anche loro nelle grinfie di Bagnasco. Semplice. L’autore è un povero studente spiantato che ha fatto una ragazzata, lo si intimorisce e la smette, il banner poi ormai è scomparso.
Tutto vero. Era una ragazzata. Però queste cose mi fanno uscire dai gangheri: l’arroganza dell’intimidazione (“figurati se questo ha i soldi per pagarsi un avvocato e rischiare il processo”) e la censura della libertà di espressione.
Il poliziotto mi ha detto che non succederà nulla se le cose rimangono come adesso, ma che io sono libero di rimettere il banner, sapendo però che c’è qualcuno che potrebbe denunciarmi per questo. Questa non è proprio censura in effetti, ma un modo tutto italiano di ottenere lo stesso risultato: non è che ti impediamo di fare una cosa, tu la puoi fare, ma sappi che se lo fai dovrai vedertela con gente molto più potente di te che, magari anche a torto, può vincere in tribunale perché si può permettere dei buoni avvocati.
Sposterò i banner su un server americano, li renderò a prova di “ambiguità”, darò al banner una pagina tutta sua fuori da questo blog (se la merita) e scriverò a tutti i siti che si schierano dalla parte dei laici e a quelli che combattono per la libertà di espressione. Non che mi aspetti assistenza giuridica, non sono un martire e questo non è un grande caso. Ma mi basta il passaparola e l’indignazione di quanta più gente è possibile. Sono sicuro che se avessi il sostegno (anche solo verbale) di molte associazioni gli passerebbe la voglia di intimidirmi.
Per questo, se voleste segnalarmi nei commenti a questo post qualunque sito/associazione che difende i diritti d’espressione e la libertà di parola (o qualunque sito in generale pensate possa essere interessato a questo caso), sarò lieto di mandare anche a loro una copia della lettera che sto preparando con la mia storia.
 
Grazie ancora a chi mi ha espresso solidarietà.

redazione[at]civiltalaica.it

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